Il remake di Somos lo que hay diventa un American Gothic inquieto e inquietante.
C’era una volta in Messico un regista, Jorge Michel Grau, esordiente classe 1973. C’erano un’idea, in cui dramma e horror diventano allegoria di un Paese stanco e vessato, e una sceneggiatura, non perfetta ma capace d’introspezione. Ma soprattutto, c’era un modo di intendere il Genere che ben si discostava dall’esponente ormai più famoso dell’Horror e del Fantastico sudamericano, quel Guillermo Del Toro capace di tante meraviglie.





Cala il Sipario sulle noiose avventure di Chester’s Mill, nell’attesa per nulla sentita della seconda stagione.
Dome accelera per il rush finale, ma la zavorra è sempre la stessa.
Quando il gioco si fa duro, Under the Dome si nasconde ed alza bandiera bianca.
La Quarta Mano ci avvicina al finale e al segreto dell’uovo, ma lo fa con i soliti immancabili difetti.




