Cinema 28 giorni dopo

28 giorni dopo

Una Londra spettrale fa da sfondo alla rilettura del mito degli zombie da parte del ragazzaccio Danny Boyle.

In un momento storico in cui il cinema horror era intrappolato tra le deriva apocalittica di fine/inizio millennio e un orizzonte che si stava facendo oscuro in preparazione dell’apparizione dei nuovi vampiri meyeriani, Danny Boyle, regista rivelazione di Trainspotting, ebbe il coraggio di rispolverare dei personaggi che da un po’ di tempo erano stato dimenticati: gli zombie. Certo, la rilettura di Boyle nulla ha a che vedere con l’origine dei morti viventi romeriani, ma ebbe il merito (insieme a Resident Evil uscito lo stesso anno) di rinverdire i fasti di un tipo di cinema che ancora adesso non ha concluso la sua rinascita.

Dopo un’introduzione in cui ci viene mostrato un assalto da parte di un gruppo di animalisti a un laboratorio dove vengono effettuati esperimenti sulle scimmie, durante il quale gli animali malati di rabbia vengono comunque liberati, Boyle ci immerge in una Londra spettrale e deserta in cui Jim (Cillian Murphy) si sveglia in un ospedale senza avere ricordo di cosa sia successo. Il ragazzo vaga per la città, attraversando quartieri devastati, palazzi abbandonati, negozi distrutti e strade colme di detriti: qualcosa o qualcuno ha cancellato Londra. La risposta arriverà durante la notte, quando Jim diverrà preda di un gruppo di creature assetate di sangue e affamate di carne: il virus della rabbia ha infettato gran parte della popolazione mondiale.

Seppur non proprio zombesca nel senso classico del termine, la pellicola di Boyle contiene tutti quei canoni del cinema di genere, trasmettendo ansia e angoscia a ogni sequenza. La desolazione che circonda il protagonista è lo specchio di un apocalisse che non ci rende liberi e che non bonifica il mondo dal male commesso dagli esseri umani, ma ci trasforma in prede assediate da gruppi di umani impazziti che corrono come indemoniati (ispirati a Incubo sulla città contaminata di Umberto Lenzi?).

La sceneggiatura in sé non porta nulla di nuovo, ma la costruzione del film (girato quasi interamente in digitale) è pressoché impeccabile, rendendo godibili e spaventosi anche i momenti più scontati e già visti. Il lavoro di regista e sceneggiatore (Alex Garland) è ricco di omaggi e riferimenti a precedenti pellicole zombesche, come se nel loro lavoro di parziale innovazione, volessero comunque mantenere delle radici ben salde: c’è la fuga del gruppo di sopravvissuti, ci sono gli attacchi (pochi a dire la verità) degli infetti, c’è la ricerca di un posto sicuro dove poter sperare in una nuova vita e c’è perfino il vecchio stereotipo del militare cattivo, declinato peraltro in maniera straordinaria. Sono infatti le sequenze durante la sosta dei sopravvissuti nel “fortino” dei militari che fanno di 28 giorni dopo un ottimo prodotto: un’ambientazione classicamente horror (nubifragio, mancanza di corrente, una casa che diviene un labirinto) permette infatti di far girare il meccanismo perfettamente, inquietando e disturbando parecchio la visione.

28 Giorni Dopo - VOTO: 4/5

Anno: 2002 - Nazione: Gran Bretagna/Olanda - Durata: 112 min.
Regia di: Danny Boyle
Scritto da: Alex Garland
Cast: Cillian Murphy - Naomie Harris - Megan Burns - Christopher Eccleston - Brendan Gleeson
Uscita in Italia: 2002 - Disponibile in DVD: Disponibile

 

About Marcello Gagliani Caputo
Giornalista pubblicista, scrive racconti (Finestra Segreta Vita Segreta), saggi sul cinema di genere, articoli per blog e siti di critica e informazione letterario cinematografica, e trova pure il tempo per scrivere romanzi (Il Sentiero di Rose).

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo!

Altri articoli:

Leave a Reply

You must be logged in to post a comment.

Horror Community

[captain-sign-up text="Partecipa al gioco"]

Focus on

Categorie degli articoli

ebook gratis


    Ai lettori di Horror.it, regaliamo una ghost story inedita di Andrea G. Colombo. Buona lettura!
  • RSS
  • Twitter
  • Facebook
%d blogger cliccano Mi Piace per questo: