Apocalittico Aftershock

Aftershock

aftershock-movie-mDisaster movie girato come un horror: interessante, ma superficiale.

Sulla costa di Valparaiso, in Cile, la vacanza del turista americano Gringo (Eli Roth), giunto in visita all’amico Ariel (Ariel Levy) dopo aver posto fine al suo matrimonio, volge al meglio quando incontra un gruppo di tre belle turiste (Natasha Yarovenko, Andrea Osvart e Lorenza Izzo) con cui andare a divertirsi. Quando però nel corso della notte un violento terremoto colpisce la zona e devasta ogni cosa compreso il nightclub sottorraneo in cui si stanno divertendo, il terrore prende il sopravvento e cercare di raggiungere la superficie sarà solo l’inizio del caos infernale che li attende una volta all’aria aperta.

Eli Roth è un regista che nel giro di pochissimo tempo si è imposto un po’ prepotentemente nel panorama horror. Questo è accaduto grazie alle sue amicizie, prima David Lynch che patrocinò la sua opera prima poi Quentin Tarantino che benedisse le altre due. Non vogliamo dire che Eli non sia bravo, solo la sua importanza nel genere horror è limitata a tre film, belli per l’amor di Dio (almeno Cabin Fever e il primo Hostel), ma ben lungi da essere capolavori.

aftershock eli roth sangue splatter sex naked hot nudità violenzaSinceri per sinceri: Eli Roth è raffinato registicamente come un macellaio intento a tagliare un quarto di bue, di certo non un autore elegante, ma abbastanza furbo da capire i gusti del pubblico pagante. Le sue opere sono pugni allo stomaco, originalità forse zero, ma dalla grande confezione e dalle potenti scene madri sia che si tratti di mostrare una storia vagamente debitrice a Evil dead sia che cavalchi il filone fresco dei torture porn, con tutto l’armamentario di trovate pubblicitarie shock (sacchetti per il vomito, dichiarazioni di autocensure all’opera) che fanno tanto B movie da Drive in. In questi anni poi Roth ha lasciato pure da parte la macchina da presa per concentrarsi sulla sua carriera da attore con Bastardi senza gloria dell’amico Tarantino e questo Aftershock che scrive e produce pure. Il film di Nicolás López, autore cileno di commedie, ha tutti i difetti e pregi dell’opera tipo rothiana, superficiale nei personaggi ma tesissimo nel costrutto con una marea di nefandezze che potrebbero riempire almeno due pellicole. Il film si basa su eventi reali, lo spaventoso terremoto accaduto in Cile nel 2010, una sciagura di proporzioni gigantesche. Leggiamo su Wikipedia:

Il terremoto in Cile del 2010 è stato un evento sismico verificatosi a largo della costa del Maule in Cile il 27 febbraio 2010 alle ore 3:34 locali, (6:34 UTC) con una magnitudo di 8,8 Mw durato per circa tre minuti. È stato il più forte terremoto che ha colpito il Cile dal 1960 (9,5 Mw, il più forte mai registrato), e il più forte al mondo dal Maremoto dell’Oceano Indiano del 2004. Il sisma ha liberato un’energia 1.000 volte maggiore rispetto al terremoto di Haiti dello stesso anno ed è stato 30.000 volte più potente del terremoto dell’Aquila del 2009[5].Gli scienziati della NASA hanno appurato che il terremoto è stato così potente che ha spostato l’asse di rotazione terrestre di 2,7 millisecondi di arco, pari a 8 centimetri e di conseguenza ha accorciato la durata delle giornate: il cambiamento, seppur minimo, sarebbe permanente, con una riduzione di 1,26 microsecondi della durata del giorno.Le città che maggiormente hanno avvertito la scossa (IX grado della scala Mercalli, rovinosa) sono state Talcahuano, Arauco, Lota, Chiguayante, Cañete e San Antonio. Nella capitale Santiago del Cile il sisma è stato avvertito con una forza pari al VIII grado della scala Mercalli, distruttiva. Il sisma è stato anche percepito in molte città argentine come Buenos Aires, Córdoba, Mendoza e La Rioja. L’allerta tsunami ha interessato ben 53 paesi. Il presidente Michelle Bachelet ha dichiarato lo “stato di catastrofe”. I morti accertati ed identificati per il sisma sono 452, mentre i dispersi 52. Due milioni gli sfollati”.

aftershock-eli-lopez  Aftershock è comunque l’approccio più originale al blasonato tema dei disaster movie: regista e produttore girano un qualsiasi Roland Emmerich da fine del mondo come se si trattasse di un capitolo apocrifo di Final destination. Ecco quindi che il miserrimo budget da prodotto di cassetta ricco, 10 milioni di dollari, viene gestito in maniera così arguta da sembrare almeno dieci volte tanto: palazzi che crollano, onde alte venti metri e distruzione, distruzione, distruzione, così tanta che è palpabile anche a te spettatore che stai seduto, culo ben piantato sulla poltrona, a goderti questo horror non horror. Oltretutto il background di López fuori dal genere horror lo si evince dall’approccio con la materia, un po’ come fece Marc Webb, regista esterno al cinecomix, con Amazing Spiderman: il film inizia a quasi mezz’ora dall’inizio con prima tutti i personaggi intenti a fare altro come fossimo in una sorta di Una notte da leoni ambientato in Cile. Certo poi arriva l’inferno con mani amputate, teste che saltano, corpi schiacciati e fatti a pezzi, ma è proprio in quella mezz’ora iniziale che si percepisce che Nicolás López è interessato appunto a tutto fuorchè al budello explotation, alle chiacchiere, ai rapporti umani, ai problemi di tutti i giorni. Lui che in Cile ha fatto i milioni con una commedia folle che mischia umori alla Moccia con supereroi obesi, sembra quasi che nella seconda parte diventi più distratto e si lasci sovrastare dalla superficialità fracassona degli effetti speciali e dei colpi più serrati e inverosimili. Si arriva ad un certo punto, nel finale, dove un personaggio è così mal strutturato che diventa di colpo cattivo senza che prima abbia fatto nulla per esserlo, anzi, basta che riveli un tatuaggio chiarificatore ed ecco che il suo sguardo cambia e imbraccia una falce come nel peggior slasher telefonato. E’ questo il difetto principale del film, essere inverosimile, non riuscire a far appassionare il pubblico alla sorte dei vari personaggi sia che muoiano in maniera atroce sia che sopravvivano alle peggiori sciagure: Aftershock è in tutto e per tutto in questo un prodotto usa e getta, una pellicola girata con impressionante perizia ma che arrivi un po’ annoiato alla fine, un finto Eli Roth girato da un regista che perde, come il suo pubblico, interesse, minuto dopo minuto, alla vicenda. Se Aftershock  fosse stato girato dall’autore di Cabin Fever avremmo avuto un film simile, sicuramente, ma più esaltante ed esaltato nella messa in scena personalissima. Certo che se ci si tappa il naso e si cerca di non essere troppo esigenti nella storia, il film, come detto, è visivamente impressionante, solo manca d’anima. Attori comunque tutti in forma e cammeo quasi invisibile della divetta Selena Gomez. Stupisce tra l’altro per bravura la protagonista Andrea Osvart, la stessa che solo qualche mese fa aveva tacciato di cagneria nella sua trasferta italica alla corte di Lamberto Bava.

Aftershock - VOTO: 2/5

Anno: 2012 - Nazione: Cile/USA - Durata: 90 min.
Regia di: Nicolás López
Scritto da: Eli Roth, Nicolás López, Guillermo Amoedo
Cast: Andrea Osvart - Eli Roth - Lorenza Izzo - Nicolás Martínez - Natasha Yarovenko
Uscita in Italia: - Disponibile in DVD:

About Andrea Lanza
Si fanno molte ipotesi sulla sua genesi, tutte comunque deliranti. Quel che è certo è che ama l’horror e vive di horror, anche se molte volte ad affascinarlo sono le produzioni più becere. “Esteta del miserabile cinematografico” si autodefinisce, ma la realtà è che è sensibile a tette e sangue.

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