Editoria PATIENT ZERO – JONATHAN MABERRY

PATIENT ZERO – JONATHAN MABERRY

Il 12 febbraio del 2002 Donald Rumsfeld si presenta alla stampa americana e internazionale per parlare della guerra in Iraq. L’esistenza o meno di armi di distruzione di massa in mano al regime di Saddam Hussein è divenuta ormai cruciale.

L’opinione pubblica mondiale si domanda: il governo americano ha agito sotto l’urgenza di una minaccia alla sicurezza globale o ha utilizzato quest’ultima come pezza d’appoggio ex post per un’aggressione militare all’Iraq? La risposta di Rumsfeld si muove tra arte della guerra e filosofia: «Ci sono known knows, cose che sappiamo di sapere. Ci sono known unknowns, cose che sappiamo di non sapere. Ma ci siamo anche unknown unknowns, cioè cose che non sappiamo di non sapere.

La fuori – è, in soldoni, l’argomentazione del segretario alla difesa Usa – ci sono minacce inimmaginabili. Per far fronte a esse dobbiamo essere pronti a compiere l’indicibile. Nessuna delle garanzie, legislative, militari e umanitarie del passato può rimanere in piedi quando si è sull’orlo dell’Apocalisse. Nessuna categoria, morale quanto politica, del XX secolo può essere usata per giudicare quanto compiuto dall’amministrazione americana in Iraq o in Afghanistan.

Il XX secolo è morto l’11 settembre 2001. La Convenzione di Ginevra e il Tribunale Penale Internazionale sono stati sepolti vivi assieme a lui. Secondo Daniel Drezner, autore del brillante saggio Theories of International Politics and Zombies, Rumsfeld non annoverava i morti viventi tra le sue insondabili minacce virtuali ma negli anni a venire gli zombie si sono guadagnati da soli un posto tra di esse. Di più: a giudizio di Drezner l’invasione di ogni landa dell’immaginario collettivo da parte degli undead altro non sarebbe che il tentativo «indiretto di creare un appiglio conoscitivo agli unknown unknowns».

Dal libro

Hai mai visto il film 28 giorni dopo? No? Dovresti. Anche il seguito non è male. Comunque quel film parla di un virus che stimola i centri della rabbia che si trovano nel cervello, al punto da riuscire a bloccarne ogni altra funzione. Le vittime vivono in un totale, perenne ed essenzialmente incurante stato di rabbia. Molto simile a quello con cui abbiamo a che fare qui. Credi che un terrorista con un dottorato in chimica abbia visto un film di fantascienza e poi abbia pensato “Ehi, questo si che è un buon modo per uccidere gli americani”?

Patient Zero ne è la dimostrazione. Mixando temi, tempi e stilemi del thriller spionistico con atmosfere horror e topos del genere zombie, il romanzo è interamente costruito sull’idea del non morto come «nuovo volto del terrorismo globale». Creato in laboratorio da un asse del male che ibrida follia jihadista (una cellula terroristica ipertecnologica) e avidità delle corporation (un magnate che vive alle spalle dell’Oms, speculando sulla salute delle popolazioni più sventurate del pianeta) rappresenta «l’equivalente biologico di un kamikaze». Agitato nel cuore politico degli Stati Uniti servirà a esasperare ai massimi livelli il clima di insicurezza post 11 settembre, a doppio vantaggio delle due anime dell’alleanza che lo ha generato. Il colosso farmaceutico che ha messo soldi e mezzi potrà arricchirsi con i vaccini e gli investimenti nella salute pubblica; il gruppo integralista islamico che ha prestato il know how scientifico e la struttura militare colpirà il “Grande Satana” statunitense con un’azione equivalente a mille Ground Zero. Questo il panorama in cui viene chiamato a muoversi Joe Ledger, poliziotto dalle abilità guerrigliere fuori dal comune messo a capo di una segretissima task force governativa anti walking dead. Il su compito: fermare la cellula terroristica che si cela dietro il virus zombie prima che da arma antiamericana si trasformi in strumento dell’Armageddon.

E se le premesse possono apparire macchinose e schematiche è l’eterogeneità del talento narrativo dell’autore a far si che ogni tassello si incastri per far muovere senza intoppi la sciarada di questo intrigo internazionale zombie. C’è il Maberry scrittore di fumetti nei laboratori segreti della perfida e bellissima mad doctor Amirah e nei chiaroscuri che tratteggiano il protagonista (Joe Ledger è il vero nome del personaggio Marvel Doctor Spectrum) come un super eroe con super problemi (tra cui una scissione della personalità molto poco latente). L’esperto di arti marziali tratteggia spettacolari e vividi combattimenti corpo a corpo, l’appassionato di patologia forense (nonché di patologia forense zombie dal momento che il nostro è l’autore di Zombie CSU – The Forensics of the Living Dead) emerge nell’accurata descrizione delle scene del crimine dando un surplus all’indagine scientifica che punteggia la storia.

Le competenze mediche sulle malattie di origine prionica (i prioni sono tra le più gettonate cause di una futura pandemia zombie) rendono credibile la minaccia oscura del Seif al Din (letteralmente “la spada del Profeta”), l’incredibile agente patogeno in grado di abbattere le barriere tra vita e morte e materializzare una nuova generazione di living dead. La dicotomia tra umano/zombie, giusto/sbagliato, Usa/resto del mondo può lasciare alle volte un po’ di amaro in bocca, ma l’assioma Maberry si impone senza trovare resistenza. Volete un viaggio nella società della crisi? Lo zombiè sarà il vostro «pacchetto completo».

Ps: Patient Zero è il primo volume della “saga di Joe Ledger”. I volumi successivi (The Dragon Factory, The King of Plagues e Assassins Code) mantengono l’approccio ibrido tra horror e thriller, action e fantastico portando il lettore a conoscenza di altre oscure minacce redivive, dalla decima piaga d’Egitto ai serial killer mutanti appartenenti a un antico ordine segreto.

Patient Zero

di Jonathan Maberry
Casini Editore
2012, 16,90 euro

 

About SelenePascarella
Selene Pascarella è nata a Taranto nel 1977. Si è laureata alla Sapienza di Roma 23 anni dopo, con un tesi dedicata a Mario Bava, Lucio Fulci e i maestri dello spaghetti horror dal titolo "Estetiche di morte nel cinema dell'orrore e del fantastico". Giornalista per professione e per vocazione si occupa di cinema, tv, narrativa di genere e cronaca nera. Nel 2011 ha pubblicato, assieme a Danilo Arona e Giuliano Santoro, il saggio "L'alba degli zombie. Voci dall'apocalisse: il cinema di George Romero" (Gragoyle). Tra il 2012 e il 2013, Maya permettendo, ha curato il format 2.0 DiarioZ_Italia per Multiplayer.it.

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