Piccoli passi. Sembra questa la strada scelta dagli autori della quarta stagione di The Walking Dead che puntata dopo puntata stanno facendo progredire la storia lentamente, cercando di mantenere equilibrato il ritmo dei vari episodi ed evitando gli alti e bassi che hanno caratterizzato le precedenti stagioni.
Ciò che è emerso da questo quarto episodio è la conferma di come la serie per progredire abbia bisogno del movimento dei protagonisti. Dopo la fattoria di Hershel, infatti, la prigione si è ormai avviata a diventare un secondo pantano, quindi più lontani ne staranno i personaggi più ne gioverà la serie. Quello che, invece, è preoccupante è l’involuzione di Rick che da contadino illuso di poter vivere come una volta, ora cerca di tornare leader, quando ormai tutti gli spettatori sono passati dalla parte di Daryl che continua a essere il vero catalizzatore.


La quarta stagione prosegue in attesa di promesse ancora non mantenute.
E si ricomincia. Dopo tanta attesa, la quarta stagione di The Walking Dead è partita, ma in maniera differente rispetto al passato.
I produttori esecutivi Greg Nicotero e Gale Anne Hurd promettono fuoco e fiamme.
Dopo il successo di Storia di uno zombie e The Walking Dead: Cold Storage, Greg Nicotero dirige una nuova web-serie in tre episodi.

Si chiude la terza stagione, spiazzando un po’ tutti con un finale meno esplosivo e sanguinoso di quanto ci si aspettava.
Dopo l’epico Questa non è una democrazia! pronunciato alla fine della seconda stagione, Rick torna a spezzare l’andamento della serie con un’altra frase a effetto: Io non sono il vostro Governatore.
Come il precedente episodio, anche questo terz’ultimo entra nella schiera delle puntate-riempitivo, in attesa dello sperato bagno di sangue finale con cui dovrebbe chiudersi questa terza stagione.



