Editoria From Alighieri to Zombie, intervista a Kim Paffenroth

From Alighieri to Zombie, intervista a Kim Paffenroth

paffenrothKim Paffenroth è l’autore di Exilium – L’infermo di Dante, romanzo che cala il sommo poeta in una furibonda battaglia tra uomini e morti viventi.

In occasione dell’uscita dell’edizione italiana del volume (titolo originale: Valley of the Dead: The Truth Behind Dante’s Inferno) abbiamo accennato alla natura eclettica di questo scrittore, diviso tra lo studio della teologia (materia che insegna all’università), l’amore per la letteratura e la curiosità per la fiction nera e orrorifica. Ora vi proponiamo un’intervista in cui Paffenroth, che ha firmato, tra le altre cose, lo straordinario saggio Gospel of the Living Dead: George Romero’s Visions of Hell on Hearth, parla del legame tra Alighieri e gli zombie. E del perché i morti viventi non siano poi la cosa peggiore che possa capitare all’umanità.

Cosa porta uno studioso e insegnante di teologia a interessarsi del filone zombie?

Alcuni anni fa ho notato che c’erano tanti libri di questo genere, almeno a guardare la cultura popolare da una prospettiva cristiana. E questo avveniva piuttosto vicino all’uscita del remake di Dawn of the Dead, il segno, a mio parere, che gli zombie erano una versione aggiornata e secolarizzata dell’antica apocalisse cristiana, nonché delle riflessioni sul peccato riscontrabili in opere quali l’Inferno di Dante. Ho iniziato con un’analisi non fiction dei film di Romero – Gospel of the Living Dead: George Romero’s Visions of Hell on Hearth (Baylor, 2006) – e poi ho cominciato a scrivere romanzi zombie.

Nell’Apocalisse di Giovanni è scritto: «Quando il Giorno verrà, i morti cammineranno sulla terra». L’Armageddon zombie è stato parte del nostro orizzonte sin dai tempi del Nuovo Testamento?

Io considero rilevanti due aspetti dell’apocalisse secondo il Nuovo Testamento. Innanzitutto non sono i “corpi che camminano” in sé l’elemento chiave della similitudine. E’ l’insoddisfazione per il mondo circostante, che si tratti della Pax romana e di tutta la violenza e la schiavizzazione sui popoli conquistati, nel tempo antico, o della Pax americana e di tutto lo sfruttamento e la diseguaglianza che viene inflitta al terzo mondo, oggi. La chiave alla visione apocalittica, allora come ora, è la visione di una fine violenta e soprannaturale che si abbatta su un mondo immorale e prevaricatore. L’altro punto (che penso sia più sottinteso e implicito nell’attuale letteratura o cinematografia zombie e/o apocalittica) è che il vecchio e peccaminoso ordine mondiale sarà sostituito da uno nuovo migliore e senza peccato (la Nuova Gerusalemme nella Rivelazione, il Regno di Dio nel Nuovo Testamento). Sono sempre curioso di osservare come la questione della fine venga affrontata nella fiction contemporanea e di come potrebbe dispiegarsi in un nuovo ordine mondiale che non sembra includere alcuna esplicita figura divina.

cover-exiliumExilium presuppone un grande lavoro di documentazione. Come ha “costruito” il romanzo?

Ho insegnato e rinsegnato l’Inferno per la maggior parte dei miei venti anni come professore, è stato il mio compagno fedele nel rapportarmi a questioni teologiche. Mi sono dovuto immergere nella narrazione e pensare a come trovare analogie ai castighi, alle figure mitologiche e perfino ai peccati stessi. A volte (l’Infernondr) è molto attuale; la mia adultera aggiunge assai poco alla razionalizzazione di Francesca per ciò che ha commesso (praticamente l’adulterio è ok se vivi un matrimonio privo di amore). Ma persino lì essendo il mio personaggio di Beatrice sempre presente durante tutto il viaggio (il viaggio che Dante compie in Exilium con il personaggio dell’adultera –ndr), potevo pensare a come lei (che è in un certo senso l’anti–Francesca) avrebbe interagito con quella peccatrice, il che ha prodotto uno scambio molto fruttuoso sul tema del perdono, visto da una prospettiva femminile, materna, e non da quella eminentemente maschile di Virgilio e Dante. A volte ho dovuto pensare davvero molto a come adattare l’opera. Il mio personaggio del bestemmiatore ha richiesto una lunga riflessione, come avrei potuto rendere quel peccato comprensibile e rilevante per un pubblico moderno? Ma nel farlo ho sentito che stavo comprendendo meglio sia Dante che il mio punto di vista e che li stavo facendo dialogare.

L’Inferno di Dante ha avuto un forte impatto sulla cultura americana “alta”. Quanto è ancora presente nella cultura pop?

Temo che per la maggior parte si tratti di orpelli esteriori o allusioni metaforiche. I videogame con quel nome (l’autore si riferisce al videogioco ispirato alla Divina Commedia Dante’s Inferno, sviluppato nel 2010 dalla Visceral Games ndr) non hanno nulla a che vedere con la comprensione dei vari peccati e di come essi ti allontanino da Dio, riguardano come combattere e sconfiggere mostri per salvare Beatrice. Detto ciò molti leggono il libro a scuola, dunque si spera che riusciranno ad apprezzarlo più profondamente.

Non è facile adattare Dante a un pubblico moderno. Qual é, secondo lei, il più grande tradimento che ha fatto all’opera originale?

Oddio! Beh, devo confessare che mi sono sentito in colpa dovendo inserire tanta azione e tanta battaglia, perché non è di questo che tratta l’opera dantesca.

Alla fine Dante ha davvero incontrato gli zombie?

Nella sua vita, nella sua opera e nella mia, Dante ha visto che noi uomini possiamo davvero degenerare in cose molto peggiori degli zombie.

Gospel of the Living Dead: George Romero’s Visions of Hell on Hearth è considerato uno dei migliori saggi sull’horror. C’è qualche elemento nella sua formazione che crede abbia fatto la differenza nella qualità del suo lavoro?

La vastità delle letture interdisciplinari. Non potrei fare niente di ciò che faccio – sia nell’insegnamento che nella scrittura di fiction e saggistica – se mi focalizzassi solo sulla lettura di testi teologici.

Il genio di George Romero in tre parole…

Truce, sarcastico e pieno di speranza.

Il peggior difetto di Romero in tre parole, invece?

Sciocco, auto-indulgente, esagerato.

Tornerà a occuparsi di zombie?

Il mio prossimo romanzo, Pale Gods, uscirà in autunno per Permuted Press. E’ un adattamento molto libero di Moby Dick.

About SelenePascarella
Selene Pascarella è nata a Taranto nel 1977. Si è laureata alla Sapienza di Roma 23 anni dopo, con un tesi dedicata a Mario Bava, Lucio Fulci e i maestri dello spaghetti horror dal titolo "Estetiche di morte nel cinema dell'orrore e del fantastico". Giornalista per professione e per vocazione si occupa di cinema, tv, narrativa di genere e cronaca nera. Nel 2011 ha pubblicato, assieme a Danilo Arona e Giuliano Santoro, il saggio "L'alba degli zombie. Voci dall'apocalisse: il cinema di George Romero" (Gragoyle). Tra il 2012 e il 2013, Maya permettendo, ha curato il format 2.0 DiarioZ_Italia per Multiplayer.it.

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