Cinema Come out and play

Come out and play

comeoutandplaymoviepostUn remake fiacco di un capolavoro spagnolo.

Francis e Beth sono una coppia felicemente sposata e prossima ad avere un figlio. Durante la loro vacanza, decidono di fare una deviazione su un’sola, ma appena sbarcati notano sul luogo qualcosa di strano e vagamente sinistro: in giro non si vede nessun adulto, difatti tutti gli edifici, le case e le attività del posto sembrano essere state abbandonate all’improvviso. I due protagonisti scopriranno un’atroce ed incredibile verità: i bambini, forse in preda ad una follia collettiva, hanno ucciso tutti gli adulti dell’isola e hanno barbaramente infierito sui cadaveri. Ora le loro prossime prede sono loro che disperatamente tenteranno la fuga da questo posto maledetto, ma fronteggiare i bambini si rivelerà più difficile del previsto.

La cosa più curiosa di Come out and play è senza dubbio la strana figura che l’ha diretto, il misterioso Makinov, sorta di Adam Kadmon della trasmissione Mistero di Italia uno, sempre mascherato e dall’identità impossibile da svelare. Questo personaggio ha un proprio manifesto, visibile su youtube, dove spiega la sua personale rivoluzione cinematografica in atto, una specie di guerriglia contro il potere di uno star system omologato, un ritorno alla purezza dei primordi su celluloide, e lo dice con voce distorta per aumentare il pathos. Ovvio che da uno così che si vocifera essere bielorusso, che sembra, pure in bagno, non si tolga mai il passamontagna, che potrebbe essere un regista famoso in cerca di una nuova purezza virginea, beh ti aspetti che giri un film che sia una bomba atomica non il petardo che, puuf, fa una scoreggina e poi nulla. Alle parole devono seguire i fatti sennò si finisce presto per concretizzare la terribile sindrome del cugino che ha fatto tutto, Elio docet, quando in poi la verità, cugino o meno, sei solo un gran ballista.

Ecco a voi, Makinov, il genio del cinema!

Ecco a voi, Makinov, il genio del cinema!

Ecco che il primo lavoro di Makinov è una nuvola di fumo, non una cosa terribile, ma neppure una che vorresti rivedere la seconda volta. Innanzitutto è lo sciatto remake di un classico del cinema spagnolo anni 70 (per la precisione 1976), Ma come si può uccidere un bambino?, un vero delitto rifarlo con tale presopochezza stilistica senza neanche provare a rielaborare la materia originale. Makinov si limita a dirigere un’opera carta e carbone con il modello, che taglia ogni velleità sociologica o politica, che sceglie scelte stilistiche discutibili quando si discosta dal remakizzare. Ma come si può uccidere un bambino era una bomba all’epoca perchè ti poneva un dilemma morale fin dal titolo: è possibile uccidere una creaturina innocente di neanche 8 anni solo perchè ti sta brandendo un coltello? Ecco che la domanda diventava anche una terribile risposta con adulti ammazzati quasi per gioco e un’idea politica, questo sì, di rivoluzione che nasce appunto dai più giovani contro un potere vecchio e opprimente che, come i genitori o le vittime dei piccoli killer, dev’essere smembrato per far nascere un nuovo e migliore sistema. Di questo concetto Makinov se ne strabatte i cosidetti e alza il volume Come_out_And_play_5_9_12_12nelle scene più concitate, muove la macchina da presa stile malato di Parkinson durante il gore e monta la sua opera peggio di come l’ha girata. Bisogna aggiungere oltretutto che l’originale di Serrador ampliava il discorso iniziato con il classico film di fantascienza anni 50, Il villaggio dei dannati, spurgandolo di tutta l’implausibilità da scifi, e calcando sul verismo con questo villaggio di pescatori semiabbandonato dove, fin dalle prime scene, era percepibile un’aria di apocalisse romeriana senza che, tra l’altro, Romero avesse ancora una sua poetica. Non c’è un solo minuto dove ti appassioni a questi personaggi, un solo istante dove, quando fanno fuori un bambino, tu senta il disagio addosso; alla fine, per come Makinov imposta la vicenda, la loro morte è lo stesso scossone che potrebbe darti l’uccisione di uno zombi. Bisognava tenere conto anche del passare del tempo e della marea di pseudo remake sul tema che abbracciano anche film strepitosi come il The children di Tom Shankland o racconti kinghiani della calibratura de I Figli del grano. Peccato perchè i due attori principali, la Vinessa Shaw di Eyes Wide shut e l’ Ebon Moss-Bachrach di tanta tv e poco più, sono bravi e convincenti, solo che il film purtroppo, oltre loro, non esiste. Eppure all’inizio non era tutto così disastroso, i tempi giusti c’erano, l’isola piena di bambini era inquietante, ma ben presto poi tutto peggiora sempre più fino a svaccare in un finale troppo frettoloso. Girato in Messico con un budget di neanche un milione di dollari (in questo sia dato atto a Makinov di portare a casa un film all’apparenza più ricco), Come out and play è un horror sbagliato che non si capisce a che pubblico si rivolga, non i nostalgici nè gli adolescenti, un punto così basso di villipendio ad un classico mai toccato neppure dalle produzioni Michael Bay.

Come out and play - VOTO: 2/5

Anno: 2012 - Nazione: Messico - Durata: 87 min.
Regia di: Makinov
Scritto da: Makinov
Cast: Vinessa Shaw - Ebon Moss-Bachrach - Daniel Giménez Cacho - -
Uscita in Italia: - Disponibile in DVD:

About Andrea Lanza
Si fanno molte ipotesi sulla sua genesi, tutte comunque deliranti. Quel che è certo è che ama l’horror e vive di horror, anche se molte volte ad affascinarlo sono le produzioni più becere. “Esteta del miserabile cinematografico” si autodefinisce, ma la realtà è che è sensibile a tette e sangue.

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Comments

Posted On
mag 01, 2013
Posted By
mello

Non il massimo ma nemmeno inguardabile secondo me il mio voto personale è tra il 2 e il 3 su 5

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