Cinema Tall man ( I bambini di Cold Rock)

Tall man ( I bambini di Cold Rock)

Opera non perfetta, ma preziosa.

Julia Denning (Jessica Biel) è un’infermiera che vive nella cittadina di Cold Rock, dove si nascondono segreti inquietanti. Nel corso degli anni, infatti, sono scomparsi 13 bambini senzalasciare né un indizio né un testimone. Gli abitanti del luogo ritengono che il responsabile sia “The Tall Man” un oscuro personaggio misterioso e leggendario che rapisce i bambini svanendo nel nulla. Quando una notte Julia trova il letto di suo figlio vuoto la caccia è aperta e con essa la ricerca di risposte: chi è “The Tall Man”  e soprattutto cosa avevano in comune quei bambini scomparsi?

Tall man è senza ombra di dubbio l’opera più personale di Pascal Laugier, autore entrato nel culto del genere horror per l’esistenziale Martyrs. Chi si aspetta un nuovo torture porn resterà deluso, la carne su piatto è più cerebrale, meno furbetta e urlata dell’opera precedente, ma non per questo meno sanguinante e dolorosa. Non si parla di un capolavoro, come non lo era, tra l’altro, neppure Martyrs, ma di un film che, se all’inizio lascia un po’ intontiti per l’apparente linearità della vicenda, tenta un discorso non banale sull’abbandono, l’aborto e l’importanza di essere genitori.

Temi attualissimi che rinvigorizzano l’horror del suo retrogusto sociale che da sempre hanno contraddistinto il genere negli anni d’oro prima delle varie semplificazioni teen ed emo. Laugier arriva a citarsi almeno in una scena (la cattura di Jessica Biel da parte del probabile boogeyman), ma è l’obolo da pagare ai fan, l’unico momento forse edonistico e autoreferenziale di un regista assunto ad auter quasi per forza, ma rimasto lontano inaspettatamente dalle scene, alla ricerca disperata di una storia non uguale al successo precedente. Laugieur cammina con le sue gambe, forse per la prima volta, e non arriva a scomodare nè Fulci come nel bellissimo Saint AngeArgento come nella prima parte, la più riuscita, di Martyrs. Non che Argento e Fulci non siano sottilmente presenti nell’opera, d’altronde è impossibile separare l’humus personale del regista, il suo essere, prima che regista, amante del cinema horror, ma non sono prepotentemente l’anima del progetto. Quello che si può rimproverare a Tall man, almeno a livello di spettacolo, è la tensione: la ricerca di una storia che non carburasse solo attraverso i (molti) colpi di scena ha penalizzato le atmosfere e la costruzione di una vicenda angosciante e avvincente. Lo spettro del brutto Intruders di Fresnadillo è sempre in agguato: stessa storia di rapimenti di bambini, stesso look del baubau di turno.

Fortunatamente Laugier è più scaltro del collega spagnolo, e quando la vicenda sembra volgere in un banale gioco delle apparenze, ecco che l’opera lievita regalandoci, tra l’altro, un insospettabile pezzo di recitazione di una brava Jessica Biel, attrice e non solo scream queen finalmente. Ecco che, quando la mdp indugia sul viso dell’attrice che sbroglia la matassa della vicenda in un dialogo lungo e commovente, si capisce quanto bravo sia Laugier, perchè il diavolo è nei dettagli si dice, e quei pochi minuti fanno dimenticare le facilonerie di una storia pericolosamente sul baratro di uno Shyamalah movie da serata di Rai2. Anticommerciale forse, ma non snob, Tall man è un’opera che cresce visione dopo visione, delude la prima volta proprio per la sua aria terroristicamente pacifica, ma in realtà crudele e disincantato ritratto di un’altra realtà americana, non quella delle grandi città, ma dei paesini di montagna, del suo circondario di puttane e ubriaconi, di perdenti destinati a generare altri perdenti, quasi un ritratto senza Dalì di Twin Peaks, dove alla fine distinguere chi è il mostro e chi no è impossibile.

Tall Man (I bambini di Cold Rock) - VOTO: 3/5

Anno: 2012 - Nazione: USA - Durata: 105 min.
Regia di: Pascal Laugier
Scritto da: Pascal Laugier
Cast: Jessica Biel - Jodelle Ferland - Stephen McHattie - William B. Davis - Samantha Ferris
Uscita in Italia: 21 Settembre 2012 - Disponibile in DVD:

About Andrea Lanza
Si fanno molte ipotesi sulla sua genesi, tutte comunque deliranti. Quel che è certo è che ama l’horror e vive di horror, anche se molte volte ad affascinarlo sono le produzioni più becere. “Esteta del miserabile cinematografico” si autodefinisce, ma la realtà è che è sensibile a tette e sangue.

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