DEAD IN TOMBSTONE

Danny Trejo e Mickey Rourke nel western-horror Dead in Tombstone (2012) di Roel Reiné: un pulp allettante che delude però le aspettative

Il cinema pulp inteso alla Rodriguez, cioè una fusione esagerata di vari generi come action, western e horror, evidentemente va per la maggiore nel cinema americano. Sulla scia dei vari Planet Terror e Machete, e in attesa di Machete Kills, il regista Roel Reiné (olandese trapiantato negli USA ) dirige Dead in Tombstone (2012), proprio con Danny Trejo come protagonista. D’altra parte, la mescolanza fra western e fantasy non è nuova nel cinema d’oltreoceano: vedasi, per esempio, le avventure di Blueberry (2004) e Jonah Hex (2010), tratti dagli omonimi fumetti, oppure Cowboy & Aliens (2011).

Il protagonista Guerrero de la Cruz (Trejo) è un fuorilegge che, insieme alla banda del fratellastro Red (Anthony Michael Hall) compie una rapina alla banca di una città, ma viene tradito e ucciso dai suoi stessi complici. Mentre la gang si impadronisce della città, rinominata Tombstone, Guerrero si ritrova all’inferno, e propone un patto al diavolo in persona (Mickey Rourke): tornare in vita per uccidere i sei assassini e scambiare le loro anime con la sua. Belzebù accetta, e così, un anno dopo, il fuorilegge torna sulle strade di Tombstone assetato di sangue e vendetta: ha 24 ore di tempo per compiere la sua missione.

La trama, pura mescolanza di western e horror soprannaturale, fa sperare in un bel prodotto, ma Reiné non è Rodriguez, e fallisce praticamente su tutti i fronti: il film, per la maggior parte dei suoi 95 minuti, non funziona e annoia. Di sicuro non per colpa dei protagonisti: Trejo è sopra le righe come sempre, volto truce, vestito nero e pistole luccicanti (il suo personaggio sembra uscito da un vero fumetto pulp); e pure Rourke nei panni di un diavolo sogghignante e anch’egli nerovestito fa il suo effetto. Gli altri personaggi sono meno originali, ma in un contesto diverso funzionerebbero. Quello che non va è innanzitutto la fotografia, piatta come nei peggiori telefilm (sembra di vedere uno dei tanti western americani per la tv che periodicamente passano anche sui nostri palinsesti). La regia è pretenziosa, e cerca degli inutili preziosismi stilistici, anziché concentrarsi su elementi più basilari (come gli effetti speciali, ridotti all’osso; le musiche, anonime; e l’aspetto horror, abbastanza trascurato) che avrebbero reso la pellicola più divertente: Reiné si sente non solo Rodriguez, ma forse anche Sam Raimi, e si lancia a dismisura in ralenti, zoom e accelerazioni, a volte azzeccati, ma più spesso fuori luogo. Rimangono quindi delusi sia gli spettatori che attendevano un bel western, sia quelli che si aspettavano un buon horror, visto che di splatter se ne vede poco, e spesso gli schizzi di sangue sono vistosamente coadiuvati dal digitale. Probabilmente il budget non era elevato (il film è stato girato in Romania, e anche negli USA è uscito solo direct-to-video), ma Reiné, al contrario di altri registi, non ha saputo fare di necessità virtù.

Qualcosa di buono, in Dead in Tombstone, comunque c’è. L’azione abbonda, tant’è vero che la vicenda è un susseguirsi di sparatorie dall’inizio alla fine, realizzate in maniera tutto sommato efficace (nonostante il prodotto abbia una patina decisamente televisiva). Dal punto di vista più squisitamente horror, se gli effetti speciali scarseggiano, troviamo invece alcune sequenze dark suggestive. In particolare, spiccano quelle ambientate all’inferno, una caverna infuocata e piena di strumenti diabolici in cui Danny Trejo si trova incatenato e torturato da Mickey Rourke. Buono anche il coté gotico che si respira quando Guerrero ritorna fra i vivi: ricordiamo l’uscita dalla tomba (che, a dire il vero, si poteva realizzare con più cura) e le sue apparizioni quasi fantasmatiche ai nemici, nel cuore della notte. Poi il film ritorna nei canoni più squisitamente western, fatta eccezione per qualche apparizione del ghignante Rourke. Decisamente poco per un film che prometteva così bene. Degne di nota, infine, le presentazioni dei protagonisti in tipico stile pulp, con i volti e i nomi di ciascuno che appaiono sui manifesti delle taglie.

httpvh://youtu.be/KKRUKJ40SeI

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