Cinema Desert Son

Desert Son

“Se non fai il bravo ti mando in collegio”? Roba anacronistica. Grazie a Desert Son, i genitori di tutto il mondo potranno avvalersi di una nuova scenografica minaccia: “fai il bravo bambino, o ti scarico nel deserto!”

In viaggio attraverso le viscere del deserto californiano Phillip (John Bain), senza mamma e affidato all’odioso patrigno, dice qualche parola di troppo e si vede scaraventato fuori dall’auto, nel cuore del nulla, con una valigia di vestiti e niente più. Non è un bluff intimidatorio, l’uomo non torna più.


Per fortuna, prima della disidratazione e degli avvoltoi, da lui giunge Lucy (Erica Curtis), orfanella che insieme a Jack (Nathan Halliday) (soprav)vive in una miniera abbandonata poco distante. Lucy è caritatevole e offre vitto e alloggio a Phillip, diversamente la pensa Jack, auto nominatosi capetto della landa e poco incline a giocarsi il ruolo di maschio alfa con il nuovo arrivato. Ma prima degli screzi da conviventi, c’è da far fronte alla sopravvivenza e alle insidie del nemico sabbioso e da ottenere (con ogni mezzo) beni di prima necessità nelle abitazioni più prossime. E’ in una delle incursioni nella zona civilizzata che Jack perde ulteriormente la bussola e fa un passo di troppo verso la vita selvaggia dalla quale – volenti o nolenti – ora i tre ragazzi dovranno cercare di staccarsi.

Desert Son è un thriller annacquato con un goccio di dramma e niente orrore ed è esattamente come lo scenario che propone: monotono, poco interessante e maledettamente arido. I tre giovani protagonisti, che sulla carta dovrebbero essere annichiliti ed alienati dalle precarie condizioni di vita, appaiono invece curati ed impomatati al limite della metrosessualità. E dello stereotipo: c’è il giovane stronzetto e ribelle, quello timido e caruccio, la ragazza dal grande cuore che resta nel mezzo e flirta con entrambi à la Paperina. Così è davvero faticoso considerarli anime sfortunate, sembrano più dei partecipanti a un baby reality: il triangolo stride e litiga, l’odio sale, sotto sotto l’ormone chiama anche se il pericolo incombe e poi (più prima che poi!) ci scappa la rissa. Ebbene l’unica presenza di spessore è l’inanimato ammasso di sabbia che avvolge gli eventi il quale, coadiuvato da buone musiche e suggestive riprese del ciclo luce-ombra, dona quel poco di fascino all’atmosfera del film. Per tutto il resto del tempo sullo schermo campeggiano solo i tre mocciosi, improvvide digressioni filosofiche sul valore della civilizzazione e qualche irritante e superfluo personaggio di contorno. Manco a dirlo, piattume emotivo e poca azione, come un panino senza ripieno, l’idea è che non ci volesse molto per dargli un po’ più di sapore. L’horror fra sabbia, dune e canyons vide momenti di gloria (vero, Wes?) invece qui vacilla e casca mentre la paura, per non uscire dalla tematica, è un vero e proprio miraggio. Desert Son può scompensare solo un quattordicenne con la coscienza sporca. Sentivamo la mancanza di un The Dreamers desertico? Maddai!

Desert Son

Regia di: James Mann, Brandon Nicholas
Scritto da: James Mann
Interpreti: John Bain, Erica Curtis, Nathan Halliday
Durata: 93 min.

 

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