Animazione Stitches: anteprima

Stitches: anteprima

Un pagliaccio britannico assai vendicativo: Stitches,quando non c’è proprio niente da ridere.

Il Cinema horror britannico è in uno stato di grazia indiscutibile da oramai due o tre stagioni. Le produzioni indipendenti sono  godibili tanto quanto quelle più costose e ciò è indice di una maturità culturale che prescinde dalla mancanza di sovvenzioni statali o da ragioni prettamente finanziarie in senso più ampio. Tradotto: quando c’è una buona idea e un pubblico disposto a crederci, l’arte funziona senza bisogno di vittimistiche rivendicazioni e piagnistei nostalgici. Il riferimento è ovviamente al nostro Cinema di genere, bistrattato e mal distribuito, ma anche incapace di affermarsi qualitativamente (salvo rare occasioni) e sempre poco sincero nell’ammettere la pochezza di idee e coraggio ma più votato allo “scarica barile”. Tema complesso. Lo riprenderemo.

Intanto, come dicevamo, Albione mette a segno un altro colpo vincente con un film pronto a sbarcare negli States con premesse vincenti grazie a un ottimo riscontro in patria e grazie all’entusiasmo dei maggiori portali americani, assolutamente convinti della prova del regista Conor McMahon e della sua troupe. Già ampiamente disponibile in rete, Stitches ha convinto anche gli appassionati “smanettoni” che hanno invaso i forum con commenti positivi ed elogi al ritorno ad un sano slasher intriso di cinismo e ironia nerissima. Slasher puro e duro, produzione anglo-irlandese, molto gore e plot semplice ma efficace, con un pagliaccio assassino che si vendica di alcuni bambini, nel frattempo cresciuti, responsabili di pubblico ludibrio durante una festa di compleanno. Il caro clown non sembra aver accettato serenamente la marachella di sei anni prima e, più incazzato e sanguinario che mai, darà vita a una carneficina proprio in occasione di un nuovo party. McMahon è un giovanotto irlandese amante del sangue a fiumi e del rigore formale che, già con lo zombesco Dead Meat (2004) e con il grezzo ma efficace Braineater (2001), aveva dimostrato un certo talento e una capacità di dosare budget irrisori e set microscopici senza tuttavia mai sfigurare. Al suo servizio il comico istrionico Ross Noble, abituato al teatro surrealista e qui alla prima in un film, oltre al giovanissimo e promettente Tommy knight.

Prodotto da Dark Sky Films Stitches tratta un tema interessante quale il trauma, qui analizzato sia dal punto di vista della vittima, il gruppo di ragazzini cresciuti nell’egoismo e nella superficialità e per questo puniti severamente, sia da quello del carnefice, il clown, umiliato e rancoroso. Altro spunto interessante è l’indagine dell’orrore clownesco, appendice del circo degli orrori, paradosso inquietante della figura scherzosa e infantile che si rivela come essenza del male, icona sperimentata  e snocciolata in abbondanza  prima e dopo la cristallizzazione immortale di tale archetipo voluta da King in IT.

Nuovo cult in arrivo? C’è chi giura di si. Dio salvi la regina e il suo Cinema horror contemporaneo e abbia pietà del nostro, allegoria di un paese spaesato, sempre in cerca di se stesso come un clown sotto il telone di un circo di provincia. E anche in questo caso, non c’è nulla da ridere.

httpvh://www.youtube.com/watch?v=BjpvHBndhNM

About stefano paiuzza
Appassionato d'horror da tempi recenti ma affascinato dalla paura da sempre. Ama in particolar modo il cinema europeo ed extra hollywoodiano in genere. Sogna una carriera come critico cinematografico e nel frattempo si diletta tra letture specifiche e visioni trasversali. Lavora a stretto contatto con la follia o forse è la follia a lavorare su di lui. Se fosse un regista sarebbe Winding Refn, uno scrittore Philip Roth, un animale una tartaruga. Ha pronto uno script per un corto ma non lo ha mai fatto leggere. Citazione preferita: "La dittatura è dentro di te" Manuel Agnelli.

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