Apocalittico La casa del diavolo (The Devil’s Reject)

La casa del diavolo (The Devil’s Reject)

Guardando per anni i prodotti di celluloide provenienti da Hollywood abbiamo acquisito alcune nozioni base sulle cose da fare o da non fare in America quando si sta dalla parte dei cattivi.
La cosa che viene ribadita con più forza è la seguente: mai e poi mai uccidere un poliziotto.

Perché quando si uccide un poliziotto, un servitore dello stato, ci sono sempre parenti e colleghi che non vedono l’ora di vendicarlo.
Infatti, dopo avere visto la scena dell’omicidio al rallentatore del vicesceriffo Wydell ad opera di Otis Firefly, nel primo grandguignolesco film partorito dall’insana mente di Rob Zombie, avevo pensato: “Ragazzi, state facendo uno sbaglio.”

Il sangue di un poliziotto, in America, chiama altro sangue.
Se poi il fratello del vicesceriffo è lo sceriffo John Wydell, intrepretato in maniera deliziosamente sopra le righe da William Forsythe, un tipo psicopatico alla guida di un gruppetto di bounty killer sadici alla ricerca dei sopravvissuti della simpatica famiglia Firefly, le cose si fanno interessanti.
Il male contro il male, Satana Vs. Lucifero: quale altra cosa avrebbe potuto darci qualcosa di più insano del Fish Boy dell’opera precedente di Zombie?

Questo sequel, uno dei pochi a non soffrire di uno problemi tipici di questa categoria filmica, che è essenzialmente definito come “coazione a ripetere”, ossia a riproporre, in maniera sterile e ripetitiva trama e situazioni del film predecessore, inizia con l’assalto alla casa degli orrori del clan Firefly da parte della S.W.A.T., le teste di cuoio americane, assalto che si trasforma ben presto in una sanguinosa battaglia che lascia sul campo alcuni dei nostri “sadici eroi”, e che vede bruciare il teatro degli infiniti orrori della “casa dei 1000 corpi”.

Tre sopravvissuti alla battaglia, Capitan Spalding (Sid Haig), Otis (Bill Moseley) e Vera-Ellen ‘Baby’ Firefly (Sherri Moon) riescono a fuggire, e il film si trasforma in una pazzesca corsa attraverso le strade di un’America polverosa e assolata, in un misto folle di western depravato e splatter movie.
Come dichiarato dallo stesso Haigh, – “The Devil’s Reject” è “La casa dei 1000 corpi” che incontra “Il mucchio selvaggio” (il meraviglioso film di Sam Peckinpah – n.d.r) a casa di Jeffery Dahmer”.
La figura di Capitan Spalding, interpretata da Haigh, in questo secondo film si evolve in brutalità: il clown sorridente del primo film lascia cadere in maniera definitiva la propria maschera, rivelando in maniera più netta il totale distacco dalla realtà del personaggio, privo di qualsiasi scrupolo morale.
Del resto, tutto il film è, per quanto la cosa posso lasciare perplessi, ancora più violento e dotato di una cattiveria primordiale rispetto al primo episodio: alcune scene, che vedono coinvolta Sheri Moon e Bill Moseley, ambientate in un motel, e che richiedevano la tortura di un gruppo di ostaggi, sono state difficili da interpretare persino per gli attori.
Proprio Sherri Moon merita una citazione speciale: non si è mai visto, sul grande schermo, un personaggio così folle e al contempo umano: le scene in cui la bella e succulenta attrice da sfogo alla propria verve interpretativa sono da manuale.

Grandi interpretazioni, di solito, si accompagnano a un grande regista.
Rob Zombie si rivela essere tale. Del resto questa è la strada che lui stesso vuole percorrere: la musica è solo un divertimento, per lui, mentre fare il regista è esattamente la sua aspirazione per il futuro. A riprova di questo, nel film non dovrebbero essere presenti canzoni di Zombie, troppo impegnato con la regia e il montaggio finale per potersi dedicare anche ad altre mansioni.
Nel film avremo modo di incontrare altri personaggi, ognuno dei quali interpretato in maniera così convincente che viene il sospetto che l’aurea malvagia e anticonvenzionale che circonda il regista si sia miracolosamente estesa a tutto il gruppo di lavoro.
Ken Foree (Dawn of the dead, The Dentist) interpreta il fratello di Capitan Spalding, Charlie Altamont, mentre i due cacciatori di taglie che supportano le folli azioni dello sceriffo Wydell sono interpretati dal famoso lottatore di wrestling Diamond Dallas Page e da Danny Trejo (tra le altre pellicole visto in “Anaconda” e “C’era una volta in Messico”).

Tra i vari nomi che compaiono come cammeo spiccano quelli di P.J. Soles, Brian Posehn e Geoffrey Lewis, oltre, ovviamente, alla bella Ginger Lynn Allen, che ha al suo attivo una nutrita serie di film a luci rosse (era una delle pornostar più famose negli anni 80) ma anche una notevole quantità di apparizioni in film di tutt’altro genere, come “Young Guns II: Blaze of Glory” e “Samhain”, un horror diretto da Christian Viel.
Anche le sequenze finali del film, contrariamente a molte altre pellicole, lasciano soddisfatti: non poteva esserci una conclusione più degna, e gli spettatori potranno lasciare le loro poltrone soddisfatti e sazi di tanto sangue.

La casa del diavolo

Regia di: Rob Zombie
Scritto da: Rob Zombie
Interpreti: Bill Moseley, Sid Haig, Sheri Moon, Michael Berryman, Ken Foree, Kane Hodder, Steve Railsback, Tyler Mane, P.J. Soles, Danny Trejo, Brian Posehn, Leslie Easterbrook, Daniel Roebuck, Duane Whitaker, Rosario Dawson, Ginger Lynn, Mary Woronov
Anno: 2005
Durata: 109 min.

About Giuliano Fiocco
Ha visto nascere Horror.it, e l’ha accudito per lungo tempo assieme ad Andrea. Adesso la vita gli lascia poco tempo per le passioni, ma in un angolo oscuro del cuore rimane in agguato la voglia di scrivere. Ha scritto un romanzo, da cui è stato tratto un film, in fase di produzione.

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Comments

Posted On
ago 19, 2013
Posted By
PJkiller

Il rapporto con il cinema di Peckinpah è infatti stretto:la violenza è insita negli uomini.Questa è nella loro natura e a violenza subita rispondono con altra violenza…Straw dogs docet.

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