BLOODMAN – Robert Pobi

Se pensate che la torrida estate vi lesinerà brividi di ogni sorta, recuperate questo thriller dalle forti tinte rosso sangue, e godetevelo fino all’ultima pagina: non ve ne pentirete.

“Bloodman”, da noi scoperto mentre spulciavamo esausti gli scaffali delle librerie alla ricerca di qualcosa di tosto, si è rivelato infatti degno delle più alte aspettative. Il protagonista Jake Cole, faccia segnata e vita sofferta, è un agente speciale dell’FBI, ma non un agente qualsiasi. Jake, infatti, ha un’abilità tutta particolare nel registrare ogni elemento sulla scena di un crimine e riuscire a immedesimarsi nel colpevole.

Detta così potrebbe sembrarvi la solita americanata, di quelle che poi finiscono per ispirare il classico film giallo del sabato sera. E invece, per mantenere il paragone cinematografico, questa storia apparentemente banale è diretta da un David Fincher, forse ancora acerbo in certi sottili dettagli, ma che ci ripaga ampiamente con una scrittura serrata, con la capacità nel gestire meravigliosamente i colpi di scena e i flashback, e soprattutto con un talento non comune nello stravolgere, in un coup finale da maestro, tutto quello che pensavate di aver capito fino a quel momento, facendovi spesso credere di aver scoperto il colpevole assai prima della fine, e poi demolendo le vostre certezze come un castello di carte.

Ambientato in una piccola comunità minacciata da un imminente uragano (il che accresce il senso di disastro, di claustrofobia e di pericolo), “Bloodman” è un gioco di specchi raffinato, un intrattenimento piacevole e mozzafiato, che mescola un background rodato e una psicologia dei personaggi convincente e ben cesellata, in un mix che renderà difficile staccarsi dalle pagine.

Gli omicidi a base di vittime scuoiate  “a vivo” non risparmieranno ai lettori più famelici la giusta dose di carneficina, con un gusto quasi scientifico per il dettaglio, ma senza mai sfiorare la pornografia. Pochi elementi spiazzanti non fanno che aumentare la salivazione e il gusto di scoprire un tassello dopo l’altro. Perché in effetti, dopo lo shock iniziale di aver scoperto la dinamica reale della trama, si capisce anche che – a saperli leggere – gli indizi ci sono tutti: semplicemente non li abbiamo voluti vedere, auspicando un finale classico e in linea con il nostro tradizionale concetto di bene e male, piuttosto che… beh, come va a finire non ve lo raccontiamo certo noi!

L’autore Robert Pobi, è assai “personaggio” a  sua volta,  e coltiva peculiarissimi interessi, tra quali annovera la caccia allo squalo bianco. Pobi ha all’attivo altri due romanzi: “Mannheim Rex” del 2012, e “River of the Dead” del 2013, entrambi inediti in Italia. Si parla già di un quarto volume, un tecno-thriller, e, non a caso, di una possibile serie televisiva o collaborazione cinematografica.

Se masticate l’inglese, ecco il suo sito web: http://www.robertpobi.com/

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