Serie TV Under The Dome 1×02 – Into The Fire

Under The Dome 1×02 – Into The Fire

fire 1Into the Fire mantiene vivi i dubbi e inalterati i difetti, dimostrandosi solamente un fuoco di paglia.

“Ora che siamo tutti intrappolati sotto la cupola, nessun segreto è al sicuro”.
È la voce di Linda (Natalie Martinez) ad introdurre il secondo episodio di Under the Dome, Into the Fire, dove continuano le disavventure di Chester’s Mill e dei suoi abitanti, ormai consapevoli che il muro invisibile è in realtà una vera e propria cupola. E continuano in modo meno frenetico rispetto alla puntata pilota, sbrogliando lentamente le sottotrame senza però nessuna sorpresa, poiché quasi ogni cosa era stata detta o lasciata intuire precedentemente.

fire 3Se i dubbi espressi riguardo al pilota potevano essere fugati in questo secondo episodio, attenzione, la delusione è dietro l’angolo e Into the Fire emana molto fumo, senza mostrare quasi per niente il succulento arrosto che gli spettatori si aspettano. Ogni cosa sembra procedere per inerzia, alimentando tanto la noia generata dalla sceneggiatura che lo scarso interesse verso i personaggi, tutti o quasi, senza alcun carisma. La loro caratterizzazione continua a convincere poco e la netta divisione fra buoni e cattivi certamente non aiuta, essendo quasi forzata non solo esteticamente ma anche attraverso i dialoghi e i comportamenti. Di conseguenza, sebbene possa ancora succedere di tutto e purtroppo non c’è limite al peggio, possiamo tranquillamente individuare in Duke, che abbiamo perso in partenza, Linda, Barbie, che d’ora in avanti chiamerò con il suo vero nome e cioè Dale in quanto il nomignolo lo spoglia di ogni credibilità, Julia, Angie e Joe i nostri cittadini votati alla bontà e, contrapposti, in Big Jim, il figlio Junior e il reverendo i cattivi della situazione, costretti inoltre ad un continuo gioco di battute misteriose, poichè lo spettatore più smaliziato ha già intuito tutto ma non possono naturalmente rivelarsi nel secondo episodio o si rischia il crollo definitivo nella già imbarazzante atmosfera generale.

Fire riprende dalla scena finale del pilota. Mentre la giovane Linda tiene stretto il corpo senza vita di Duke, il cui pacemaker è esploso nel petto, Dale Barbara si accorge che le sue piastrine militari sono rimaste sul luogo dell’omicidio del marito di Julia, che lo sta ospitando a casa sua. Deciso a recuperarle, torna nella piccola abitazione dove l’uomo è stato ucciso e viene aggredito da Junior, geloso e schizoide, che però riesce solo nell’intento di farsi pestare a sangue. Nel frattempo i segreti di Chester’s Mill proseguono e Big Jim, appreso della dipartita di Duke, si assicura, insieme al suo complice il reverendo Coggins, di far sparire i documenti del poliziotto riguardanti i traffici in atto nella cittadina. Coggins entra così a casa del defunto e nel bruciare i fogli compromettenti, da fuoco all’intera casa, rischiando di spargere le fiamme in tutta quanta la città isolata. Gli abitanti si danno da fare per spegnere l’incendio e, sul finale, un agente turba gli animi dei concittadini, perdendo il controllo e aprendo il fuoco in direzione della cupola, dove il proiettile rimbalza, conficcandosi poi nel petto del cognato di Linda.

fire 2Questi sono, in maniera riassuntiva, gli avvenimenti di Into the Fire, avvenimenti che rimarcano ulteriormente, se mai ce ne fosse bisogno, le pecche della serie. Se si esamina nel dettaglio questo piccolo riassunto si può notare come quasi nessun personaggio sia esente da stranezze: Dale e Big Jim sembrano essere, per il momento, quelli più normali, ma in compenso Julia, Junior e gli altri lasciano dubbiosi. La giornalista che si atteggia premio pulitzer, ma che probabilmente scrive per “La Gazzetta della Salamella”, si porta in casa uno sconosciuto e dimenticandosi completamente del marito scomparso palesemente inizia a flirtare con lui, che tra l’altro ne è l’assassino. Non contenta scarica la sua frustrazione lanciando una pallina da tennis sulla cupola per farsi notare dai militari all’esterno. Probabilmente scrivere un cartello sarebbe servito a poco, ma la modalità “Nadal” è piuttosto ridicola. Ma se le donne in Dome sono curiose, nessuna è più curiosa di Angie, che, dal canto suo, è assolutamente inadeguata: una ragazza che di fronte all’amante psicopatico, che l’ha segregata in un bunker, vede fallire i suoi tentativi violenti di fuggire dovrebbe forse essere accondiscendente, invece di sbeffeggiarlo e scatenare la sua gelosia peggiorando la situazione. Anche se ciò permette a Junior di rallegrarci la serata comportandosi da pungiball. Tutti e due sono personaggi privi di interesse e carisma e anche abbastanza irritanti. Per quanto riguarda la Angie di Britt Robertson, l’unica nota positiva, almeno nella versione italiana, è la splendida voce che le presta Valentina Favazza, profonda, sfaccettata, più matura dell’interpretazione data dall’attrice. Peccato sia sprecata in dialoghi ridicoli.
Ma il pezzo forte della puntata è senza dubbio il reverendo Coggins, interpretato da Ned Bellamy, un uomo di chiesa dalla quale non vorresti mai farti benedire. La sua genialità sfocia nel momento clou della puntata, che invece di provocare tensione provoca uno scoppio di risate: trovati i documenti di Duke riguardanti i traffici illeciti, li butta in un cestino dandogli fuoco, salvo poi quasi inciampare nel suddetto cestino, spargendo le fiamme al resto della casa. Una scena così forzata da lasciare a bocca aperta.

Alla seconda puntata, certo troppo presto per dare giudizi complessivi, Under the Dome si caratterizza per la noia e per l’irritazione causata da una sceneggiatura non all’altezza. E mentre la questione principale della cupola continua a passare in secondo piano, auguriamoci che in secondo piano non passino anche le aspettative per un serial pur sempre tratto dal lavoro del Re.

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