Cinema 6 passi nel giallo: Omicidio su misura

6 passi nel giallo: Omicidio su misura

Un brutto film diretto da un bravo (e addomesticato) Lamberto Bava.

E’ l’alba. Il noto giallista statunitense Randy Williams (Rob Estes) ha appena vissuto un sogno.Alla presentazione del suo ultimo romanzo ha conosciuto la bellissima Michelle (Ana Caterina Morariu) con lei, a bordo della sua barca, ha trascorso una notte meravigliosa ma, al suo risveglio, Michelle non è più con lui sullo yacht. Randy lascia il suo numero di telefono prima di tornare a casa dove lo attende una terribile sorpresa: sua moglie Isabel giace nella loro piscina, uccisa da un colpo di pistola.Per Randy comincia l’incubo: tutte le prove sembrano indicarlo come colpevole agli occhi dei due investigatori incaricati dell’indagine, Andy Cassar (Paolo Seganti) e Sean Woods (Marcus J. Cotterel). Nemmeno il suo avvocato Zack.

Ormai arrivati al quinto appuntamento bisogna riconoscere i pregi e i difetti di una miserie tv come 6 Passi nel giallo. In primis di buono ci sono le intenzioni, queste sì pregiate e auree, l’idea folle e onorevole di riportare in vita il defunto spaghetti thriller argentiano con delle produzioni smaccatamente di genere, ma dall’altra c’è un reparto tecnico che grida pietà al cielo, attori mal diretti e fotografie così smarmellate da essere degne della peggiore fiction con Gabriel Garko e Eva Grimaldi. E non si è purtroppo fatto passi da gigante da quel lontano 1996 che vedeva uno dei nostri giganti dell’action, quell’Enzo G. Castellari, autore di cult come Il cittadino si ribella o Keoma, alle prese con il classico seguito di Sandokan di Sergio Sollima ridursi a mero shooter incapace di girare una scena almeno degna di nota.

E’ inutile bestemmiare contro il cielo, allora come ora, se le morti sono senza sangue, se la tv, anche italiana,  è stata fatta da grandi classici del passato, L’amaro caso della baronessa di Carini, Il segreto del Sahara, Voci notturne, tutte in quegli anni pionieristici dove la Rai era capace di fare qualcosa di diverso da biopic su preti coraggio o ciclisti cocainomani. Con Mediaset, e non per niente 6 passi nel giallo è una loro produzione, non è che sia andato tanto meglio: si è cercato da sempre di boicottare progetti coraggiosi (l’invisibile, fino a qualche anno fa, ciclo Alta tensione sempre di Lamberto Bava) per dare spazio a prodotti accomodanti anche nella loro reincarnazione più cupa. Si dovrebbe imparare da Sky e dalle sue produzioni da fiction cinematografica: l’ultimo Faccia d’angelo, ma anche (e soprattutto) Romanzo criminale, veri pulp tv pieni di sangue, personaggi cupi e nudi insistiti, un residuo di quelli che erano i nostr polizieschi gloriosi con Maurizio Merli o Luc Merenda. Questo Omicidio su misura non è un bel film, pieno di scene patetiche, scritte male, dialoghi non sense (“Le posso preparare intanto un caffè?””No grazie, ho paura dei radicali liberi”), attori che ridono mentre dovrebbero urlare, ma è un film di Lamberto Bava, molto di più del precedente e orribile Presagi, con tutti i pregi dell’esserlo: omicidi con una certa cura del dettaglio, l’irrompere di un seno in una scea d’amplesso, un ritmo notevole dove, per esempio, lo scorso Gemelle ne era privo.

Certo non siamo ai livelli di un Demoni o di un sottovoce Morirai a mezzanotte, ma la mano c’è e si vede come si vede la svogliatezza di un autore che quasi per masochismo ci regala un momento buono e cento altri da soap opera di infimo livello. Quello che alla fine conta in Omicidio su misura sono le scene di morte che dispiace, per il mezzo di fruizione, per gli spettatori, non siano stati proposte in maniera hardcore, magari coatta certo, come si faceva negli anni 80, ma anche anarchicamente coinvolgente. Ora rimane l’ultimo film tv della serie, Ostaggi, col divo di Hercules Kevin Sorbo sempre di Lamberto Bava. Ah benedetta speranza!

Omicidio su misura

Regia:Lamberto Bava
Interpreti:Rob Estes, Ana Caterina Morariu, Paolo Seganti, Federica Famea, Matt Patresi
Soggetto:Stefano Piani, Alberto Ostini
Sceneggiatura:Stefano Piani, Alberto Ostini
Montaggio:Fabio Loutfy
Fotografia:Tani Canevari
Scenografia:Marisa Rizzato
anno:2012
Durata: 90 min.

About Andrea Lanza
Si fanno molte ipotesi sulla sua genesi, tutte comunque deliranti. Quel che è certo è che ama l’horror e vive di horror, anche se molte volte ad affascinarlo sono le produzioni più becere. “Esteta del miserabile cinematografico” si autodefinisce, ma la realtà è che è sensibile a tette e sangue.

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