Comunicati Diario di un sopravvissuto agli zombie: il Contest

Diario di un sopravvissuto agli zombie: il Contest

In attesa dell’uscita di Diario di un sopravvissuto agli zombie di J.L. Bourne Horror.it offre a tutti i walking dead addicted l’occasione di testare la propria cultura finematografica di serie “Z”.

Quello che segue è un piccolo memoriale in stile Dy by Day Armageddon ambientato nel belpaese. Nel testo sono nascoste due citazioni che rendono omaggio a un film e a una serie tv. Ai primi tre che riusciranno a “decifrarle” per primi, in regalo una copia del volume messe in palio dalla casa editrice Multiplayer.it

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Dall’edizione on line del quotidiano Il Corriere della Sera del 1 gennaio 2005

«Piangiamo i nostri morti, piangiamo migliaia e migliaia di morti di tante nazioni, lontane nello spazio, vicine nel lutto. 

Di giorno in giorno, di ora in ora, il bilancio delle vittime e dei dispersi aumenta oltre ogni previsione. Si impone una riflessione sul significato che ha, per tutti gli uomini, una tragedia senza precedenti nella nostra memoria, che stiamo tutti vivendo in modo diretto, attraverso le immagini della televisione. Mai come ora sentiamo che il mondo è uno …» 



Queste sono state le ultime parole pronunciate dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi prima che un folle lo ferisse a morte.

L’attentatore, identificato come Paolo Ferretti, uno dei cameraman che stavano riprendendo in diretta il discorso di fine anno del Presidente, ha squarciato la gola del Capo dello stato e si è accanito su di lui con inaudita ferocia.

Inutili i tentativi di allontanare Ferretti in maniera incruenta. Solo l’intervento dello staff di sicurezza del Presidente, che ha colpito l’uomo alla testa con un’arma da fuoco, ha messo fine alla raccapricciante aggressione, che si è consumata in diretta, davanti agli occhi attoniti di milioni di telespettatori.

Da Il Giornale.it, edizione del 2 gennaio 2005

Silvio Berlusconi è entrato nelle nostre case con un video-messaggio di ottimismo e di speranza che vuole spazzare via l’allarmismo che si sta diffondendo di ogni ora in tutto il paese.

«Care amiche e cari amici, vi parlo direttamente dalla sala d’aspetto dell’ospedale Fatebenefratelli di Roma. Sono ambasciatore di una buona notizia che, sono sicuro, riscalderà il cuore di tutti gli italiani. Il Capo dello Stato, irresponsabilmente dato per morto, è invece tornato alla vita. Mentre già i familiari – e prima di tutti la cara signora Franca – si preparavano per accompagnarlo nell’ultimo viaggio, il Presidente, da combattente qual è, ha riaperto gli occhi. Non è ancora in grado di comunicare, ma si muove autonomamente e i medici sono ottimisti.
Chi voleva colpire lui e con lui lo Stato in questo momento così difficile sappia che ha fallito.
Così come hanno fallito gli avvoltoi che volevano approfittare del momento di difficoltà che sta vivendo il mondo intero per colpire Me…

Comunicato diramato dalla Presidenza del consiglio a tutti gli organi di stampa il 3 gennaio 2005

Il governo ha fatto tutto quello che doveva fare per garantire la vostra sicurezza. Le frontiere sono state chiuse in via precauzionale e milioni di dosi di vaccino contro il virus H1n2 sono già state distribuite in tutti i pronto soccorso d’Italia. Il presidente Ciampi ha firmato dall’ospedale lo stato di emergenza nazionale, il Parlamento riunito in sessione plenaria straordinaria ha posto le forze armate sotto il controllo temporaneo della Presidenza del Consiglio. Vi chiediamo di essere forti e di avere fiducia. Insieme supereremo anche questa difficoltà…».


Da Indymedia.org 3 gennaio 2005 

Al momento non esistono prove che Ciampi sia ancora vivo. Né il Quirinale, né il governo, né il Parlamento hanno potuto negare la correlazione tra “l’attentato” di cui sarebbe stato vittima il capo dello stato e la pandemia di H2N2 che sta decimando la popolazione mondiale. Abbiamo notizie di rivolte in tutte le principali capitali del globo e testimonianze video di malati in stato semiconfusionale che aggrediscono tutte le persone che hanno intorno.

Da Il Messaggero, edizione straordinaria del 4 gennaio 

Roma è paralizzata, l’intero raccordo anulare si è trasformato un unico, immoto, fiume di macchine. Il traffico impazzito rende impossibile lasciare la città. I voli aerei di linea sono stati cancellati e gli aeroporti di Fiumicino e di Ciampino sono sotto il controllo dell’esercito. Le stazioni di Roma Termini e Roma Tiburtina si sono trasformate in smisurati campi-profughi, ma il numero di convogli in movimento è pari a zero.

Da Indymedia Roma 5 gennaio

Dalla periferia al centro della città si alzano colonne di fumo e i militari hanno violentemente caricato un gruppo di manifestanti che si era riunito davanti alla Camera dei deputati per chiedere la sospensione della vera e propria legge marziale cui siamo sottoposti. Ci sono state decine di feriti e almeno venti morti.
Un nuovo presidio è convocato per stasera alle 19.00. Accorrete tutt@!

Dal Tg1, edizione delle 13,30 del 6 gennaio 2005

«Gratiam tuam quaesumus, Domine, mentibus nostris infunde;ut qui, angelo nuntiante,Christi Filii tui Incarnationem cognovimus,per passionem eius et crucem,ad resurrectionis gloriam perducamur…  

Questa la preghiera di Papa Giovanni Paolo II pronunciata nel tradizionale Angelus dell’Epifania. Come il discorso del Papa, la preghiera è stata trasmessa in video conferenza dalla residenza di Castel Gandolfo a causa delle straordinarie misure di sicurezza che il Vaticano ha messo in campo per tutelare l’incolumità del Santo Padre…»

Dal sito dell’Ansa, 7 gennaio 2005

(Ansa) – ROMA, 7 GENN – La signora Carla Ciampi sarebbe ricoverata da quattro giorni nello stesso reparto allestito per il Capo dello Stato. La prognosi della First lady è riservata, le condizioni disperate. Nessuna conferma ufficiale di questa notizia è finora giunta dal Colle.
Fonti interne all’ospedale riportano centinaia di casi di contagio da influenza e una trentina di feriti gravissimi tra pazienti, personale medico e infermieristico e parenti dei degenti. Molti dei malati riporterebbero gravi traumi facciali, ferite da morso ed evisceramenti completi.
L’intera Isola tiberina è stata isolata e tutti i pazienti trasportabili sono stati inviati ad altre strutture ospedaliere.

Da Repubblica.it edizione del 6 gennaio 2005

(…) Il presidente del Consiglio avrebbe lasciato la capitale a bordo di un elicottero militare alla volta della sua residenza in Sardegna…

Dal sito del Centro Sociale Occupato Autogestito Spaziolibero di Roma 7 gennaio 2005

A TUTTI GLI ABITANTI DEL QUARTIERE:
All’interno delle mura della Ex fabbrica è stato allestito un centro di soccorso per le persone che hanno bisogno di cure mediche, di cibo e di un posto dove andare.
Gli abitanti del campo Rom, gli uomini, le donne e i bambini, che fino a ieri vivevano sotto minaccia di sgombero, hanno messo a disposizione posti letto, risorse ed energie per accogliere quei cittadini che avrebbero voluto vederli cacciati, lontano dalle loro case e dalla loro vista. Il muro di cinta della fabbrica offre una ragionevole protezione dalle aggressioni esterne, manteniamo, per il momento, l’accesso all’acqua e all’elettricità. Ma abbiamo bisogno di tutto l’aiuto (vestiti, cibo, coperte, medicine…) che potrete darci…

Dal blog di Danilo Aimo

15 gennaio 2005

Dani, non ho tue notizie da quasi due settimane. La tv non trasmette quasi più nulla. Le pagine web di tutti i quotidiani sono ferme da giorni. Persino la chat con cui, fino a martedì, ho mantenuto i contatti con alcuni amici a Roma e Viterbo, è morta.
Sono tutti morti e forse sei morto anche tu.
Mi sono ricordata del tuo blog e dopo qualche tentativo a vuoto sono riuscita a indovinare la password. Non mi stancherò mai di dirtelo: Sei troppo prevedibile!
Spero di non sbagliarmi nemmeno questa volta. Penso che se sei ancora lì da qualche parte non potrai fare a meno di dire la tua su questo delirio che ci circonda.
Ti lascerò un messaggio ogni giorno a quest’ora. La connessione viene e va e questo è il momento in cui la rete è meno “carica”. Rispondi, se puoi. A domani, Lory.

16 gennaio 2005

Ti racconto quello che è successo qui da quando sei partito. Mi auguro che presto tu possa fare lo stesso. Quando le cose si sono messe male papà era al maneggio. I cavalli erano soli da giorni e non c’era modo di sapere se lì le cose fossero a posto. Paolo non rispondeva al telefono, né al fisso né al cellulare, e idem per Maria Grazia e Karim.
È partito all’alba con la jeep e i cani. Non l’ho più visto o sentito da allora.
Mamma stava già male, è stata tra i primi a essere contagiata.
Era andata da zia Rosa per vedere come se la stesse cavando. Ha notato subito che qualcosa che non andava: la porta era semiaperta, c’erano sangue e mosche dappertutto. Un odore nauseabondo si spandeva già oltre il cortile.
L’ha trovata seduta sulla poltrona del ricamo che rosicchiava una roba strana.
Mamma ha chiamato forte Dora, la badante, ma lei non ha risposto.
Quando si è avvicinata si è accorta che la zia stava sbocconcellando una mano. Ha riconosciuto l’anello, quello del Giubileo. Ha provato a levargliela ma la zia ha è saltata su all’improvviso (Saltata capito? Altro che sedia a rotelle…) e l’ha morsa a una mano. Si è salvata colpendola fortissimo con il bastone della flebo.

17 gennaio 2005

Oggi mamma ha smesso di respirare da sola. L’ho attaccata all’ossigeno e l’ho portata nella grottina in giardino. Ho sprangato la porta e bloccato l’entrata con il trattore per le foglie secche.

18 gennaio 2005

Roberto, il nostro vicino, ha telefonato stamattina. Lo squillo dell’apparecchio mi ha gelato il sangue. Sembrava così innaturale che sono rimasta a fissare la cornetta per un’infinità, rispondendo appena in tempo.
La voce dall’altro capo mi ha avvisato che lui e suo figlio Valerio hanno intenzione di bloccare la strada vicinale. Sbarrando il passaggio all’altezza del ponte sull’autostrada e dalla parte opposta, dove c’è il ponticello vicino alla cava, dovremmo stare relativamente tranquilli. Mi ha chiesto di accompagnarli per fare “da palo”.

19 gennaio 2005

Missione compiuta! Ci siamo avventurati in macchina fino al campo di Farine Laziali, Roberto e Valerio davanti, io e la piccola Giulia (che non è più tanto piccola) dietro. Noi ragazze avevamo due vanghe piuttosto grosse e un martello “da cintura”. Ho avuto paura di non riuscire a maneggiare l’attrezzo pesante, ma, tutto sommato, mi sono abituata abbastanza in fretta.
Dentro una delle macchine c’era Pizzichetti. Aveva mezza faccia spaccata e continuava a sbattere la fronte e le mani sul vetro. Roberto e Valerio si sono arrampicati sulla trebbiatrice. Roberto ha impugnato la maniglia dal lato del “guidatore”, Valerio si è posizionato nello stesso modo dall’altra parte dell’abitacolo. Io e Giulia aspettavamo di sotto, controllando la situazione.
Quando ha visto Roberto il morto è impazzito, vedevo il sangue e la bava esplodere sul cristallo, se non fosse stato veloce credo che, vetro blindato o meno, l’avrebbe divorato. Roberto si è appeso allo sportello appiattendosi sulla fiancata; di scatto ha spalancato l’abitacolo e Valerio ha colpito Persichetti in piena testa dall’altra parte, facendolo sbilanciare verso il basso. Quando è arrivato giù lo abbiamo finito con le vanghe.
Quella di Giulia si è incastrata nel cranio di quella cosa. L’abbiamo tirata via con molta difficoltà. Giulia ha pianto perché la sua giacca preferita era coperta di sangue e materia cerebrale spappolata. Roberto l’ha presa in braccio per farla calmare.

19 gennaio 2005

Credo che mamma si sia “svegliata”. Sento i suoi gemiti e il rumore che fa cercando di uscire. Quanto durerà? Questi esseri hanno davvero bisogno di mangiare (sono morti!) e quanto possono resistere senza? Mi chiedo se ci sia una morte dopo la morte.

20 gennaio 2005

Oggi viene la parte veramente difficile. Siamo saliti sul ponte per dare un’occhiata al perimetro della cava. Sappiamo per certo che c’è qualcuno dentro il capannone principale, vediamo una sagoma che vaga avanti e indietro davanti al finestrone. L’ufficio con le chiavi dei camion si trova in fondo alla struttura. Per arrivarci dovremo liberarci del “padrone di casa”.

21 gennaio 2005

È stato orribile. Tutto è orribile, noi siamo orribili.
Stamattina presto siamo scesi alla cava. Scavalcare il cancello non è stato un problema. Il cane, che mi faceva sempre morire di paura, quando passavo in bici, è una carcassa marcia, sbiadisce a pochi passi dall’entrata.
Arrivati davanti al capannone abbiamo avuto la prima brutta sorpresa. Il portellone era bloccato, sbarrato dall’interno. Le tronchesi non ci sono servite a molto, vedevamo dall’interno una pila di mobili per ufficio e materiali edili. Probabilmente qualcuno aveva cercato di nascondersi. Quando ti mordono, però, non c’è più niente o nessuno da cui nascondersi.
Abbiamo dovuto modificare il piano originale perdendo un sacco di tempo. Se non fosse successo magari le cose sarebbero andate diversamente.
Valerio era stato alla cava spesso, per lavoro, si ricordava di una finestrella nella segreteria.
In alto, ma non troppo in alto per due persone abbastanza robuste e abbastanza disperate.
Io ho fatto un gran casino per attirare il morto nell’angolo più lontano del perimetro. Non sapevo quanto ci sarebbe voluto per saltare dentro e trovare le chiavi. Tenevo il conto dei secondi mentalmente, al ritmo dei colpi dei miei pugni sulla saracinesca. Sono sicura di essere andata fuori fase dopo i primi cinque secondi.

Poi ho visto Roberto correre verso di me e sono quasi morta d’infarto. Aveva una faccia stravolta e gridava cose senza senso. Quando mi sono accorta di aver smesso di picchiare mi sono girata verso i vetri e il morto non c’era più. Era accasciato ai piedi di Valerio. Valerio mi guardava, un sorriso stolido a condire uno sguardo vuoto e terrorizzato. Perdeva sangue dal ventre, tantissimo sangue.
Roberto ha preso a gridare forte e a picchiare più forte sui finestroni. Valerio ha appoggiato la testa sulla sua attraverso il vetro. Poi ha preso le chiavi e le ha lanciate di fuori facendole passare in una delle feritoie in alto.
Ci ha fatto “ciao” con la mano. Ho preso Giulia e l’ho trascinata via.

21 gennaio 2005

Ho dormito con Giulia a casa sua. Quando ho aperto gli occhi Roberto era seduto a fissarci sul divano. Mi ha detto di aver sistemato i camion. Siamo salvi (ah, ah, ah)!

22 gennaio 2005

Oggi ho perlustrato l’autostrada dal ponte con il tuo binocolo. Le macchine sono tante ma ho visto soltanto tre o quattro di loro. Se solo possedessi un fucile, sapessi usarlo e avessi la stessa media di centro di Lee Harvey Oswald, potrei arrivare indisturbata fino al casello di Attigliano. Cioè a dieci minuti da papà.

23 gennaio 2005

Come si mette in moto una locomotiva? Rimpiango di essere l’unica persona della zona a non avere un dipendente delle Fs in famiglia.
E dire che la stazione più piccola (e quindi meno popolata e quindi più sicura) della provincia è a un chilometro (in linea d’aria) dalla mia porta.

Le strade ferrate restano la via più veloce per lasciare la zona e un convoglio-motore potrebbe rivelarsi allo stesso tempo un rifugio, un mezzo di trasporto e uno strumento di offesa per liberarsi degli erranti su i binari.
Se fosse un film americano ora avrei al mio fianco un cavaliere senza macchia, bello come il sole, nonché ingegnere meccanico con l’hobby del trasporto ferroviario.

23 gennaio 2005

Continua l’esplorazione di vie di fuga per super-hero. Quattro ore passate a perlustrare col binocolo l’area esterna dell’XI deposito Centrale dell’Aeronautica Militare. Alcune domande in ordine d’importanza:

– Quanti militari vivono in una Santa Barbara?
– So che molti dipendenti arrivavano col treno. Nel parcheggio ci sono dieci automobili. Quante persone (vive e non morte) è lecito presumere che ci siano all’interno?
– In un deposito oltre alle armi, vengono custoditi cibo e medicine?
– Posso imparare a usare un fucile da autodidatta?
– Il fatto che nessuno risponda al telefono che implica che:

a) sono tutti morti
b) rispondono solo ai canali militari

Se non sono tutti morti, perché non stanno bonificando la zona con le armi?
Se non sono tutti morti noi tre (Roberto, Giulia e io) saremmo in grado di bonificare la zona?

23 gennaio 2005

Roberto mi ha chiesto se voglio andare a stare da loro. Unendo il cibo e razionando l’energia e la legna potremmo tirare avanti per almeno tre mesi senza arrischiarci fuori.

24 gennaio 2005

Giulia non apre più bocca. Sono rimasta seduta davanti a lei tutto il giorno mentre Roberto fortificava i recinti della nostra “zona rossa”. Sono rientrata a casa senza avere scambiato una parola con anima “viva”.

25 gennaio 2005

Sorpresa, sorpresa!
Mentre facevo la quotidiana perlustrazione dell’autostrada ho visto o passare un convoglio di circa venti bikers. C’erano due persone su quasi tutti i mezzi e il passeggero liberava la strada dagli zombie a colpi di arma da fuoco (ho contato tre fucili, per il resto non saprei dire il calibro delle pistole). Hanno fatto piazza pulita. Credo che il loro capo mi abbia vista. Io di sicuro ho visto lui: capelli neri, occhi scuri, baffoni. Uno che già prima di questo casino dormiva con il giubbotto di pelle e il machete sotto il cuscino e ora se ne va in giro a collezionare cervelli.
Per fortuna non deve avermi considerato una minaccia o un bottino per cui valesse la pena ammaccare la sua lama.
Dio salvi i motociclisti dell’Armageddon, per qualche ora almeno ho la strada spianata!

26 gennaio 2005

Il ciclismo su pista zombie non è una disciplina olimpica? Peccato, con la performance di ieri il medagliere completo sarebbe spettato a me. Ho viaggiato carica al massimo, mi sono dovuta fermare spesso per aggirare le macchine e i cadaveri, eppure il viaggio è stato, tutto sommato, velocissimo e indolore.
Non posso dire lo stesso dell’arrivo qui.
Ho trovato due bestie agonizzanti, squarciate in più punti come se fossero state aggredite da un lupo sotto crack. I lembi di carne erano sparsi ovunque. Se questi esseri necessitano nutrimento la carne equina non deve essere nella loro top five alimentare.
Una persona con un minimo di pietà avrebbe messo fine alle loro sofferenze. Una fucilata con sguardo mesto idealmente volto verso la grande frontiera americana.
Ma questo non è il Texas e io non ho un fucile. Di finirli a pietrate neanche a parlarne.
La vecchia me sarebbe distrutta, io mi limito a ringraziare il cielo per non aver avuto altri “agonizzanti” da finire.
Davanti alla porta, ammonticchiati nella mia personalissima Guernica, ci sono papà, Karim e due sconosciuti. Tutti con un foro in mezzo alla fronte.
Motociclisti, la filmografia horror non rende loro giustizia…

Ps.
Come avrai capito qui la linea funziona ancora, ho usato il pc di Karim

27 gennaio 2005

Sono entrata negli alloggi di Maria Grazia. Era seduta sul divano. Il fucile accanto al suo corpo, metà del cranio spiaccicato sul muro, intorno una marea di vestiti e oggetti sparsi ovunque. È sempre stata una precisa, non posso credere che la sua stanza fosse ridotta così. Però ha lasciato un messaggio, come fanno le persone serie, prima di andare via. “Dio perdonaci” scritto con il sangue, chissà il sangue di chi….
Per distrarmi ho pulito le stalle e sfamato le cavalle. Baby J. e Blue Bird sono giovani e forti, se la caveranno. C’è acqua e cibo, più il resto del mondo da esplorare. Vanilla, invece, verrà con me.

28 gennaio 2005

Oggi abbiamo avuto “visite”. Ho visto un gruppetto transitare in direzione sud. Forse l’odore dei cadaveri davanti alla porta ha coperto il mio o forse non avevano voglia di mangiarmi. Non so quale sia il comportamento più logico per chi è privo di una corteccia cerebrale funzionante.

29 gennaio 2005

Sono salita sul silos per vedere la situazione. L’autostrada mi sembra impraticabile, evidentemente l’altra volta sono stata molto, molto fortunata. Non è una buona idea restare qui, meglio andare via, ma dove? Dovrei tornare a casa per aspettare la fine dell’inverno e sperare per il meglio?

30 gennaio 2005

Ho sellato Vanilla e messo insieme il miglior kit di sopravvivenza che mi è venuto in mente. Ho persino due dosi di Pentobarbital per me e Van (le capsule odontoiatriche al cianuro non erano disponibili) e un fucile a uso veterinario. Se uno zombie mi fa incazzare lo faccio dormire per una settimana.
Non torno indietro, vado verso Viterbo. Prenderò la provinciale e non la superstrada per avere maggiori opzioni di fuga in caso di attacchi e incontri ravvicinati. Considerando la mia notoria imperizia logistica sto per intraprendere la strada che mi porterà a morte certa. O almeno lo spero.
Questo è l’ultimo messaggio, ti abbraccio forte, fratello.

Im’ a poor lonesome cowgirl
I’m a long long way frome home…
 

Dal blog di Danilo Aimo, sezione commenti

Lory, sono Valentina, ho letto solo ora. Danilo è stato con me, ci siamo spostati parecchio, ora io sono in una villetta abbandonata a Casetta Mattei. Tuo fratello ha lasciato Roma per cercare di raggiungervi, ci siamo separati dieci giorni fa.
Torna a casa appena puoi!

Note dell'autrice

Questo racconto è frutto di pura immaginazione anche se i riferimenti a fatti o persone realmente esistenti non sono affatto casuali. L’ultimo discorso dell’ex Presidente Ciampi è stato pronunciato il 31 dicembre 2004. Nella versione originale fu scritto per esprimere solidarietà alle popolazioni colpite da un devastante tsunami.
La preghiera di papa Giovanni Paolo II fu pronunciata all’Angelus per l’epifania il 6 gennaio del 2005.
Il discorso dell’ex premier Silvio Berlusconi è, invece, parto della fantasia di chi scrive.

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About SelenePascarella
Selene Pascarella è nata a Taranto nel 1977. Si è laureata alla Sapienza di Roma 23 anni dopo, con un tesi dedicata a Mario Bava, Lucio Fulci e i maestri dello spaghetti horror dal titolo "Estetiche di morte nel cinema dell'orrore e del fantastico". Giornalista per professione e per vocazione si occupa di cinema, tv, narrativa di genere e cronaca nera. Nel 2011 ha pubblicato, assieme a Danilo Arona e Giuliano Santoro, il saggio "L'alba degli zombie. Voci dall'apocalisse: il cinema di George Romero" (Gragoyle). Tra il 2012 e il 2013, Maya permettendo, ha curato il format 2.0 DiarioZ_Italia per Multiplayer.it.

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Comments

Posted On
nov 05, 2012
Posted By
deedee84

“Rec” e “The Walking Dead”

Posted On
nov 05, 2012
Posted By
Astrella

Zombi e The Walking Dead
O_o

Posted On
nov 06, 2012
Posted By
saram

Secondo me le citazioni sono “Zombie” e “The Walking Dead”.
Spero di aver vinto perché voglio troppo leggere questo libro!

Posted On
nov 25, 2012
Posted By
Andrea G. Colombo

Ecco i tre vincitori del contest!
Abbiamo pubblicato solo i commenti delle due ragazze che hanno azzeccato entrambe le risposte (Astrella e saram) e visto che nessun altro fino ad oggi le ha azzeccate tutte e due, abbiamo deciso di premiare il primo che ne ha azzeccata almeno una (deedee84). I vincitori stanno per essere avvisati via mail.

Posted On
nov 25, 2012
Posted By
Astrella

Grazie, grazie, grazie, grazie!!!!!!
Sono troppo felice! Se avessi sbagliato, visto l’argomento a me caro, avrei preso a testate il muro XD

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