Cinema Underworld Awakening: la Parola ai Registi

Underworld Awakening: la Parola ai Registi

Non abbiamo mai lavorato ad un progetto tanto impegnativo, e sapevamo che avremmo dovuto fare del nostro meglio, spingendo il più possibile sul pedale dell’azione e su quello del 3D“.

Dopo anni di gavetta sono finalmente arrivati all’esordio in un progetto mainstream, dalla solida fan base  e giunto ormai al suo quarto episodio: Mans Marlind e Bjorn Stein ci parlano dell’imminente Awakening, nuovo episodio del franchise Underworld in uscita in Italia il prossimo 20 gennaio.

La grande novità di questo episodio è che l’underworld non è mai stato così tanto visibile agli esseri umani, che sono ormai ben consci delle tensioni tra lycans e vampiri. Come riuscirà a mantenersi fedele allo spirito originario della pellicola, nonostante questa ovità rivoluzionaria?

Mans Marlind: Una delle nostre principali direttive è sicuramente stata quella di non allontanarci troppo dal mood delle pellicole precedenti. La nostra storia è ambientata dodici anni dopo quanto narrato in Evolution: è ambientato nel futuro ma non è così futuristico. Ci ha però permesso di aggiungere elementi d’innovazione piuttosto importanti, come le parecchie scene ambientate di giorno.
Bjorn Stein: Quello che abbiamo cercato di cambiare sono soprattutto le locations, per il resto abbiamo cercato di mantenere un certo filo di continuità con quanto già visto, soprattutto per quanto riguarda la sua seriosità. Una delle prime sceneggiature che abbiamo affrontato aveva parecchie idee interessanti ma un certo qual humor di sottofondo che proprio non ci piaceva. La serietà funziona perché è inserita in un contesto adrenalinico fatto di armi incredibili, combattimenti spettacolari e personaggi ultra cool.

Quindi vedremo nuove armi e nuove creature?

M.M.: Immagina che il tuo gruppo preferito stia uscendo con un nuovo album. Tu vorresti che suonasse come gli album che già conosci, perché li adori, ma contemporaneamente vorresti che fossero capaci di aggiungere qualche elemento nuovo al loro sound, perché sennò ti annoieresti. Noi vogliamo che il pubblico riconosca quello che gli proponiamo, e per farlo non possiamo che mettere Kate al centro di tutto, perché Kate è Underworld. Attorno a lei abbiamo fatto in modo che il classico stile gotico della pellicola virasse su elementi più moderni, l’abbiamo circondata di nuove creature e diversi tipi di lycans. E abbiamo deciso di iniziare il tutto con i fuochi d’artificio.

Fin’ora Underworld: Awakening  è stato il progetto più grande in cui vi siete visti coinvolti?

M.M.: Assolutamente sì, non abbiamo mai lavorato ad un progetto tanto impegnativo, e sapevamo che avremmo dovuto fare del nostro meglio, spingendo il più possibile sul pedale dell’azione e su quello del 3D.

Chi si è occupato degli FX?

Il responsabile è Patrick Tatopoulos, production designer dei primi due capitoli e regista del terzo. E’ lui che ha creato le nuove creature seguendo le nostre indicazioni. Per loro, abbiamo usato sia i costumi e il trucco prestetico che la CG, soprattutto per quelle creature troppo grosse perché potessimo creare un costume da indossare. C’era questo lycan sul set, di fronte a me, e ricordo di essermi sentito come un bambino che incontra per la prima volta in carne e ossa il suo mostro preferito. Non abbiamo lesinato nemmeno sul gore: salteranno parecchie teste!

Quanto c’è del creatore Len Wiseman in questo nuovo capitolo?

E’ stato contemporaneamente molto vicino e molto distante. Abbiamo scritto insieme la sceneggiatura, ma allo stesso tempo era immerso nella scrittura del remake di Total Recall. Per un periodo abbiamo convissuto con lo spauracchio di cosa pensasse del nostro lavoro, e che potessimo in qualche modo deluderlo. In verità è stato tutto molto naturale ed entusiasmante.

Questo capitolo è il primo di una nuova trilogia?

E’ sicuramente l’inizio di qualcosa di nuovo: il finale del nostro capitolo lascia le porte aperte a qualsiasi scelta futura.

About Andrea Avvenengo
E’ nato nel terrore spiando Twin Peaks alla TV. Il tempo ha messo in fila passioni su passioni, raffinando (o imbarbarendo?) i gusti, ma senza mai scalfire la capacità del cinema fantastico di scaraventarmi indietro nel tempo, la mani davanti agli occhi, terrorizzato e fottutamente felice.

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