Libro Zombi SPOSE, CADAVERI E MISTERI – Autori Vari

SPOSE, CADAVERI E MISTERI – Autori Vari

“…L’amore, che quando sorge è concepibile soltanto come eterno, almeno nella carne eterno non può essere…

dovendosi per forza scontrare (e perdere) con la morte (ammesso naturalmente che non muoia, come di frequente accade, per quelle cause che insorgono a troncare un rapporto sentimentale ben prima dell’arrivo della Nera Signora). L’ossimoro dunque (tra “sposa” e “cadavere”, tra “matrimonio” e “morte”) è solo apparente, e costringe atei e credenti a riflettere sulla soglia del nulla (per i primi), o del dopo (per i secondi).”

Mentre siamo ancora pervasi dall’atmosfera di Halloween – e invasi da una nuova ondata di interesse per gli zombie e i revenant – una raccolta come “Spose, cadaveri e misteri” capita a proposito, soprattutto considerato che si tratta di uno sforzo tutto italiano che contempla anche autori poco noti.

L’idea attorno alla quale ruota il libro è proprio quella rilanciata dal film di Burton “La sposa cadavere”, ispirata a un’antica leggenda ebraica e ripresa anche da autori come Mèrimée, Gautier e Goethe (assolutamente illuminante per capire il mito della sposa cadavere è l’introduzione alla raccolta a cura di Fabrizio Foni: non osate saltarla!).

Il substrato mitologico di questa grandiosa figura immaginifica le permette di fatto di essere interpretata in molteplici modi: ora morto vivente, ora fantasma, ora vampiro, con tutte le connessioni ideologiche che ne conseguono, e che sono state ben sviscerate dai racconti ivi inclusi. La sposa cadavere è l’amata abbandonata che torna, più che altro per vendetta; è il morto risvegliato dai palpiti amorosi/sensuali degli umani; è la creatura immolata a più alti scopi, che non trova pace nel suo aldilà… è dunque sì corpo, spesso putrefatto, ma più che altro sembra spirito, talvolta nostalgico, più spesso violento, che intrude all’improvviso nell’aldiqua, alla ricerca di un definitivo contatto.

In questa specifica raccolta, la  materia è ora trattata con ironia (come in apertura ce la propone il grande Danilo Arona, che molto modernamente incrocia il mito della sposa zombie ad un’apocalisse à la George Romero), ora sul riecheggiare poetico e misterioso di vecchie leggende e antichi incubi, ora come dramma della coscienza, ora come tessuto splatter o tradizionalmente molto horror.

La difficoltà principale dei racconti in genere sta spesso nel dover comprimere in poche pagine un’idea complessa. Molte delle opere in esame soffrono chiaramente di questa mancanza di spazio espressivo, e per svariate la sensazione è che partano con un ampio respiro e tanta buona volontà, e chiudano poi un po’ troppo frettolosamente. Altri sono invece un po’ troppo attaccati al mero esercizio stilistico e sanno di compitino che scivola via senza impressionare troppo. Non si vorrebbe infierire troppo, consci anche che il tema trattato sia difficile anche perché ormai sviscerato in tantissime forme, e da tantissimi anni: pur tuttavia davanti a qualcuno dei titoli proposti si resta perplessi come davanti a qualcosa di non ben definito o non perfettamente compiuto, come se la sensazione di misterioso, fantastico e orrido non fosse riuscita a passare nel modo giusto dall’autore al lettore.

Spiccano invece per qualità e originalità una manciata di racconti che sono riusciti ad andare oltre il purismo, oltre il voler evocare per forza atmosfere troppo rarefatte o il voler costruire una storia originale a tutti i costi: oltre al già citato Arona, sono  “Una donna noiosa” di Rossana Massa, in cui un’ironia garbata si mescola alla malinconia di un fantasma che non riesce a trovare pace, senza la minima sbavatura stilistica; il tributo burtoniano “Come stanno davvero le cose” di Francesco Troccoli, fiaba nera che piacerebbe sicuramente anche allo stesso maestro, in bilico anche questa tra ironia e tristezza; l’inquietante “Perché non lo hai mai detto” di Emanuele Cassani, in cui ancora una volta, in prima persona, il fantasma affronta lo shock di scoprirsi lontano dal mondo dei vivi.

 Se questo titoli generano un brivido indefinito e spesso poetico, tra i racconti invece più gore meritano una lettura appassionata  “Intonaco rosso sangue” di Rossana Boni, quasi inverosimile nella sua intrinseca follia; “Strige” di Riccardo Coltri, che non si limita ad evocare la violenza ma lascia intravedere una storia di intrinseco dolore familiare; “La settima sposa” di Emanuele Delmiglio, che si diverte a giocare anche col mito di Barbablù.

Per il resto si apprezza lo sforzo generale, l’ambientazione spesso nostrana che richiama sovente il “gotico rurale” di baldiniana memoria, nonché il tentativo di rottura generato dalla modernità e dall’ironia giovane, irriverente e talvolta dal piglio quasi cinematografico, ma nel complesso restano lavori ancora un po’ troppo acerbi. Caldeggiamo in ogni caso sempre e comunque tentativi di questo genere, perché è ovvio che dal loro sforzo e dal loro susseguirsi non potrà che finalmente svilupparsi un filone maturo ed interessante che dia voce anche ai nostri autori horror meno blasonati.

Spose, cadaveri e misteri

Autori vari, introduzione a cura di Fabrizio Foni
2011, brossura
Editore Delmiglio www.delmiglio.it

About Simona Bonanni
Simona da piccola aveva paura dei vampiri, oggi non ne può più fare a meno, a costo di incappare in libri e film di discutibile qualità. Artisticamente onnivora, è attratta da tutto ciò che è strano, oscuro e singolare. Divora pagine in gran quantità, scrive, fotografa, crea e dà molto credito a tutto quello che le passa per la testa. Ma l’unico che l’ascolta è il suo gigantesco gatto nero.

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