Apocalittico Long Weekend

Long Weekend

 longweekendRemake riuscito di un classico del cinema apocalittico.

Coppia in crisi decide di trascorrere una vacanza riparatrice in una spiaggia incontaminata ma, complice una serie di minacce provenienti dall’ ambiente circostante, la situazione potra’ soltanto peggiorare, per poi degenerare in maniera drammatica.

Ecco l’apocalisse è arrivata, ma diversa da come ce l’aspettavamo: il riflesso di una natura violentata che si ribella un’ultima volta per non morire. I Spit on Your Grave in chiave ecologista? Forse, ma la visione di Long weekend (versione nuovo millennio) è di quelle che non ti lasciano per molto molto tempo. Magari il film neanche ti piace, forse non arriva a toccare i canonici tasti della tua fantasia, il mostro sbavante, la bella in pericolo, benvenuto in America alieno del cazzo, ma ti resta appiccicato dentro, non è sudore, ma clorofilla, amico mio, il sangue delle piante.

LongWeekend1

La parola Apocalisse deriva dal greco ἀποκάλυψις (apokalypsis), composto di apó
(“separazione”a) e kalýptein (“nascosto”), e non è in caso i protagonisti siano sul baratro del divorzio. La disgregazione della coppia, l’eutanasia di un amore, come recitava anni luce un bel melodramma di Enrico Maria Salerno, è quindi al centro di una tragedia dai toni apocalittici; l’io, l’essere umano visto come fulcro dell’universo che ha nell’amore, nel suo unire lo yin e lo yang dei sessi, la sua stabilità e diventa catastrofe solo nella mancanza di esso. Di segnali biblici il film è denso: la fuga dell’uomo in una via percorsa da serpenti richiama il paradiso terrestre, e in quest’ottica la ribellione del creato nei confronti dell’uomo è punizione verso la tracotanza, l’hubris dell’essere umano che si è fatto beffa dei doni di Dio violentandoli, non rispettando le leggi di un Eden che non ci siamo mai accorti non abbiamo mai abbandonato.

La chiave religiosa di Long weekend viene confermata da un fatto lasciato in secondo piano, ma importantissimo, l’aborto che la donna non ha confidato al marito che annienta un’idea cattolica di matrimonio visto soprattutto come procreazione. La settima profezia e i suoi mari di pesci morti, Fellini e quel leviatano dagli occhi di bambino che Marcello vede sulla spiaggia prima di allontanarsi, la preveggenza dell’apocallisse di M. Night Shyamalan (anche lì come qui una coppia in crisi, anche qui come lì è la natura a giocare un ruolo regio di sterminatore), il cinema è un riverbero di un mare in tempesta, il suo essere parte di un tassello che porta inequivocabilmente al concetto di Cinema in senso assolutistico dove nulla si perde e tutto fa parte di tutto. Certo che davanti a Long weekend ci troviamo un po’ spaesati come davanti a quel mare di tenebra che segnava la catarsi di Liza e John ne L’Aldilà.

Long Weekend - VOTO: 4/5

Anno: 2013 - Nazione: Australia - Durata: 90 min.
Regia di: Jamie Blanks
Scritto da: Everett De Roche
Cast: Jim Caviezel - Claudia Karvan - Robert Taylor - Roger Ward - Lara Robinson
Uscita in Italia: - Disponibile in DVD:

About Andrea Lanza
Si fanno molte ipotesi sulla sua genesi, tutte comunque deliranti. Quel che è certo è che ama l’horror e vive di horror, anche se molte volte ad affascinarlo sono le produzioni più becere. “Esteta del miserabile cinematografico” si autodefinisce, ma la realtà è che è sensibile a tette e sangue.

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