Cinema V/H/S

V/H/S

Un mocku a episodi di un certo fascino, ma anche pieno di difetti.

Cercare strade nuove nel girare un mockumentary è arduo, ma V/H/S, opera a più mani di alcuni talentuosi giovani registi, cerca di farlo, svirgolando è vero, urlando forte, ma il tentativo è lodevole. Il film si tifà alla gloriosa tradizione dei film ad episodi che fecero grandi, case produttive come l’Amicus, a cavallo tra gli anni 60 e 70, con titoli splendidi al pari de I racconti della cripta o Le cinque chiavi del terrore. Il pretesto per dare il via alla festa di sangue è la caccia ad una rara vhs, commissionata da un non preciso compratore, da parte di un gruppo di sbandati ladri in una fatiscente villa.

Il brutto è che la videoteca del proprietario, un anziano signore trovato morto davanti alla tv, è piena di vecchie videocassette senza titolo e i film registrati sembrano pericolosamente degli snuff… L’idea, voluta fortemente dall’ideatore del portale bloody-disgusting.com, Brad Miska, è quello di rinvigorire il genere dei finti snuff (e di riflesso quello del mocku) con sterzate di occulto a piene mani e il risultato, almeno in due frammenti dei quattro, è abbastanza suggestivo.

Il problema sta solo nella messa in scena: dopo il primo quarto d’ora di riprese (esageratamente) traballanti il pericolo di malessere da alto mare è da mettere in conto. Mai credo, neppure andando a cercare negli albori del genere la tecnica di ripresa è stata così esageratamente spinta verso amatoriale. Se si fosse evitato l’effetto mano con l’alzhaimer forse si sarebbe gustato meglio il prodotto, e le finezze registiche, che comunque ci sono, anche nella riproduzione di un filmato casalingo, sarebbero risaltate meglio nel tutto. Per questo il film, pur essendo nel complesso buono, non può avere nel giudizio finale un voto altrettanto alto, per uno scompenso tra le buone intenzioni e l’effettiva messa in scena. Dei 4 episodi il migliore è senza dubbio The Strange Thing That Happened to Emily When She Was Young diretto da un inaspettatamente efficace Joe Swanberg, regista non molto avvezzo con il genere tanto quanto l’indie, ma l’idea di un horror girato attraverso la cam di Skype è molto suggestiva. Il peggiore è invece Second Honeymoon di Ti West, storiellina esile esile con finale a sorpresa abbastanza gratuito. Peccato perchè Ti West ha una bella mano di solito e, a parte una velocissima sequenza di amore lesbo nel sangue, l’episodio non gli rende giustizia. Impossibile riconoscere il tocco del meditativo regista di House of the devil e Innkeepers in questo guazzabuglio mediocre. Va meglio con Amateur Night, efficace storia di una notte da bagordi che sfocia nel vampirismo. A girare è l’estroso David Bruckner, già conosciuto per l’ottimo scifi romeriano The signal, che non si risparmia una virtuosistica ripresa di un volo notturno di un disgraziato trascinato da una vampira innamorata. L’amore è un tema non banale che viene affrontato nell’episodio e conferisce al segmento una certa innovazione almeno narrativa.

Si va sempre bene con 10/31/98 di Matt Bettinelli-Olpin, regista senza molta storia nell’horror, con un’efficace frammento che cita The ring di Nakata e La notte dei demoni di Kevin Tenney. Si scende nell’immondizia, forse non al pari di quella di Ti West, ma siamo lì lì, con Tuesday the 17th di Glenn McQuaid, l’autore del grottesco I sell the dead. Qui siamo in territorio slasher con un simil Jason Vorhees che fa strage di ragazzi in cerca di brividi nei boschi. Ci si interessa più al budello che alla suspense, e la storia ricorda un porno che procede per inerzia. L’esile segmento che rende compatto il tutto è di Adam Wingard (A horrible way to die) con la collaborazione dei Radio silence, nom de plume di un gruppo di registi uniti in una crew. Il film fa una certa fatica ad ingranare soprattutto per via di un prologo eccessivamente dilatato, ma non manca di divertire con uno spettacolo sanguinoso e pruriginoso al punto giusto, dignitoso esempio, pur nei sui difetti, di come si possa fare un mockumentary senza incappare nel banale.

V/H/S - VOTO: 3/5

Anno: 2011 - Nazione: USA - Durata: 115 min.
Regia di: Adam Wingard, David Bruckner, Ti West, Glenn McQuaid, Joe Swanberg, Radio Silence
Scritto da: David Bruckner, Glenn McQuaid, Ti West, Chad Villella, Justin Martinez, Matt Bettinelli-Olpin, Nicholas Tecosky, Simon Barrett, Tyler Gillett
Cast: Adam Wingard - Jas Sams - Hannah Fierman - Drew Moerlein - Helen Rogers
Uscita in Italia: - Disponibile in DVD:

About Andrea Lanza
Si fanno molte ipotesi sulla sua genesi, tutte comunque deliranti. Quel che è certo è che ama l’horror e vive di horror, anche se molte volte ad affascinarlo sono le produzioni più becere. “Esteta del miserabile cinematografico” si autodefinisce, ma la realtà è che è sensibile a tette e sangue.

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