Cinema Shock – My Abstraction Of Death

Shock – My Abstraction Of Death

shock-my-abstraction-of-death-poster-credits

Shock – My abstraction of death (2013), uno strepitoso horror indipendente firmato da Domiziano Cristopharo e Alessandro Redaelli

 

È un dato di fatto che oggi, in Italia, il cinema horror sia portato avanti soprattutto dai registi indipendenti: liberi dalle regole del mercato, possono sviluppare discorsi estetici e narrativi che il cosiddetto “grande cinema” non consente. Una figura pressoché unica ed eccezionale nel panorama italiano è Domiziano Cristopharo, inarrestabile fucina di idee e prodotti destinati soprattutto al mercato estero: un regista spesso etichettato sbrigativamente come “horror”, ma che in realtà tocca il genere solo marginalmente e in modo del tutto personale, fondendolo con il surrealismo e la body-art e utilizzandolo come strumento per veicolare messaggi più profondi.

Shock – My abstraction of death (2013), proiettato in vari festival italiani e non, è l’incursione più autentica di Cristopharo nel cinema horror, un sentito omaggio alle atmosfere degli anni Settanta (fin dal titolo, che richiama Shock di Mario Bava), ed è un gran bel film da gustare tutto d’un fiato, un prodotto di cui si sente proprio il bisogno in questo periodo di declino cinematografico. Accattivante fin dai titoli (i vivaci e colorati disegni di Lorenzo Cannone, che riproducono alcune scene del film), Shock è formato da due episodi: Between us di Alessandro Redaelli e Chromophobia di Domiziano Cristopharo, indipendenti e diversi l’uno dall’altro, ma nel contempo legati da elementi in comune. Come dichiara lo stesso Cristopharo, i due episodi, rispettivamente, “sono volutamente freddo e razionale uno, e surreale e variopinto l’altro”. E insieme compongono quello che recita il sottotitolo, una personale “astrazione della morte” da parte dei due registi.vlcsnap-2013-06-14-17h05m27s159

La prima cosa che colpisce quando si inizia a guardare Shock è l’estrema cura visiva nelle inquadrature e nella fotografia: pur essendo girato in digitale HD, sembra davvero di assistere a un film in pellicola, con le luci e la profondità giusta che creano un’immagine cinematografica ed evitano quel fastidiosissimo “effetto telenovela” presente purtroppo in molti film indipendenti. Questa è una caratteristica comune di tutti i film di Cristopharo, che evidentemente possiede un forte senso estetico e cinematografico, ma è presente anche nell’episodio di Redaelli. Fanno da trait d’union fra i due episodi elementi concreti (la casa, il telefono), ma anche temi narrativi (gli incubi, le visioni, il dubbio fra reale e irrazionale). Between us racconta la storia di Max e Yuri, due amici come tanti che vivono una vita normale, fino a quando i genitori di Max vengono assassinati durante una rapina: in stato di shock, il ragazzo si trasferisce a casa dell’amico che lo accudisce come un fratello. Max non si riprende, anzi viene perseguitato dalle visioni di una donna cadavere: una presenza paranormale o un fantasma della sua mente? Si scoprirà solo nel finale, quando viene a galla una sconcertante verità. Chromophobia ha invece come protagonisti una giovane coppia, Celeste e Marco, che decidono di trasferirsi in una casa di campagna per curare la depressione della donna. Il luogo scelto non è però dei migliori per riprendersi, visto che nella casa si sono verificati numerosi suicidi: mentre si formano strane macchie sui muri, Celeste inizia ad avere orribili incubi e visioni che la vedono protagonista insieme al marito e a un altro misterioso uomo. Anche in questo caso, la “soluzione” si avrà solo nel tragico finale.

vlcsnap-2013-06-14-17h05m09s242

I due episodi sono effettivamente differenti, come stile, narrazione e ambientazione (che, dal punto di vista intradiegetico, è in entrambi i casi volutamente anonima). Between us è “cittadino”, Chromophobia invece è ambientato in una campagna che ricorda un po’ il “gotico padano” di Pupi Avati (anche per l’atmosfera “complottista”, fatta di segreti che nessuno vuole rivelare). Redaelli, basandosi su una sceneggiatura di Ruggero Melis, dirige una storia di “ordinaria follia”, dove l’orrore della vita reale si fonde con l’irruzione (forse) apparente dell’elemento soprannaturale. L’episodio di Cristopharo, scritto da Emiliano Ravenna, è invece più marcatamente visionario (come tipico del suo stile), orrorifico e sospeso nel tempo. In entrambi gli episodi, la realtà e il fantastico corrono sempre sul filo di un rasoio: in Between us sembra prevalere la spiegazione razionale, in Chromophobia quella soprannaturale, ma non c’è mai una risposta precisa, ed è proprio questo uno dei punti di forza del film, che lo rendono così angosciante. La contrapposizione si vede anche nella fotografia, più “fredda” e livida nel primo episodio (a cura di Alessio Sartori), più “sanguigna” e pittorica nel secondo (curata dallo stesso Christopharo).

Fra i due episodi, Chromophobia è il migliore, senza nulla togliere all’ottimo lavoro di Redaelli. Quello che gli fa avere una marcia in più non è tanto il genere di racconto (questo è soggettivo: chi scrive predilige le atmosfere gotiche, qualcun altro può preferire il grigiore cittadino), quanto piuttosto le interpretazioni e gli effetti speciali. Between us è giocato interamente sul duetto fra i due giovani attori, Nicolò Pessi (Yuri) e Massimo Onorato (Max, sicuramente il migliore, soprattutto nei momenti in cui assume uno sguardo catatonico). Chromophobia vede invece come protagonista la bravissima e splendida attrice Nancy De Lucia, affiancata dall’efficace Yuri Antonosante nel ruolo del marito, da Lucia Batassa (la madre di Celeste) e da due attori dal volto inquietante e perfetto per questo tipo di film: Peppe Laudisa (il medico) e Claudio Zanelli (il suicida).

shock5

Un altro punto di forza del film sono gli effetti speciali. In Between us sono curati da Pietro D’Asta: notevoli soprattutto il make-up della donna fantasma (uno zombi col volto in putrefazione, dall’estetica vagamente fulciana), la ferita che Max si procura al ventre e soprattutto la “visione” del suo suicidio (il taglio della gola e lo scorticamento del viso). In Chromophobia, effetti speciali e make up sono invece curati da Athanasius Pernath, con un risultato ancora migliore per qualità e quantità: l’episodio inizia subito in maniera forte mostrando il suicidio di un uomo dentro la vasca, con braccia e gola squarciate, sangue ovunque, fotografia rosso fuoco. E prosegue di bene in meglio, durante le visioni della donna: la testa ripescata nell’acqua, il marito che sputa sangue e mostra una ferita purulenta sul ventre, la mano insanguinata che esce dal cassetto.

Gli effetti speciali non sono mai fini a se stessi, ma sempre funzionali ad aumentare l’atmosfera di mistero e angoscia che permea il film. Cosa vede Max con lo sguardo perso nel vuoto? Qual è il regalo che il suo amico gli ha lasciato? Cosa sono le macchie che compaiono sul muro? Cosa c’è di così malefico in quella casa da spingere tutti coloro che vi abitano al suicidio? Queste, e molte altre, sono le domande che il film pone allo spettatore, senza (volutamente) dare una risposta precisa: non si può spiegare l’irrazionale, sia esso esterno o interno alla mente umana.

Da notare il fatto che, in entrambi gli episodi, c’è un momento di iconoclastia religiosa: in Between us lo schizzo di sangue sul Presepio, in Chromophobia la scena dove la protagonista vede il sangue invece dell’acquasanta.

Alla costruzione dell’atmosfera contribuisce, infine, l’ottima colonna sonora, firmata da Alexander Cimino: la martellante title-track, le musiche sottili e angoscianti che si insinuano sottopelle, alternate (in Chromophobia) a musiche lente e “oniriche” in stile anni Settanta.

httpv://www.youtube.com/watch?v=OhRpwqgK4tQ

SHOCK - MY ABSTRACTION OF DEATH - VOTO: 5/5

Anno: 2013 - Nazione: Italia - Durata: 89 min.
Regia di: Domiziano Cristopharo e Alessandro Redaelli
Scritto da: Emiliano Ravenna e Ruggero Melis
Cast: Nancy De Lucia - Yuri Antonosante - Nicolò Pessi - Massimo Onorato - Lucia Batassa
Uscita in Italia: 2013 - Disponibile in DVD: NO

About Davide Comotti
Davide Comotti. Bergamasco, classe 1985, dimostra interesse per il cinema fin da piccolo. Nel 2004, si iscrive al corso di laurea in Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Bergamo (laurea che conseguirà nel 2008): durante gli studi universitari, ha modo di approfondire la sua passione tramite esami di storia, critica e tecniche del cinema e laboratori di critica e regia cinematografica. Diventa cultore sia del cinema d’autore (Antonioni, Visconti, Damiani, Herzog), sia soprattutto del cinema di genere italiano (Fulci, Corbucci, Di Leo, Lenzi, Sollima, solo per citare i principali) e del cinema indipendente di Roger A. Fratter. Appassionato e studioso di film horror, thriller, polizieschi e western (soprattutto italiani), si occupa inoltre dell’analisi di film rari e di problemi legati alla tradizione e alle differenti versioni di tali film. Nel 2010, ha collaborato alla nona edizione del Festival Internazionale del Cinema d’Arte di Bergamo. Scrive su "La Rivista Eterea" (larivistaeterea.wordpress.com), ciaocinema.it, lascatoladelleidee.it. Ha curato la rubrica cinematografica della rivista Bergamo Up e del sito di Bergamo Magazine. Ha scritto inoltre alcuni articoli sui siti sognihorror.com e nocturno.it. Ha scritto due libri: Un regista amico dei filmakers. Il cinema e le donne di Roger A. Fratter (edizioni Il Foglio Letterario) e, insieme a Vittorio Salerno, Professione regista e scrittore (edizioni BookSprint). Contatto: davidecomotti85@gmail.com

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo!

Altri articoli:

Leave a Reply

You must be logged in to post a comment.

Horror Community

[captain-sign-up text="Partecipa al gioco"]

Focus on

Categorie degli articoli

ebook gratis


    Ai lettori di Horror.it, regaliamo una ghost story inedita di Andrea G. Colombo. Buona lettura!
  • RSS
  • Twitter
  • Facebook
%d blogger cliccano Mi Piace per questo: