Cinema Livide

Livide

Prendete Suspiria e riempitelo di scemenze: ecco a voi Livide.

Lucy è una ragazza che fa assistenza a persone anziane e malate, le viene assegnata una vecchia e autorevole insegnante di danza che ora si trova in uno stato di coma cerebrale, la Signora Jessel. Un giorno Lucy viene par caso a conoscenza del fatto che la Signora Jessel nasconde un cospicuo tesoro nella sua enorme villa di campagna dove è costretta a vivere da sola. L’idea di Lucy è quella di andare alla caccia di questo famigerato tesoro facendosi aiutare dai suoi amici William e Ben e quando il trio si ritrova nottetempo a cercare lo scrigno delle meraviglie, sprofonda indicibilmente nel bel mezzo di un terrificante incubo soprannaturale che cambierà per sempre la vita di Lucy.

In molti attendevano la seconda opera del duo francese Alexandre Bustillo e Julien Maury, autori del tanto idolatrato quanto sopravvalutato À l’intérieur, ma profetizzare un disastro di tali proporzioni bibliche era impensabile. Se il film precedente poteva vantare almeno una prima parte di una certa tensione, prima di cadere nel delirio fanzinaro fine a stesso, qui c’è soltanto il nulla, il vuoto pneumatico di una regia diligente, ma incolore, sorretta sì da un reparto scenografico di potente visionarietà, ma null’altro. Le scemenze a livello narrativo non si contano e lasciano con la bocca aperta dall’incredulità, vampire che volano verso paradisi di luce, cadute da scale tanto esagerate da essere quasi parodia a La pallottola spuntata, non si può non ridere a crepapelle quando quella che nelle intenzioni era una bellissima citazione del capolavoro argentiano, Suspiria, diventa il delirio di Ezio Greggio in Box office 3d.

Eppure a metà film si sperava nel miracolo, certo l’azione iniziava tardi, a circa 40 minuti dall’inizio, ma c’era la tensione giusta, le trovate, e lei, una decadente villa piena di oscuri segreti, scenario degno di ogni gotico che si rispetti. L’idea di una caccia al tesoro in  una casa stregata non spiccava molto per fantasia, ma gli arzigogoli da bu improvviso erano efficaci: stanze con animali meccanici intenti a bere il the, ballerine meccaniche coperte da abiti da sposa, scene di morte di una certa efficacia come la prima illuminata da una lampada ad intermittenza. A non funzionare è quando Bustillo e Maury si prendono sul serio, si ricordano che loro sono e devono essere autori con la A maiuscola, ed allora si autocitano con forbiciate ad ogni dove, con zombi che appaiono senza continuità narrativa, con pance tagliate con sadismo inutile, e il delirio sfocia nel nonsense e nel pasticciaccio dal sapore di un Verhoeven mistico rincoglionito dall’horror.

L’omaggio ad Argento è pretestuoso come una rilettura intellettuale di un film che viveva proprio nel suo essere smaccatamente pop, rock e quindi popolare anche nell’eleganza della messa in scena. Il make up poi, posticcio e aborracciato, tradisce forse le intenzioni di una produzione che all’inizio doveva essere più ricca, girata in Irlanda e recitata in inglese. Neanche gli attori ci fanno una bella figura con recitazioni mediocri ed inefficaci, buoni solo per essere carne da macello in un film che non si vergogna alla fine di aggiungere lo splatter solo per non scontentare i fan del precedente lavoro. Si salva la pigtaille Chloé Coulloud soprattutto per un viso davvero fotogenico che distoglie l’attenzione da una performance in linea col resto del cast. Alla loro seconda opera il duo francese dovrebbe fermarsi un po’ a fare il bilancio di una carriera che già appena iniziata puzza di vecchio. Della serie cagatone dalla Francia.

Livide

Regia: Alexandre Bustillo, Julien Maury
Interpreti: Chloé Coulloud, Félix Moati, Jérémy Kapone, Catherine Jacob
Durata: 88 min.
Inedito in Italia

About Andrea Lanza
Si fanno molte ipotesi sulla sua genesi, tutte comunque deliranti. Quel che è certo è che ama l’horror e vive di horror, anche se molte volte ad affascinarlo sono le produzioni più becere. “Esteta del miserabile cinematografico” si autodefinisce, ma la realtà è che è sensibile a tette e sangue.

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