Cinema ITALIAN HORROR FEST – Sei giorni all’insegna dell’horror

ITALIAN HORROR FEST – Sei giorni all’insegna dell’horror

Gente passeggia sul litorale. Altri affollano le strade e l’ingresso del fortezza. Immobili. Sguardi curiosi. Attoniti…

Rispondono al richiamo atavico che a gran voce li conduce nel luogo dove sangue e tormento li attendono per accoglierli nell’abbraccio gelido della paura. Intanto cala la notte. Il varco è aperto. Forte Sangallo è austero. Rigida concezione bellica. Ambienti severi. Prigione di mattoni roventi. I quattro baluardi legano le mura antiche che celano sospiri e macabre visioni. Solo ora gli ignari percepiscono la cruda realtà: l’orrore ha inizio.

Quello che sembra l’incipit di un romanzo horror in realtà è ciò che hanno vissuto quanti si sono recati dal 22 al 27 agosto a Nettuno all’interno del suggestivo Forte Sangallo. L’occasione era l’Italian Horror Fest proposta da Luigi Pastore, Direttore artistico dell’evento, e voluta fortemente dal Dr. Alessio Chiavetta, Sindaco della città. Sei giorni all’insegna del terrore con i film in programmazione e gli autori che hanno reso quelle pellicole dei cult. Ma l’Italian Horror fest è stato tanto altro. Vi condurrò allora in questo viaggio attraverso curiosità, aneddoti, interviste, foto ed emozioni. Siete pronti? Allora seguitemi!

 

L’HORROR FEST DI LUIGI PASTORE

Forte Sangallo ha accolto i visitati nel quadrangolare all’aperto e proprio lì ho incontrato un emozionatissimo Luigi Pastore, direttore artistico dell’Italian Horror fest e titolare della casa cinematografica Lu.Pa. film, che ha rilasciato un’intervista in esclusiva per Horror.it:

Siamo alla seconda edizione dell’Italian horror fest, cosa ricordi della passata edizione? 

Lo scorso anno abbiamo realizzato ad Anzio un evento preparato un po’ di fretta, ma che mi aveva dato grandi soddisfazioni. Tanti gli ospiti coinvolti che hanno partecipato in maniera molto positiva.

Cosa è l’Italian horror fest? 

È la festa del cinema e degli autori horror e thriller italiani. Questi autori hanno fatto scuola nel mondo e hanno il diritto di essere omaggiati e celebrati anche nella loro patria.

Qual è l’obiettivo dei questa edizione?

Questa edizione parte in maniera completamente diversa. Intanto con l’appoggio del comune di Nettuno che ha sostenuto l’iniziativa, grazie soprattutto al sindaco Alessio Chiavetta che è un fan dell’horror e fan di Dario Argento per cui abbiamo trovato terreno fertile per dar vita a questo evento, dandogli anche una casa perché Italian Horror fest sarà un evento annuale qui a Nettuno. L’obiettivo è quello di avvicinare all’horror anche il pubblico che considera queste produzioni ‘filmacci sanguinari’. Invece dietro queste opere c’è tanto talento artistico, ci sono maestri conosciuti in tutto il mondo. La mostra del maestro Stivaletti infatti è un chiaro messaggio per far vedere l’arte e la passione che c’è dietro questi film. È giusto che un festival pubblico dia anche dei messaggi positivi quindi abbiamo voluto lanciare anche un messaggio di sensibilizzazione rivolto ai giovani e alla guida responsabile. Abbiamo distribuito infatti per tutti i locali del litorale dei sottobicchieri con l’immagine di un ragazzo e una ragazza insanguinati e lo slogan ‘Non trasformare la tua vita in un film horror, bevi responsabilmente!’.

Il tuo rapporto con Dario Argento?

È il maestro assoluto! Dario è il motore che ha generato una serie di appassionati e di registi che hanno preso ispirazione dal suo cinema. Tanto è vero che registoni come Quentin Tarantino e lo stesso Eli Roth, nostro ospite, si sono ispirati al cinema di Argento ma anche a quello di Lamberto Bava, di Ruggero Diodato e di tutti questi grandi autori italiani che con i loro film, realizzati anche con budget molto limitati, hanno segnato profondamente la storia del cinema a livello mondiale.

 

INTERVISTA A SERGIO STIVALETTI

Le persone erano in trepidante attesa per l’inaugurazione dell’evento che si è aperta con l’eccezionale mostra di effetti speciali dell’indiscusso maestro Sergio Stivaletti, Ho avuto l’onore e il privilegio di visitare con lui la mostra prima dell’apertura ufficiale e mi ha spiegato la genesi di quello che lui definisce un excursus della sua carriera. Sergio Stivaletti e la sua troupe hanno proposto per tutta la settimana del festival dimostrazioni di make-up scenico. Inquietanti trasformazioni che prendevano vita sotto le mani esperte del maestro degli effetti speciali e sotto gli sguardi increduli e affascinati dei visitatori. Acclamato e osannato dai suoi fans, il maestro ha dichiarato di essere particolarmente emozionato di trovarsi a Nettuno, città che ha dato i natali a suo padre al quale ha dedicato la mostra.

Sergio, sei ospite di Italian Horror fest per il quale hai realizzato il trofeo destinato agli artisti, ‘Il Nettuno d’argento’, sei anche protagonista della mostra dedicata agli effetti speciali. Cosa offre alle persone che la visitano?

È una mostra che io ho fatto molte altre volte, ma ogni volta cerco di tirar fuori dagli scatoloni abbandonati cose che qualche anno fa ritenevo meno interessanti. Utilizzavo solo materiale relativo al filone che stava andando più di moda o dell’autore di cui si parla o di situazioni o di festival. A volte qualcuna delle cose storiche, che ho ritenuto di lasciar chiuso nello scatolone, viene fuori, quindi cerco di rinnovarla in questo modo.

È quindi il percorso della tua vita artistica?

La mostra è un excursus nella mia carriera, negli anni più belli del cinema horror italiano, almeno per quelli che ho vissuto io. Non ho avuto la fortuna di vivere nell’epoca di Mario Bava, però di Lamberto Bava, di Dario Argento di Michele Soavi. Nella mostra sono presenti anche cose fatte per Nirvana di Gabriele Salvatores e per Spettri di Marcello Avallone. C’è tutto il mondo degli effetti speciali che mi ha riguardato. Possiamo vedere ciò che i nostri cugini americani ci dicono essere motivo di ispirazione per loro. Proprio ieri nell’incontro con Eli Roth mi diceva che loro sono particolarmente ispirati dalla cinematografia horror italiana. È una cosa che ci riconoscono anche se purtroppo tutto questo non viene riconosciuto in Italia. Ci rendiamo conto quindi che la maschera di Demoni è diventata un’icona dell’horror tanto è che quando io vado nelle convention in America c’è chi vende la maglietta con le immagini del nostro cinema. Quasi sempre tra i migliori dieci film horror viene citato Demoni di Lamberto Bava, per non parlare poi dei film di Dario Argento come cui ho avuto il piacere di collaborare.

Ci parli del tuo lavoro col maestro Dario Argento?

Per motivi anagrafici io non sono stato presente ai suoi primi film e quindi purtroppo non ho avuto la possibilità di lavorare con il primo Argento, ma solo nell’era che va da Phenomena in poi. Sentendo ora la musica di Profondo rosso (messa come base per il pre-festival) mi viene in mente che ho realizzato anche un video per Simonetti di Demonia che era un omaggio proprio a Profondo rosso.

Cosa hai portato in questa mostra che più ti rende orgoglioso?

Ho avuto l’orgoglio e la voglia di portare qualcosa dei miei film: ho realizzato due film come regista che sono Maschera di cera e I tre volti del terrore dai quali ho tirato fuori cose interessanti come la trasformazione del lupo mannaro, lo scheletro che viene fuori alla fine del film e altre curiosità come le statue di cera che usavo durante le riprese. Tutto questo dà un po’ quella dimensione di artigianalità. Potrei dire infatti che l’artigianato e l’arte vanno sempre molto d’accordo. Non sta a me dire se nei miei lavori c’è dell’arte ma ritengo che dell’artigianato sicuramente ce n’è. Infine ci sono cose che ho fatto negli anni con i miei collaboratori eccezionali.

Cosa nasce da una mostra come questa?

Queste mostre vengono molto richieste nei festival e questo salto nel passato mi ha fatto decidere di aprire una scuola che si chiama Fantastic Forge (www.fantasticforge.com), che ha già avuto un’ondata di allievi quest’anno, alcuni dei quali sono qui con me. Da questi corsi non solo do un’opportunità ai giovani ma è anche per me l’opportunità di conoscere talenti che sono oggi un po’ lo Stivaletti di ieri, quel ragazzo che andava a chiedere dove e come si facevano gli effetti speciali e che non trovava risposta. Oggi magari qualche riposta si trova perché c’è internet ed è quindi più facile vedere anche cosa si produce all’estero, ma per me era davvero avventuroso e difficile. Memore di quegli anni lì, per me anche molto gradevoli da ricordare, mi apro a questi giovani e ho dato vita a questa scuola appunto con l’intenzione di fare ciò che non si faceva all’epoca: insegnare questo mestiere.

 

INAUGURAZIONE DELL’EVENTO

Era evidente l’entusiasmo del Direttore artistico che correttamente ha aspettato l’uscita dei minorenni per dare inizio ad un evento che si è rivelato particolarmente emozionante. Accanto a lui il Sindaco Alessio Chiavetta. “Mi ero presentato ad Anzio, alla serata conclusiva dell’evento pilota lo scorso anno, dove c’era il grande maestro Dario Argento che per me è un mito. E come un piccolo grande fan sono andato lì con il dvd di Profondo rosso per farmelo firmare” racconta il Sindaco. “Partendo da quell’incontro abbiamo deciso che questa manifestazione doveva diventare qualcosa di importante per l’Italia”.

 

I FILM E I MAESTRI DELL’HORROR

L’evento è stato strutturato in sei giornate di programmazione, ognuna delle quali dedicata ad un regista (in ordine di apparizione):

Ruggero Deodato, con Cannibal Holocaust, ha suscitato molte aspre polemiche sia nel pre festival che dopo la proiezione. Animalisti e non solo, si sono lamentati con il Sindaco per la crudeltà e il realismo impresso sulla pellicola e con lo stesso Deodato, che si difende da trentuno anni, per la scelta di filmare uccisioni reali di animali.

Gabriele Albanesi con Ubaldo Terzani horror show e Il bosco fuori.

Lamberto Bava con Ghost son e The torturer e un tributo speciale a Mario Bava seguito dal suo film La maschera del demonio. Il maestro Lamberto Bava si è espresso con l’umiltà tipica di un grande uomo e un grande professionista. Il rispetto e la stima nei confronti di suo padre, di suo nonno e di suo figlio che ha intrapreso le orme di famiglia, hanno emozionato la platea.

Manetti bros con la preview de La stanza del’orco, con Piano 17 e Cavie. I due giovani fratelli, Marco e Antonio Manetti hanno raccontato di quanto sono orgogliosi che il loro lungometraggio L’arrivo di Wang è stato selezionato per il concorso nell’ambito del Premio Controcampo alla 68esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Eli Roth, direttamente da Los Angeles con L’ultimo esorcismo (proiettato la prima sera per dare il benvenuto al regista americano), Cabin Fever, Hostel e Hostel parte II. Il bel regista ha raccontato della sua amicizia con Quentin Tarantino e del suo corto inserito nel film Bastardi senza gloria. Tarantino lo ha chiamato appositamente dalla Germania chiedendogli di raggiungerlo il giorno seguente per realizzare le sequenze di propaganda nazista. Eli ha poi espresso la sua passione e grande ammirazione per i registi italiani che considera primi e veri professionisti della cinematografia horror.

Infine l’attesissimo Dario Argento che ha concluso l’evento con la trilogia delle tre madri: Suspiria, Inferno e La terza madre. Il ‘maestro del brivido’ ha ringraziato calorosamente i colleghi e i fans presenti. Eli Roth era commosso, abbracciava il regista romano come un allievo che incontra il suo maestro. Ed era il primo a far scattare l’applauso ad ogni sequenza dei film di Argento nel tributo dedicato al regista.

 

I CORTI

Ogni sera veniva trasmesso uno dei cinque corti finalisti al concorso. Betania di Andrea Giomaro; Durante la morte di Davide Scovazzo; Spirale di Michael Guerraz; Orce di Diego Carli; Al crepuscolo di Matteo Macaluso. La giuria, composta dai registi presenti all’evento, hanno decretato vincitori ex aequo Spirale di Michael Guerraz e Orce di Diego Carli.

CORTI (FUORI CONCORSO) E DOCUMENTARI FIRMATI

Numerosi i corti fuori concorso che sono stati presentati nella Sala Sigilli ma l’evento prevedeva anche corti d’eccezione firmati da straordinari professionisti che hanno arricchito maggiormente il festival:

Delitto perfetto di Saverio Deodato, figlio di Ruggero Deodato, con Nicolas Vaporidis, Daniela Poggi e Francesca Inaudi.

La fiaba di Dorian di Luigi Pastore, regista e Direttore artistico dell’evento.

Cadaveri a legna di Luigi Marani con gli effetti speciali di Sergio Stivaletti che pur meritando la finale non ha potuto partecipare al concorso proprio per la presenza di Stivaletti, ha comunque guadagnato una menzione speciale.

Notevole interesse e attenzione hanno suscitato i tributi filmati dedicati ai registi delle sei serate, al maestro Sergio Stivaletti e allo sceneggiatore Antonio Tentori.

Infine il documentario Roma fantastica a cura di Luigi Cozzi, ha condotto gli spettatori nei luoghi legati al cinema horror dell’urbe capitolina.

 

CONCERTO

La serata conclusiva si è fregiata non solo di cinema ma anche di musica. The Ratzingirls, Goblin’s Supporter Band, hanno suonato nell’opening act riscaldando l’atmosfera per il concerto dei mitici Goblin (Massimo Morante alla chitarra, Claudio Simonetti  e Maurizio Guarini alle tastiere, Bruno Previtali  al basso, Titta Tani alla batteria e alle percussioni), il gruppo italiano noto per la realizzazione di colonne sonore , in particolare dei film di Dario Argento.

L’Italian Horror Fest ha regalato agli appassionati del genere una settimana di emozioni, ponendo l’attenzione sul cinema horror italiano che ha fatto storia in tutto il mondo e facendo rivivere, attraverso vecchie pellicole e nuove produzioni, l’atmosfera e le sensazioni dello splatter di altri tempi che forse solo i fedelissimi sanno ancora apprezzare.

About Filomena Cecere
FILOMENA CECERE È autrice di romanzi fantasy e gotici che miscela con forti tinte noir. È Consulente editoriale per la casa editrice Edizioni della Sera e Direttrice editoriale della sezione gotica per il marchio Nocturna.

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