Intervista film Saw VII 3D: Parola agli Sceneggiatori

Saw VII 3D: Parola agli Sceneggiatori

“Possiamo anticipare che non andremo a ripescare vecchie riprese, sarà materiale assolutamente fresco e nuovo”.

Quattro chiacchiere con Patrick Melton e Marcus Dunstan, la coppia di sceneggiatori responsabile di buona parte degli incubi firmati Jigsaw degli ultimi anni e, ovviamente, del prossimo capitolo , il settimo, per la prima volta in 3D. Thanks to Bloodydisgusting.com.

E’ interessante l’idea di riportare in primo piano alcuni dei sopravvissuti delle precedenti pellicole. Come siete arrivati ad uno spunto del genere?

Marcus Dunstan: Beh, una volta arrivati al settimo capitolo di un franchise horror, solitamente più che personaggi con una storia, alle proprie spalle non si è lasciato altro che un mucchio di cadaveri. CIò che è rivoluzionario nella serie di Saw e nel suo boogeyman è che il successo di Jigsaw dipende dalla sopravvivenza delle proprie vittime, non nella loro morte. Di conseguenza, è quasi fisiologico avere personaggi di ritorno nel corso della vicenda, ed è interessante sapere cos’ha lasciato in quelle persone l’essere stati rapiti da un pazzo e messi in una stanza davanti alle proprie peggiori paure. Cosa potrebbero mai volere e provare una volta sopravvissuti? Vendetta? Tranquillità? Gratitudine, addirittura? Tutti questi elementi dove potrebbe portare la serie? E’ tutto terreno fertile per dare vita a qualcosa di nuovo, fresco e malvagio.

In questo senso, quanto c’è di sostanziale nel ritorno di Cary Elwes – il dott.Gordon del primo episodio – ?

Patrick Melton: Possiamo anticipare che non andremo a ripescare vecchie riprese, sarà materiale assolutamente fresco e nuovo.

E per quanto riguarda Tobin Bell?

P.M.: Certamente ci sarà, anche se ancora non sappiamo per quanto tempo.
M.D.: Sì, dopotutto il suo personaggio è fondamentale a livello di soggetto, ne rappresenta sostanzialmente l’inizio e la fine. Del resto alla fine di Saw VI qualcuno che dovrebbe essere morto è invece ancora in vita, e qualcun’altro è inseguito da una persona che dovrebbe essere morta. Ed entrambe queste persone sono sulle tracce di John Kramer. Quindi non potrà che essere parte integrante della sceneggiatura.

Quanto ha influenzato la fase di scrittura la scelta di girare tutto in 3D?

M. D.: Ovviamente parecchio: ogni singolo istante della pellicola è stato sviluppato tenendo ben a mente il tipo di tecnologia con cui avremmo fatto i conti. Più che l’idea di qualcosa che sembra balzarti davanti a pochi centimetri dagli occhi, quello che mi entusiasma nell’avere a che fare con una versione 3D di Saw è il senso di totale immersione che sarà in grado di garantire. Questa volta potremo davvero mettere il pubblico all’interno di una trappola. E’ pazzesco, qualcosa che non è mai stato fatto: lo spettatore che ha un contraccolpo per qualcosa di terribile appena apparso sullo schermo, e l’immagine che un istante dopo gli va incontro come se volesse dargli la caccia!
P.M: Infatti il primo, immediato problema è stato capire quando fare effettivamente fare ricorso a tutte queste nuove tecnologie. Non abbiamo alcuna intenzione di produrre una di quelle pellicole 3D ad effetto dove le cose succedono un po’ a caso, per accumulo. Abbiamo in testa qualcosa di decisamente più organico, sia a livello narrativo che visuale. Quindi sarà molto più coinvolgente della media delle attuali pellicole 3D, girata in vero 3D e non con qualche trucchetto visivo giusto per scucire qualche soldo in più al pubblico. E poi questa volta le trappole guadagneranno davvero una dimensione vera e propria!
M.D: Confesso: c’è una trappola specifica che avremmo voluto aggiungere in ogni episodio di Saw sin dal primo momento in cui abbiamo avuto a che fare con il franchise, e sono ormai quattro anni! E’ qualcosa di incredibilmente brutale. La prima volta è stata scartata perché troppo violenta, l’anno dopo perché troppo disgustosa, il terzo perché semplicemente era tutto troppo offensivo. Quest’anno abbiamo pensato: “Basta, facciamolo!” E così sarà.

Saw VI ha una struttura a flashback piuttosto complessa. Sarà lo stesso anche per questo capitolo?

M.D: Sviluppando una sceneggiatura basata su sopravvissuti, ovviamente faremo ricorso a soluzioni di questo tipo. Il vantaggio di avere un cronologia spezzettata come quella del franchise di Saw ti da la possibilità di inserire elementi nuovi in quasi ogni punto senza risultare incoerente nei confronti dell’insieme.
P.M.: Oltretutto abbiamo intenzione di chiudere un po’ di discorsi con questo capitolo, quindi dovremo tornare indietro a recuperare un paio di questioni ancora in sospeso…

Saw VII potrebbe anche essere l’ultimo episodio ad avervi come sceneggiatori…

M.D.: Non c’è ancora nulla di chiaro a riguardo, ma anche se fosse non potremmo che essere fieri di aver fatto parte di un progetto che ha conquistato un pubblico così ampio. Voglio dire, Saw è stato un franchise rivoluzionario sotto molti aspetti…

About Andrea Avvenengo
E’ nato nel terrore spiando Twin Peaks alla TV. Il tempo ha messo in fila passioni su passioni, raffinando (o imbarbarendo?) i gusti, ma senza mai scalfire la capacità del cinema fantastico di scaraventarmi indietro nel tempo, la mani davanti agli occhi, terrorizzato e fottutamente felice.

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