Cinema Insidious Capitolo 2: anteprima

Insidious Capitolo 2: anteprima

insidious 2 cover dueQuando un sequel diventa una sfida. Insidious Capitolo Secondo, il film più atteso dell’autunno.

Insidious si può definire con asseveranza il miglior film del 2011 e forse il miglior horror americano degli ultimi cinque anni. Budget scarno, grande incasso, critica specializzata soddisfatta. Da qui l’attesa spasmodica per il secondo capitolo di un’opera definibile barbaglio nel tetro e asfittico panorama ghost house statunitense. Eppure molto si sarebbe dovuto aggiungere su Insidious prima di emettere miracolose sentenze ma tant’è, la corsa al ribasso analitico pare oggi giorno irrefrenabile. Certo, Wan e Whannell, la coppia d’oro del primo capitolo oltre che di Saw-L’enigmista (2004), sono indubbi provetti artigiani nel dare luce a script formalmente ineccepibili, dotati di rigore formale sebbene spesso scevri dal colpo ad effetto risolutore e innovatore; tuttavia anche se  la messa in scena non risulta sempre è all’altezza dello scritto, Insidious è in buona sostanza un buon prodotto. Esso ha infatti il sacrosanto merito di far balzare lo spettatore dalla sedia e, al di là di anodine digressioni, questa è dote per nulla scontata. Inoltre è lungometraggio che si muove su ritmi balzellanti, con movimenti di macchina improvvisi e accelerazioni musicali a far da corollario. E poi clichè, clichè come se non ci fosse un domani, eppure funzionali, come qualcosa di atteso di cui comunque si ha voglia di un’ulteriore ossessiva sbirciata. Ed effettivamente si sbircia, si guarda con bramoso voyerismo. Opera quasi argentiana Insidious, cromaticamente strabordante di rosso, rosso d’atmosfera, poco o nulla emoglobinico. Opera che affonda le radici nell’inquietante compulsione di Oren Peli (produttore di insidious e celebre “padre” di Paranormal Activity, 2007) per la demonologia take away, nella quale la possessione non riguarda le dimore ma le persone nel corso della loro esistenza in una soluzione di continuità disperante. Opera ben riuscita nella sua concretezza, nella sua capacità di individuare nel pubblico la necessità di portarsi un pò di orrore a casa, nel proprio letto, fra le proprie lenzuola, grazie a un’iconografia semplice ma incisiva e ad una trattazione del tema della possessione infantile finalmente credibile dopo il declino del modello ermeneutico post Esorcista (William Friedkin, 1973).

vegia balorda 2In Insidious si gioca la carta della rappresentazione del demone come entità esterna ed interna in contemporanea a corpo e anima dei protagonisti ed è proprio l’alternanza di passaggi dimensionali a confondere e accattivare, a dimostrarsi, in ultima analisi, quid di un film dalla visionarietà limitata ma dal plot marziale. Ed è proprio la sceneggiatura di ferro ad aver limitato paradossalmente la riuscita globale di Insidious, perchè il dramma della famiglia Lambert ha solo parzialmente svelato e  aperto allo spettatore un mondo iconografico potenzialmente fresco e devastante, tuttavia castrato e incastrato fra maglie narrative strettissime in cui i significati vanno ripresi e ricondotti puntualmente senza perdersi in declinazioni surrealiste. Ciò doverosamente premesso, sebbene Insidious non conflagra nella perfezione stilistica, è senz’altro un lungometraggio mirabile, in mano ad autori che sanno come padroneggiare gli stereotipi del genere con estrema professionalità, approdando dopo decenni di assenza nei lidi dorati dei territori di Poltergeist (Tobe Hooper, 1982), strizzando l’occhio, con fare suadente, ai bisogni atavici di un pubblico affamato di emozioni. Pubblico riconoscente, estremamente riconoscente, con incassi che si aggirano intorno ai cento milioni di dollari in tutto il mondo. Da qui l’idea naturale di un sequel  sebbene partorita in un percorso ad ostacoli, con la definitiva partecipazione della squadra vincente del primo capitolo  arrivata tardi e solo dopo le necessarie garanzie di indipendenza creativa da parte della produzione sia per James Wan che per Leigh Whannell.  Il secondo si dichiara tranquillo del successo della nuova avventura e punta ad evitare  paragoni col primo episodio, sottolineando come gli prema più generare nuovi incubi negli spettatori piuttosto che fare gare di incassi a distanza con Insidious, visto che, a suo dire, soldi e orrore spesso non si sposano bene. Wan intanto si gode il suo momento di grazia, con i primi riscontri positivi dall’uscita del nuovo L’ Evocazione- The Conjuring e Insidious 2 in arrivo in autunno.

vegia balordaWan sussurra di un dramma domestico intenso, con sottotesti differenti dal primo film e con un allargamento notevole delle parti girate nel mondo “altrove“. Trama comunque blindatissima  mentre il trailer è stato  presentato da pochi giorni dopo mesi di attesa. Sappiamo che la storia riprenderà da dove era terminato Insidious con la famiglia Lambert alle prese con un segreto d’infanzia che funge da anello di connessione col sovrannaturale. Il cast è interamente confermato con Rose Byrne e Patrick Wilson nella parte dei coniugi Lambert, Barbara Hershey ancora una volta nelle vesti dell’inquietante nonna Lorraine e il piccolo Ty Simpkins ad impersonare Dalton. Per la gioia (!) dei fans più puristi ancora in scena i due ghostbusters faceti Specs e Tucker interpretati da Angus Sampsons e dallo sceneggiatore Leigh Whannell. Anche il team creativo è stato pressochè interamente confermato con Joseph Bishara alle musiche, John Leonetti alla fotografia e Kirk Morris al montaggio. Produttori esecutivi i ragazzacci paranormal capitanati da Oren Peli (Brian Kavanaugh, Steven Schneider, Charles Layton) mentre a sovvenzionare il tutto ci hanno pensato Alliance Films (che farà anche da distributore per gli Usa), Blumhouse Productions, Film District, Im Global e Koom 101. Il  rating severo, (Pg-13) è un discreto indizio di qualità mentre il budget è di poco superiore al primo capitolo di Insidious ma conta poco, considerato l’ottimo risultato del precedente film nonostante la spesa non faraonica (appena 1 500 000 Dollari). Il leggero margine di spesa in più ha permesso comunque l’aggiunta di cinque giorni di riprese   aggiuntive (26 a 21) ritardando così la post produzione. L’uscita nelle sale americane è prevista per il 13 settembre. Sarà un insidioso, caldo, autunno.

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httpv://www.youtube.com/watch?v=KgjkZYDm388

About stefano paiuzza
Appassionato d'horror da tempi recenti ma affascinato dalla paura da sempre. Ama in particolar modo il cinema europeo ed extra hollywoodiano in genere. Sogna una carriera come critico cinematografico e nel frattempo si diletta tra letture specifiche e visioni trasversali. Lavora a stretto contatto con la follia o forse è la follia a lavorare su di lui. Se fosse un regista sarebbe Winding Refn, uno scrittore Philip Roth, un animale una tartaruga. Ha pronto uno script per un corto ma non lo ha mai fatto leggere. Citazione preferita: "La dittatura è dentro di te" Manuel Agnelli.

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Comments

Posted On
giu 17, 2013
Posted By
Eddie_Shenker

Speriamo, anche perchè il primo non mi ha detto nulla!

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