Cinema We are what we are

We are what we are

We Are 1Il remake di Somos lo que hay diventa un American Gothic inquieto e inquietante.

C’era una volta in Messico un regista, Jorge Michel Grau, esordiente classe 1973. C’erano un’idea, in cui dramma e horror diventano allegoria di un Paese stanco e vessato, e una sceneggiatura, non perfetta ma capace d’introspezione. Ma soprattutto, c’era un modo di intendere il Genere che ben si discostava dall’esponente ormai più famoso dell’Horror e del Fantastico sudamericano, quel Guillermo Del Toro capace di tante meraviglie.  Da tutto questo nacque, nel 2010, un piccolo film, Somos lo que hay, noi siamo ciò che siamo. Opera prima certamente migliorabile, ma tuttavia lodevole per la sua capacità di linguaggio: parlare della vita drammaticamente scombussolata di una famiglia dedita al cannibalismo, riuscendo al tempo stesso a denunciare in sottofondo le difficoltà della società messicana, chiusa in un claustrofobico status quo.

We Are What We Are (2013)Come usanza statunitense degli ultimi anni, Somos lo que hay si guadagna un remake e nel 2013, Jim Mickle, il regista del discreto Stake Land, scrive e dirige We are what we are. In un Cinema che pare arrancare in cerca d’originalità, il film di Mickle deve principalmente fare i conti con le radici, ben piantate nel Paese d’origine, del lavoro di Grau, essendo ambientato in una cittadina americana poco distante dalle Catskill Mountains. Variano così gli elementi di sfondo e scompare l’allegoria, lasciando intatto il tema principale: Frank Parker si ritrova a dover badare ai tre figli dopo la morte della moglie. Il patriarca assurge ai suoi doveri con severità e inquietante fervore, cercando di mantenere intatta a tutti i costi la particolare eredità di famiglia, un’eredità di sangue e carne umana. Da secoli, infatti, i Parker nascondono un segreto e quando Frank insisterà nel rispettare l’ancestrale costume, toccherà alle recalcitranti figlie Rose e Iris mantenere viva l’usanza di famiglia, proseguendo il rito che solo le donne di casa possono continuare. Almeno fino a quando le piogge torrenziali non porteranno alla luce strani reperti, che condurranno la polizia vicino al loro segreto.

we are 4Naturalmente allontanandosi dall’originale, Mickle gioca con l’atmosfera piovosa e cupa, creando un american gothic che si muove abbracciato ad una inquietudine palpabile. Lontano da una politica commerciale, dalla trappola di un’ormai abusato dark-style da commedia nera e dallo humor facile d’ultima generazione, We are what we are è un film che si inoltra su sentieri impervi e rischiosi, andando a toccare un tipo di religiosità che ancora oggi, dentro e fuori gli States, spopola principalmente, ma non solo, nei luoghi più isolati. Parlare di fanatismo religioso è come camminare sui carboni ardenti, in un mondo dove esistono kamikaze e creazionisti, ma Mickle e Nick Damici, il suo co-sceneggiatore, stanno ben attenti a costruire la narrazione non sullo stato di fanatismo, bensì su ciò che questo può causare. Siamo lontani dai cannibal movie che hanno fatto la storia del genere, distanti anni luce da Deodato e Lenzi, più vicini, invece, ad opere come Eddie – The sleepwalking cannibal di Boris Rodriguez, sebbene il piglio sia differente e lo humor assente. Nella sua cupezza e nel suo incedere lento e cadenzato, We are si dimostra sobrio ma intelligentemente in grado di risvegliare domande esistenziali sulla famiglia, l’amore, la dedizione, sulla libertà di scelta che ogni essere umano deve possedere, retaggio comune e diritto imprescindibile. Se ad una prima occhiata questo può facilmente essere letto come l’eterno e banale scontro tra laicità e religione, la sostanza è ben superiore e il punto d’arrivo è la libertà stessa.

we are 3Jim Mickle è riuscito ad elevare un indie ad un livello superiore, complice anche un ottimo cast, capitanato da Bill Sage e con Michael Parks, Kelly McGillis, Julia Garner e Ambyr Childers. Se Parks e Sage non hanno bisogno di presentazioni, le due giovani attrici che interpretano le ragazze Parker sono una bella sorpresa: coinvolte, delicate, spaventate, ma anche consapevoli e forti, le loro interpretazioni trasmettono ogni emozione, viaggiando su quel filo teso che è la realtà della famiglia. Sempre più irriconoscibile Kelly McGillis, lontana anni luce dai fasti di Witness e Top Gun, ma funzionale nel ruolo e perfettamente calata nella parte. Sempre sul limite pericoloso, per molti probabilmente attraversato in negativo, che divide la noia dall’interesse, We are non è un film per tutti, incede lento e inquieto, con parole sussurrate e senza quasi mai cadere nello splatter, una trappola che qui avrebbe forse banalizzato, seppur magari fatto apprezzare da un pubblico più vasto, il remake di Mickle. Un remake solo idealmente, poiché la base di partenza è la stessa, ma che si protende in territori diversi, utilizzando l’horror più come pretesto per creare atmosfera, per inquietare e turbare, senza mai eccedere, lungo la strada che porta ad un finale feroce, brutale, senza compromessi ne speranza. Come a voler crudelmente sottolineare  che nonostante tutto, alla fine, noi siamo ciò che siamo.

We are what we are - VOTO: 3/5

Anno: 2013 - Nazione: USA - Durata: 105 min.
Regia di: Jim Mickle
Scritto da: Jim Mickle, Nick Damici
Cast: Bill Sage - Ambyr Childers - Julia Garner - Michael Parks - Kelly McGillis
Uscita in Italia: Febbraio 2014 - Disponibile in DVD:
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