Cinema Shark Week

Shark Week

shark_week-poster2Shark Week è l’ennesimo folle film prodotto da Asylum ma che di certo non è all’altezza delle trashate che hanno reso celebre questa casa di produzione.

La regia è stata affidata a Christopher Ray che non impara dai suoi errori quali Reptisaurus o Mega Shark vs Crocosaurus e riesce a battere ogni record di oscenità mai riunite in un solo film. Sembrerebbe che proprio nulla possa essere salvato in Shark Week. Tiburon, boss di una famiglia malavitosa, vuole vendicare la morte del figlio costringendo tutti coloro che lui ritiene responsabili ad un macabro gioco di vita o di morte in cui per sopravvivere devono affrontare una serie di squali assetati di sangue.

Della trama, ahimè, non c’è molto altro da dire.
Prova della scarsa fantasia impiegata a livello di sceneggiatura è già il nome del cattivo di turno, Tiburon, ovvero squalo in spagnolo. Tralasciando gli agghiaccianti dialoghi e la pessima recitazione dell’intero cast, la speranza si aggrappa al titolo stesso del film, Shark Week, la settimana degli squali che ci illude che vedremo per sette giorni almeno sette squali che saranno i protagonisti indiscussi della pellicola, speranza alimentata dalla tagline del film “7 giorni, 7 squali”. Ciò non resta altro che un’illusione, ci hanno spudoratamente mentito, perché gli squali che si incontrano sono solo cinque (e due non meriterebbero neanche di essere conteggiati per quanto poco vengono visti) e altro non sono che espedienti per far morire ogni tanto qualcuno dei personaggi.

Shark-Week-groupI grandi predatori del mare, presentati in diverse razze, non hanno l’attenzione che ci si aspetterebbe da un film del genere e in totale si vedono al
massimo per una ventina di minuti. Problema ancora più grande è il modo in cui vengono presentati: gli effetti digitali sono così scarsi ed approssimativi da essere imbarazzanti. Neanche le proporzioni vengono rispettate e quello che prima sembra uno squalo di due metri nell’inquadratura successiva sembra lungo solo 50 cm. Le location poi sono sempre le stesse, una spiaggia (la stessa) per quando i personaggi sono al sicuro e una caverna (sempre la stessa!) per quando devono affrontare una delle prove. L’idea quindi di un percorso verso la libertà dei personaggi non trova riscontro nella percezione dello spettatore.
I pessimi effetti speciali vengono poi usati anche dove non necessari creando scene che rimarranno nella memoria per il loro essere ridicole come il salto da un masso verso l’acqua di due dei personaggi che nella realtà non saltano ma che sembrano figurine che vengono spostate da una mano invisibile o la scena in cui i due superstiti trovano un canotto e cominciano a remare anche se sono ancora palesemente sulla spiaggia e non si stanno spostando da nessuna parte. Questo genere di errori non possono essere giustificati dalla mancanza di fondi ma sono solo una delle tante prove delle pessime scelte registiche del film.

shark-week-tossica e minaLa logica poi è totalmente estranea a questo film: Tiburon sembra avere incredibili tecnologie a disposizione che gli permettono di controllare i parametri vitali delle sue vittime anche senza che questi abbiano addosso un qualsivoglia dispositivo, oppure che gli permettono di interagire con loro tramite microfoni e altoparlanti invisibili sparsi per tutto il percorso, per non parlare degli attori che escono
dall’acqua con i capelli e i vestiti perfettamente asciutti o degli scagnozzi di Tiburon che sono onnipresenti tranno quando servono effettivamente al loro capo, scomparendo magicamente per i fini della narrazione. Dimenticavo poi la scena madre: mentre i protagonisti stanno correndo a perdifiato in un campo minato per salvarsi la vita, uno di loro riesce a prendere al volo una delle mine senza farla scoppiare per poi sbatacchiarla costantemente, passarla ai compagni di viaggio e riuscire a farla esplodere solo quando lo squalo viene abbastanza vicino. Come no.
shark-week-elena e tiburonIn aggiunta a tutti questi problemi la noia che regna sovrana. Sostanzialmente il film è un susseguirsi di dialoghi insulsi e storie dei personaggi che cercano di capire il filo conduttore che li lega in questa tragedia che, bisogna dire, affrontano in maniera quasi serena, facendoci dimenticare che alla fine molti di loro non ne usciranno vivi. Le scene di maggiore azione, quando finalmente entra in gioco qualche squalo, sono costruite male e in tutte si cerca di nascondere i difetti vari facendo muovere freneticamente la macchina da presa in modo, in sostanza, da non far vedere nulla, dimostrando almeno la consapevolezza degli autori della propria incapacità, dimostrata ampiamente dall’unica scena in cui uno squalo viene visto bene perché arpionato e tirato fuori dall’acqua con una mano sola da uno dei personaggi per poi essere preso a pugni (vogliamo parlare degli effetti sonori che ricordano le risse del vecchio telefilm di Batman?). Quindi è certamente difficile trovare qualcosa che possa salvare in corner Shark Week e se proprio dobbiamo trovare quel piccolo particolare credo siano le smorfie di Elena, la donna di Tiburon sempre esaltata ed assetata di sangue, così esilaranti da strappare, almeno, un piccolo sorriso allo spettatore.

 

Shark Week - VOTO: 0,5/5

Anno: 2012 - Nazione: USA - Durata: 89 min.
Regia di: Christopher Ray
Scritto da: Liz Adams
Cast: Yancy Butler - Patrick Bergin - Joshua Michael Allen - -
Uscita in Italia: - Disponibile in DVD:

 

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