Cinema HOWLING II

HOWLING II

Aullidos 2 - Howling 2 - todoelterrordelmundo.blogspot.comNel 1985, Philippe Mora dirige Howling II, sequel del cult di Joe Dante: un film nettamente inferiore, ma suggestivo

L’ululato (The Howling, 1981) di Joe Dante non è solo uno fra i suoi migliori film, ma anche il più riuscito e importante horror anni Ottanta sui lupi mannari, a pari merito con Un lupo mannaro americano a Londra. Come da tradizione in quel periodo, un film di successo (soprattutto horror) genera uno o più sequel, solitamente non all’altezza dell’originale: e anche L’ululato non fa eccezione, visto che nel 1985 Philippe Mora dirige Howling II – L’ululato, seguito a sua volta da altri sei film. Siamo però da tutt’altra parte rispetto al capolavoro di Dante: non è un brutto film, chiariamolo, ma – oltre a non possedere la stessa suspense e robustezza narrativa – è qualcosa di abbastanza diverso, a cominciare dallo stile. Anche nella trama, il legame con Howling è solo il pretesto inziale, poi il film segue una strada tutta sua: meglio comunque dei successivi film della saga, che sfruttano il franchise per non avendo nulla in comune con esso. Il titolo originale è Howling II – Your sister is a werewolf.

howling2Howling II deve buona parte del suo fascino al carismatico protagonista Christopher Lee, icona del cinema horror qui nell’insolito ruolo di un cacciatore di licantropi. La regia gioca probabilmente su questa curiosa inversione dei ruoli: proprio Lee, il Dracula per eccellenza, va in Transilvania (classica terra di vampiri) per eliminare le mostruose creature. La storia inizia all’incirca dove finiva la precedente: Karen White, diventata lei stessa un lupo mannaro, è stata uccisa alla fine di Howling, e ora se ne sta celebrando il funerale. Fuori dal cimitero, il fratello Ben White e la fidanzata Jenny vengono avvicinati da tale Stefan Crosscoe (Lee), che li invita a recarsi nel suo studio. Accolto l’invito, il misterioso individuo spiega a Ben che sua sorella soffriva di licantropia e che in realtà non è ancora morta. Nonostante l’incredulità del giovane, i due si recano quindi al cimitero per porre fine alla maledizione, e ci riescono solo dopo aver fronteggiato altri lupi mannari. Per estirpare il Male alla radice, Crosscoe, Ben e Jenny si recano in Transilvania, dove vive Stirba (Sibyl Danning), la regina dei licantropi, per ucciderla: il compito non sarà facile perché, pur essendo aiutati da varie persone del luogo fra cui un sacerdote, dovranno fronteggiare anche i suoi fedeli lupi mannari.

howling_2_10Christopher Lee è presente fin dalla prima inquadratura, dove compare accanto a uno scheletro in un’insolita cornice extra-diegetica come “presentatore” della storia. Il fatto che Howling II possieda uno stile differente dal suo predecessore è evidente già nei titoli di testa, che scorrono sullo sfondo di vecchi edifici, scheletri e macabri dipinti o gargoyle con sguardo minaccioso: l’atmosfera è quella di un suggestivo tardo-gotico che andava di moda all’epoca – vedasi Figlia delle tenebre di Stuart Gordon o il britannico Il club dei mostri di Roy Ward Baker. Se la sequenza successiva, ambientata in un cimitero con la presenza di lugubri figure, conferma tale stile, in seguito vediamo però che Howling II presenta una curiosa contaminazione di atmosfere: al tardo-gotico, predominante nel film, si alterna e si fonde uno stile dark/punk tipicamente anni Ottanta, generando un dark/gothic che è il valore aggiunto del film. La sua originalità e il suo interesse non stanno infatti tanto nella storia, abbastanza ripetitiva e sofferente di una sceneggiatura un po’ stiracchiata, quanto piuttosto nell’atmosfera che riesce a creare, soprattutto in alcuni momenti, e negli effetti speciali, presenti specialmente nell’ultima parte. Ai castelli e cimiteri la regia alterna con disinvoltura discoteche dalle luci psichedeliche, casermoni fatiscenti e personaggi underground. Alcuni di loro, come la ragazza di colore, si rivelano poi essere dei vampiri, e si instaura così una sorta di legame fra le “creature della notte” reali e soprannaturali, ma probabilmente senza l’ambizione sociologica che ha Romero con i suoi zombi.

SpoonyOne-Howling2StirbaWerewolfBitch953 Il make-up e gli effetti speciali sono più rozzi e meno efficaci rispetto al film di Dante, soprattutto per quanto riguarda la trasformazione in licantropo. Nei primi momenti ci dobbiamo accontentare di un’inquadratura sulle fauci e su un braccio mozzato, poi la componente orrorifica aumenta durante la sequenza al cimitero (con l’uccisione della donna-lupo nella bara), ma dobbiamo attendere l’ultima parte per vedere dei buoni effetti gore e splatter, visto che la suddetta scena è realizzata in maniera sbrigativa e poco dettagliata (forse per motivi di budget). Dopo la prima parte ambientata negli Stati Uniti ci trasferiamo nella più suggestiva Transilvania che – per ambienti e situazioni – ricorda davvero la terra di Dracula, fra zingari e superstizioni popolari. Mentre i protagonisti si muovono in questo ambiente ostile, la setta di lupi mannari è invece pienamente a suo agio, e qui troviamo alcune fra le sequenze migliori e più caratteristiche del film. Licantropia e lussuria sono sempre andate a braccetto, e Howling II non fa eccezione: nella seconda parte, il film conosce una decisa impennata anche dal punto di vista erotico – vedasi l’amplesso fra l’uomo-lupo e le due donne consimili in una stanza barocca. Tale scena, pur se efficace, tradisce un po’ anche i limiti della messa in scena, visto che le creature si riducono a persone coperte di peluria – con un effetto più squallido che macabro. Decisamente più riuscito e suggestivo è il precedente rituale, in pieno stile gotico, con cui una vecchia azzimata succhia la linfa vitale a una ragazza per poi assumere le fattezze della bella e malvagia Stirba, regina dei licantropi. Fra personaggi mascherati, mura sepolcrali e candele, sembra quasi di assistere a uno di quei fumetti horror/sexy che tanto andavano di moda negli anni Settanta: notiamo anche il buon lavoro di montaggio che alterna alla demoniaca cerimonia immagini quasi subliminali (una testa di licantropo, dipinti, un volto in fiamme). La trama non conosce particolari sussulti (come si è detto, conta più l’atmosfera che i colpi di scena), ma il clima che si respira è veramente particolare grazie al connubio fra gotico/onirico anni Settanta (quasi “alla Jess Franco”, possiamo dire) e look dark squisitamente eighties (capelli cotonati, occhiali da sole, abiti in pelle). La parte conclusiva aumenta bruscamente sia in quanto a ritmo che effetti speciali: prima e durante l’assalto decisivo al castello, ecco una testa che sanguina fino a far scoppiare gli occhi, il sacerdote divorato da un mostriciattolo simil-Ghoulies, il sangue che schizza dai licantropi uccisi, mentre le trasformazioni da uomo a lupo sono sempre poco dettagliate e la regia preferisce far vedere la creatura a mutazione terminata. Il tutto sullo sfondo di baccanali orgiastici e scenografie fatte di teschi o stanze antiche.

Screen Shot 2013-07-10 at 2.15.01 AMHowling II è dunque un prodotto da prendere così com’è, senza particolari pretese e come pellicola “d’exploitation”: se si vuole vedere un bel film robusto sui licantropi è meglio guardare altrove (Howling, l’originale, oppure Un lupo mannaro americano a Londra), ma gli amanti dell’horror si divertiranno anche con il film di Mora. Fatta eccezione per Lee e la Danning, i personaggi sono abbastanza anonimi, ma la regia riesce a tenere insieme efficacemente la vicenda e soprattutto lo stile: da notare anche alcuni preziosismi, come il lavoro di montaggio che alterna immagini diverse (uno scheletro, per esempio), nonché il frequente ricorso a una sorta di split-screen fra una scena e l’altra. Le stanze gotiche e i cimiteri convivono armoniosamente con ambienti e personaggi dark/punk (di cui sentiamo spesso le musiche), mentre le luci colorate si alternano alle nebbie della Transilvania o della campagna americana.

HOWLING II - VOTO: 3/5

Anno: 1985 - Nazione: USA - Durata: 85 min.
Regia di: Philippe Mora
Scritto da: Robert Sarno, Gary Brandner
Cast: Christopher Lee - Reb Brown - Annie McEnroe - Sibyl Danning - Judd Omen
Uscita in Italia: - Disponibile in DVD: Storm Video

About Davide Comotti
Davide Comotti. Bergamasco, classe 1985, dimostra interesse per il cinema fin da piccolo. Nel 2004, si iscrive al corso di laurea in Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Bergamo (laurea che conseguirà nel 2008): durante gli studi universitari, ha modo di approfondire la sua passione tramite esami di storia, critica e tecniche del cinema e laboratori di critica e regia cinematografica. Diventa cultore sia del cinema d’autore (Antonioni, Visconti, Damiani, Herzog), sia soprattutto del cinema di genere italiano (Fulci, Corbucci, Di Leo, Lenzi, Sollima, solo per citare i principali) e del cinema indipendente di Roger A. Fratter. Appassionato e studioso di film horror, thriller, polizieschi e western (soprattutto italiani), si occupa inoltre dell’analisi di film rari e di problemi legati alla tradizione e alle differenti versioni di tali film. Nel 2010, ha collaborato alla nona edizione del Festival Internazionale del Cinema d’Arte di Bergamo. Scrive su "La Rivista Eterea" (larivistaeterea.wordpress.com), ciaocinema.it, lascatoladelleidee.it. Ha curato la rubrica cinematografica della rivista Bergamo Up e del sito di Bergamo Magazine. Ha scritto inoltre alcuni articoli sui siti sognihorror.com e nocturno.it. Ha scritto due libri: Un regista amico dei filmakers. Il cinema e le donne di Roger A. Fratter (edizioni Il Foglio Letterario) e, insieme a Vittorio Salerno, Professione regista e scrittore (edizioni BookSprint). Contatto: davidecomotti85@gmail.com

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