Cinema The Howling: Reborn

The Howling: Reborn

Ah, le serie horror.
Quando la fantasia latita, apriti cielo. Come per quasi tutti i film di successo, anche “The howling” è stato “funestato” da una serie di sequel, sempre di livello inferiore rispetto al film diretto da Joe Dante.

The Howling 2: la stirpe dei dannati”, diretto da Philippe Mora, riprende il concetto di comunità di lupi mannari, con protagonista Ben (Reb Brow), il fratello della giornalista Karen White che deve salvare il mondo dalla regina dei lupi mannari, mentre in “The howling 3”, sempre per la regia di Mora, il mondo è coalizzato per combattere i lupi mannari, figure quasi patetiche che vengono emarginate dalla società: dialoghi risibili e sceneggiatura ridicola la rendono una pellicola da evitare accuratamente.

The howling 4: l’incubo originale” (1988) per la regia di John Hough tenta un remake improbabile del film originario, in cui la lentezza dell’azione si scontra con la qualità della sceneggiatura e della regia del film di Dante, mentre in “The howling 5: la rinascita” (1985), per la regia di Neal Sundstrom, si esce completamente dalle tematiche originali ma l’autore riesce a confezionare un film che è, forse, il più riuscito di una serie di sequel sinceramente imbarazzanti.

Di “Howling 6: the freaks”, per la regia di Hope Perello e di “Howling 7: New Moon Rising” (1995) (alla faccia dei licantropi di twilightiana memoria), diretto da Clive Turner è meglio non parlare, se non calando un velo pietoso: vi basti sapere che quest’ultimo, a causa del punteggio troppo basso, non rientra neppure nella classifica dei cento peggiori film di tutti i tempi stilata da Internet Movie Data Base.

Adesso siamo all’ottavo episodio, quello della rinascita (ancora, direte voi? Ma non bastava fosse rinato nel 1989 e nel 1995? Evidentemente no, cari i miei due lettori, i produttori continuano a trattarci come poveri esseri non senzienti…).

L’accenno precedente a Twilight non è casuale: nel film di Joel Nimziki vengono ripresi a man bassa gli stereotipi iscritti nell’immaginario collettivo dalle pellicole tratte dai romanzi della Mayers, e quindi, giovani fanciulle adolescenti con gli ormoni impazziti, questo film è tutto per voi.
Glabri e scultorei fisici maschili sono pronti a trasfomarsi in irsuti pelosoni gonfi di testosterone, che evidentemente interagisce in maniera miracolosa con gli steroidi se mescolato a dna lupesco.

Nella modernizzazione del lupo mannaro, non possono mancare percing che misteriosamente spariscono nella trasformazione per poi tornare al loro posto una volta delicantropizzati, così come vengono abbandonati gli stilemi classici del genere, come l’influenza della luna nella trasformazione, per lasciare spazio a una sorta di superuomini che si trasformano in lupi come il buon vecchio Clark Kent si trasforma in Superman, alla faccia di qualsiasi credibilità o seppur minima plausibilità.

Come cavolo si fa a mettere in moto la sospensione dell’incredulità in una pellicola come questa, mi chiedo?
Il film mette in gioco il complesso rapporto che lega il protagonista Will (Landon Liboirn), ovviamente licantropo, e la sua ragazza Eliana (Lindsey Shaw), ovviamente restia a lasciarsi andare a un rapporto impegnativo, e dal carattere vagamente bipolare.

A questo aggiungete rapporti familiari tesi, una madre licantropo che nutre grandi aspettative per il figlio e mal vede la potenziale nuora, ed eccoci quindi calati in un’atmosfera da soap opera, di cui onestamente non si sentiva il bisogno.

Per carità, il film non è fatto male, diretto e recitato onestamente (anche se alcuni dialoghi sono esileranti, e non si capisce se tale effetto sia voluto o semplicemente indiretta conseguenza della materia trattata), e sconta in questa mia recensione la personale avversione per i film di licantropi, ma se davvero avete voglia di spaventarvi guardando grossi cagnoni sbavanti fiele allora riprendete in mano la trilogia “Ginger snaps“, del canadese John Fawcett (Licantropia Evolution), di Brett Sullivan (Licantropia Apocalypse) e di Grant Harvey (Licantropia) e accucciatevi sotto le coperte, che comincia il massacro…

The Howling: Reborn

Regia di: Joe Nimziki
Scritto da: Joe Nimziki, James Robert Johnston
Interpreti: Lindsey Shaw, Landon Liboiron, Ivana Milicevic
Anno: 2011
Durata: 92 min.

About Giuliano Fiocco
Ha visto nascere Horror.it, e l’ha accudito per lungo tempo assieme ad Andrea. Adesso la vita gli lascia poco tempo per le passioni, ma in un angolo oscuro del cuore rimane in agguato la voglia di scrivere. Ha scritto un romanzo, da cui è stato tratto un film, in fase di produzione.

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Comments

Posted On
nov 10, 2011
Posted By
deepred78

Dopo i remake,i sequel per fare cassa sono il male assoluto del cinema dei nostri giorni.
Pellicole pessime che rendono opachi anche i ricordi di quelle originali.
Poche le eccezioni.una sicuramente quella da te citata,ginger snaps,dove si e’ badato forse piu’ al contenuto che al guadagno.

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