Cinema Dream house

Dream house

Anche con i mille problemi produttivi Dream house è un thriller che funziona.

Poco dopo essere fuggiti dalla frenesia di New York traslocando nella nuova e a quanto sembra idilliaca casa nel Connecticut, una famiglia scopre che tempo prima degli abitanti del luogo sono stati brutalmente massacrati. Ben presto l’ inquietante passato tornerà a perseguitare i nuovi inquilini.

Jim Sheridan è un Signor regista che negli anni si è distinto per aver girato alcuni film di grande impegno sociale (Il mio piede sinistro, Nel nome del padre, Brothers); qui è alle prese per la prima volta con un genere diverso, il thriller orrorifico, un po’ come fece anni fa il premio Oscar Neil Jordan (La moglie del soldato, Intervista col vampiro) con il teso In dreams (1999). Diciamo subito che Dream house è un buon film, magari inferiore alle aspettative, ma un buon film di genere, senza la presunzione che ci si può aspettare da un regista abituato a film più intimisti e d’essai: tanto di cappello quindi a Sheridan che si rivela autore poliedrico. Non dimentichiamo poi che il regista non pochi anni fa si era cimentato nel biopic più commerciale con la star del rap 50 cent: anche lì dimostrò di sapersela cavare in un intreccio più consono a registi di tematiche all black come John Singleton (Poetic Justice, Boyz n the Hood). La storia di Dream House, soprattutto dopo lo Shutter island scorsesiano, potrebbe risultare un po’ risaputa, ma il regista riesce a spiazzare anche lo spettatore più sgamato inserendo il principale colpo di scena a metà pellicola. Il resto è una vicenda che incuriosisce nel suo crescendo di tensione, che riesce ad inchiodare alla sedia con la maestria di un prestigiatore venditore di fumo. Niente di eccezionale, sia bene inteso, a livello narrativo, ma tutto è girato bene ed interpretato con convinzione dai suoi interpreti (Daniel Craig, Raquel Weisz e Naomi Watts). Dream house è uno spettacolo vecchio stile, appassionante e teso come ogni buon thriller dovrebbe essere, che riesce a non essere patetico pur affrontando temi inflazionati come fantasmi e case stregate o presunte. Il tocco romantico alla vicenda, il legame che lega anche dopo la morte il protagonista alla sua famiglia, sono quei momenti d’autore che fanno la differenza tra un mestierante e un vero regista. Il pubblico e la critica americana comunque sembrano non aver gradito, e lo stesso Sheridan ha cercato in ogni modo di togliere il suo nome dai credits soprattutto dopo la scoperta che la casa di produzione ha svilito il suo lavoro con un nuovo montaggio e scene aggiuntive. Sarà, ma anche così per noi Dream house funziona.

Dream house

Regia: Jim Sheridan
Interpreti: Daniel Craig,  Raquel Weisz, Naomi Watts
Durata: 105 min. (USA)
Uscita cinema: 8 Giugno 2012

About Andrea Lanza
Si fanno molte ipotesi sulla sua genesi, tutte comunque deliranti. Quel che è certo è che ama l’horror e vive di horror, anche se molte volte ad affascinarlo sono le produzioni più becere. “Esteta del miserabile cinematografico” si autodefinisce, ma la realtà è che è sensibile a tette e sangue.

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