Cinema Cani di paglia (Straw dogs)

Cani di paglia (Straw dogs)

Straw dogs è un buon rifacimento di un classico del cinema.

Remake di Cane di paglia diretto da Sam Peckinpah, la pellicola racconta la storia di uno scrittore di Los Angeles che si trasferisce nella città natale della moglie, nel profondo Sud. Le inevitabili tensioni che nascono all’interno della coppia dovranno essere messe da parte per fronteggiare la minaccia dei conflitti con la gente del posto.

C’è una premessa da fare nell’affrontare Straw dogs di Rod Lurie, bisogna fare il difficilissimo sforzo del dimenticarsi per un attimo di Cane di paglia di Sam Peckinpah, del quale il film ne è il remake attualizzato. Non uno sforzo da poco a dire il vero perchè si parla di una delle opere migliori del regista de Il mucchio selvaggio e perchè il film senza ma nè ba è un capolavoro assoluto. In cane di paglia è l’uomo comune a imbracciare il fucile, una presa di posizione che riguarda non solo lo scontro tra due mondi diversi, uno borghese e uno disagiato, la città e il paese di contadinotti ignoranti, la razionalità contro la fede cieca in Dio, ma soprattutto la difesa della proprietà privata intesa come casa, come spazio, ma anche come donna. Ecco che il cane di paglia prendendo fuoco brucia ogni cosa, ecco che nella vendetta acquista una parvenza di vita e assomiglia alle stesse bestie che ammazza. Ecco che nel sangue il maschio prevale sugli altri maschi, la vendetta diventa una presa di posizione, non un’esigenza di dolore, così come lo stupro ai danni della moglie da parte dei buzzurri era ambiguo, più vicino all’amplesso desiderato, al tradimento camuffato dai no e smentito da baci e carezze.

Straw dogs è lo stesso film, ma attualizzato, banalizzato certo, ma comunque senza ombra di dubbio un bel film. Non siamo davanti ad un altro capolavoro, ma non tanto per il pathos emotivo della storia o delle immagini, comunquue molto forti, ma per uno dei cast più sbagliati di sempre. Certo viene eliminata gran parte dell’ambiguità, la moglie ora fa molta più resistenza nello stupro, chiude gli occhi, si ribella, ma non svilisce alla fine la forza di un film che accresce la bestialità della violenza senza mai rivelare l’atto infame, senza che il marito sappia che la moglie è stata violata e quindi sancire l’immedesimazione spettatore/protagonista giustificando la giusta punizione umana. Imperdonabile è dare il ruolo che fu di Dustin Hoffman a James Marsden come far recitare il Re Lear a Grande puffo, da una parte abbiamo un attore che anche fisicamente tratteggia un protagonista mite, gracile, un intellettuale, dall’altra abbiamo un giovane palestrato, famoso per il suo ruolo di eterno cornuto in X men, che indossando un paio di occhiali pensa di essere un nerd, che con il fisico scolpito ripete la scena dove un Hoffman scricciolo si allenava alla corda per essere anche lui massiccio come i montanari amici della moglie.

In quest’ottica anche mettendo un parruccone a Godzilla possiamo farlo passare per Megan Fox. Ma non è solo un problema di Marsden: la Bosworth non vale l’appeal di Susan George, Dominique Purcell non riesce ad essere convincente nel ruolo dove David Warner aveva primeggiato, quello del gigante buono, del Frankestein che uccide senza sapere cos’è il male, una derivazione del capolavoro di John Steinbeck, Uomini e topi. Purcell è semplicemente Purcell, solo con lo sguardo più ebete, grottesco nel suo corpo sgraziato, ma senza mai riuscire a coinvolgere nella sua performance neppure nella più compiaciuta scena dell’omicidio. L’unico a salvarsi è James Wood, che tratteggia un convincente coach alcolizzato, il capo branco dei cani di paglia, visto che il titolo sposta l’attenzione dal protagonista agli antagonisti, calcando a mano sulla miseria della provincia americana senza sbocchi possibili per i suoi abitanti. Per il resto la regia è buona, anzi ottima, forse proprio perchè anche nelle scelte visive ricalca quelle fatte dal maestro Peckinpah, e non si capiscono tutte queste critiche negative che hanno sancito il disastro economico di questo film in America. Alla fine tra molti remake stupidi o svilenti questo è uno dei più meritevoli, certo magari non se ne sentiva il bisogno essendoci un modello così alto, ma è il difetto di quasi tutti i rifacimenti. Alla fine, se proprio si doveva rifare, questa è stata la via meno sacrilega.

Cani di paglia (Straw dogs) - VOTO: 3/5

Anno: 2011 - Nazione: USA - Durata: 90 min.
Regia di: Rob Lurie
Scritto da: Rob Lurie (da una sceneggiatura di Sam Peckinpah)
Cast: Kate Bosworth - James Marsden - Dominic Purcell - Alexander Skarsgård - James Woods
Uscita in Italia: Inedito cinematografico - Disponibile in DVD: si

 

 

About Andrea Lanza
Si fanno molte ipotesi sulla sua genesi, tutte comunque deliranti. Quel che è certo è che ama l’horror e vive di horror, anche se molte volte ad affascinarlo sono le produzioni più becere. “Esteta del miserabile cinematografico” si autodefinisce, ma la realtà è che è sensibile a tette e sangue.

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