Cinema Wer: anteprima

Wer: anteprima

 wer_xlg-posterI creatori di The Devil’s Inside riportano l’uomo lupo  al cinema dopo le deludenti apparizioni degli ultimi anni.

Le leggende dell’uomo lupo e del licantropo (meglio non confonderli, tecnicamente non sono la stessa cosa, il primo si trasforma contro la propria volontà perdendo la ragione, il secondo si trasforma a piacimento e mantiene l’umana ratio) hanno origini antichissime e  spettro geografico molto esteso. Laddove l’uomo è entrato in contatto col lupo (e con altri canidi come lo sciacallo in Nord Africa) li si sono sviluppati miti molto affini fra loro. Il lupo è storicamente animale venerato e demonizzato e infine protetto sebbene tutt’oggi molti siano ancora molti i pregiudizi su questo splendido mammifero, salvato appena in tempo dall’estinzione in gran parte del mondo. Il lupo fu vittima di uno sterminio dalle proporzioni terrificanti soprattutto in Europa durante l’Alto Medioevo ed è da quel periodo in poi che la sua figura fu associata alla stregoneria e al diabolico. Il perno storico lungo il quale ruota la leggenda di licantropi e lupi mannari vuole che alcune donne (streghe) e alcuni uomini (maghi o posseduti dagli spiriti) avessero la capacità di trasformarsi in grossi lupi (la morfologia relativa all’essere ibrido fu introdotta solo molto più tardi in letteratura e poi al cinema) antropofaghi e predatori seriali. Nell’ignoranza più cieca dell’oscurantismo legato all’inquisizione, migliaia di lupi e di sospetti licantropi furono arsi vivi in giganteschi roghi comuni. Mannarismo e stregoneria vennero associati in processi sommari  dalle sentenze scontate e brutali, con picchi statistici impressionanti dopo la Controriforma soprattutto in Francia e Germania. Ed è proprio in Francia che ha svolgimento la trama del film di cui stiamo per parlarvi (francese tout court è anche l’altalenante Il Patto Dei Lupi, 2001, Cristophe Gens) perchè di film qui si parla e di film sui lupi mannari c’è davvero molto da dire.

WER-bannerC’è da dire innanzi tutto che un mito affascinante almeno quanto quello dei vampiri non ha sempre goduto delle fortune su pellicola riservate ad altre mostruose entità. Certo, qualche capolavoro assoluto c’è, ma nel mare magnum orrorifico la sensazione è che il werewolf  sia sempre cuginetto sfigato e minore, comparsa nel teatro degli orrori nonostante le antiche e nobili origini e il potenziale scenico e narrativo immenso. Stiamo ragionando ovviamente in termini di qualità più che di quantità, perchè sebbene siano dozzine ( solo la saga dell’ Ululato conta cinque sequel, un reboot e uno spin-off) i lupacchiotti su pellicola, solo pochi di essi mordono davvero. Fatta eccezione per l’inarrivabile Un Lupo Americano A Londra (John Landis,1981), l’eco sensibile Wolfen- La Belva Immortale (Michael Wadleigh,1981), il seminale L’Uomo Lupo (George Waggner, 1940) e ovviamente il primo The Howling- L’ Ululato (Joe Dante, 1981), di pellicole realmente catalogabili come capolavori del sotto genere non se ne vedono. Certo,  In Compagnia Dei Lupi (1984) di Neil Jordan è surreale e grazioso e Unico Indizio La Luna Piena (1985, Daniel Attias) ha una certa coerenza stephenkingiana nei passaggi narrativi ma parliamo di film discreti e nulla più, a fronte di un buco temporale di trent’anni in cui si sono viste decine di porcherie inguardabili e numerose pellicole deludenti come la decisamente sovrastimata saga di Ginger Snaps o (Licantropia), il pompatissimo e noiosissimo Wolf-La Bestia è Fuori di Mike Nichols con Jack Nicholson e il recente Wolfman di Del Toro. Si potrebbe infierire ulteriormente, visto e considerato che anche dall’Europa non sono giunti contributi onorevoli alla causa, dalla Spagna, per esmpio, gli orribili I Delitti Della Luna Piena (2004, Paco Plaza) e Lobos De Arga (2011, Juan Martinez Moreno) hanno infierito sul vituperato e sfortunato mannaro. Va da se’ che un film decente sui licantropi sarebbe come acqua per una pianta grassa dopo trent’anni nella Death Valley. A tentare l’impresa William Brent Bell, director del fortunato e mediocre L’Altra Faccia Del Diavolo (2012) e dello sfortunato e discreto Stay Alive (2006)  che, insieme al fido co-sceneggiatore Matthew Peterman, sono autori di Wer, mockumentary  sviluppato interamente all’interno di una stazione di polizia e girato in Romania ma ambientato a Parigi.

La storia ruota intorno all’avvocato difensore  Kate Moore (AJ Cook), intenta a dimostrare l’innocenza di un sospettato di un brutale omicidio multiplo. L’indiziato  è accusato di aver ucciso una famiglia americana in vacanza in Francia. L’uomo, di nome  Talan, inizialmente sembra  inoffensivo e impaurito ma le cose muteranno radicalmente quando l’avvocato Moore scoprirà  la licantropia di cui è affetto il suo protetto.

WER-bannerOltre alla bella AJ Cook, ormai scream queen seriale dopo le apparizioni inWishmaster 3 – Beyond the Gates of Hell (2001, Chris Angel), The House Next Door (Joey Travolta, 2002) e Final Destination 2 (David R.Ellis,2003)  nel cast anche Brian J. O’Connor, esordiente quasi assoluto nella parte del licantropo, Simon Quarterman (già visto proprio in L’Altra Faccia Del Diavolo) e la star della serie tv The Mentalist Vik Sahay. La produzione è di quella macchina da soldi chiamata Steven Schneider che, dopo i botti di Insidious ( 2010, James Wan) e Paranormal Activity ( 2007, Oren Peli), prova ancora a violare il cavò hollywoodiano.

Diciamolo subito, L’ Altra Faccia Del Diavolo ha guadagnato moltissimo nonostante fosse brutto come un afta in bocca prima di un bacio con la bella del liceo. Eppure Brent Bell merita attenzione e un’ulteriore chance perchè Stay Alive, suo primo lungometraggio, aveva una certa dignità ed è forse stato messo via come meteora incolore da certa critica troppo in fretta. Come premesso, la licantropia in found footage è sfida difficile ma interessante e desta curiosità capire se assisteremo a una vera recrudescenza dell’uomo lupo o all’ennesimo tentativo abbozzato di rinverdirne i fasti. Uscita il 16 Novembre per il mercato nipponico, per America e  Vecchio Continente c’è ancora da attendere una data ufficiale.

httpv://youtu.be/sEJ_rXWNuOg

About stefano paiuzza
Appassionato d'horror da tempi recenti ma affascinato dalla paura da sempre. Ama in particolar modo il cinema europeo ed extra hollywoodiano in genere. Sogna una carriera come critico cinematografico e nel frattempo si diletta tra letture specifiche e visioni trasversali. Lavora a stretto contatto con la follia o forse è la follia a lavorare su di lui. Se fosse un regista sarebbe Winding Refn, uno scrittore Philip Roth, un animale una tartaruga. Ha pronto uno script per un corto ma non lo ha mai fatto leggere. Citazione preferita: "La dittatura è dentro di te" Manuel Agnelli.

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