Cinema World War Z – la recensione

World War Z – la recensione

wwzUn budget spropositato, una super stella del cinema, una magistrale esplosione di effetti speciali e il kolossal è servito. E non uno qualunque: il primo kolossal horror, zombie-horror. Si parla addirittura di 200 milioni di dollari investiti in questa maestosa produzione, con Brad Pitt come protagonista assoluto a dominare la scena dal primo al centodiciassettesimo minuto.

Una violenta epidemia sta decimando la popolazione e si diffonde a velocità più che allarmante per l’intero pianeta. Difendersi è difficile perché gli infetti sono bestie feroci private dell’anima e perennemente a caccia di prede da contagiare. Gerry Lane (Pitt) è un agente del governo statunitense ritiratosi dal servizio per rimanere vicino alla famiglia che proprio per garantirne la protezione e la salvezza sarà costretto a prendere in mano le redini della situazione e fronteggiare in prima persona la minaccia, per trovarne i punti deboli e poter contrattaccare.
L’intreccio narrativo si snoda in una molteplicità sorprendente di ambientazioni e luoghi, dipingendo la distruzione e la lotta con i caratteri tipici del disaster movie e una maestosità grafica da oscar agli effetti speciali: il panorama decadente e inquietante delle città devastate è realistico e vivido, così come il viaggio attraverso i vari paesi a cui assistiamo, e la tensione dell’attacco unitamente alla cosiddetta “guerra dei nervi” dominano la quasi totalità del film.

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Brad Pitt e famiglia, durante l’invasione zombie

Il risultato realistico e reso possibile grazie al curioso fenomeno di radicamento della figura dello zombie nell’immaginario collettivo e nell’iconografia cinematografica. Le progressive evoluzioni e modificazioni che questo persecutore non morto ha subito nel tempo hanno dato origine a una figura tutta nuova rispetto alle sue origini folcloristiche caraibiche o artistico-orrorifiche; più moderni e minacciosi, gli zombie di WWZ non sono solo veloci, agili e reattivi, dotati di automatismi abili a superare ostacoli, sono una massa informe di proporzioni mostruose, in grado di travolgere (quasi) qualunque cosa, che si placa solo in assenza totale di stimoli all’aggressione, cadendo in una fase “dormiente” simile al tradizionale stato catatonico. Ben lontano dagli intenti di critica sociale e dalle ambiguità sottese ai lavori romeriani, questi nemici non metaforizzano il disagio dell’uomo moderno, sono puramente morbo, piaga dilagante e pericolosissima, iniezione istantanea di morte e paura.

Brad Pitt e la soldatessa più cazzuta del film!

Dall’omonimo romanzo capolavoro di Max Brooks del 2006, WWZ trae solo ispirazione, discostandosi dall’intento documentaristico e focalizzandosi su un unico punto di vista (quello del protagonista e della sua famiglia) anziché comporre un ricco, approfondito e sfaccettato puzzle di testimonianze di sopravvissuti. Max Brooks dipinge ritratti in primo piano e pone l’attenzione sul singolo, anzi, su tanti singoli, e li fa parlare in prima persona intervistandoli; Mark Foster (regista anche del drammatico Monster’s Ball, e dell’episodio di 007, Quantum Of Solace), al contrario sceglie un solo protagonista e rende il punto di vista di tutto il resto macroscopico e rapido, consentendoci quasi sempre solo una fugace conoscenza dei personaggi. Le scene epiche ed esagerate (nell’accezione più positiva del termine) non mancano, ma un rovescio della medaglia di una produzione su così larga scala (e ampissimo budget) è il limite imposto alla violenza, per cui alla tensione sempre attiva e incalzante non corrisponde mai il disgusto visivo: l’occhio sulle creature non è voyeuristico e queste ultime ottengono raramente il privilegio di un close-up e il sangue non è mai in primo piano. Tenere sotto controllo i dilaniamenti e le esplosioni di cervella in un film sugli zombie non è un compito facile, e infatti diverse scene e addirittura intere sequenze hanno avuto bisogno ritocchi e rifacimenti.

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Zombie scalatori

Per noi italiani la soddisfazione arriva anche vedendo Pierfrancesco Favino difendersi benissimo in un ruolo decisamente non marginale e partecipare attivamente accanto al colosso Brad Pitt alla lotta contro i morti viventi. Qualche elemento di ironia non manca, spesso associato in passato ai filoni di genere, senza mai cadere nel trash che ha caratterizzato più o meno apprezzabili pellicole di simile argomento (vedi Shaun of the Dead). La scelta di Brad Pitt appare quanto mai azzeccata, visto che l’interpretazione non pecca e rende convincenti tutte le sfumature del personaggio, dai traumi pregressi legati alle esperienze di guerra, alla “protettività tenerona” e devota nei confronti della famiglia, allo spiccato piglio per il combattimento e la prontezza di riflessi. Accanto a Gerry Lane e ai suoi figli un solo altro personaggio rimane in scena tanto a lungo da rimanere ficcato con forza nella mente: una soldatessa che ricorda tanto, per aspetto e forza, la cazzutissima Vasquez di Aliens, altro capolavoro in bilico fra fantascienza e horror.

La commistione di stili e generi rende impossibile una netta categorizzazione del prodotto, ma da tutti forse riesce a prendere il meglio e l’adrenalina è assicurata, senza rischiare l’infarto. La letteratura di genere zombesco ha conosciuto solo recentemente una buona fortuna, adombrata nei decenni dai più fortunati vampiri e licantropi, ma onore al merito, il romanzo di WWZ rilancia nell’iperuranio la sorte dei non morti e il cinema di genere non può che godere e gongolarsi per la potenza di questo film, sicuramente un nuovo cult.

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La marea zombie

World War Z - VOTO: 4/5

Anno: 2013 - Nazione: USA - Durata: 116 min.
Regia di: Marc Forster
Scritto da: Matthew Michael Carnahan, Drew Goddard, Damon Lindelof, Max Brooks
Cast: Brad Pitt - Mireille Enos - Matthew Fox - James Badge Dale - David Morse
Uscita in Italia: 27 Giugno 2013 - Disponibile in DVD:

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