News cinema Anteprima: Childish Games (Dictado)

Anteprima: Childish Games (Dictado)

  “Io ti conosco”.

Suona come monito ineludibile, una minaccia celata da un imperativo capace di renderci nudi al cospetto dell’altro, manifesti all’indagine, al giudizio, al confronto con la verità tout court.

 

Sono le parole con cui la piccola Julia svela l’epifania della sua natura inquietante  a Daniel,  suo neo padre affidatario, sconvolto e travolto al cospetto del suo torbido passato, riemerso implacabile dopo anni di latente quiescenza proprio in coincidenza con l’ avvento in famiglia della bambina. Si potrebbe riassumere così il focus di Childish Games (Dictado in lingua originale), ultima opera di Antonio Chavarrias, ideatore e regista, oltre che produttore, di questo lungometraggio distribuito dal colosso Filmax, in uscita nelle sale iberiche il nove di Marzo. Chavarrias è conosciuto nel suo paese come prolifico produttore televisivo e come cineasta raffinato, affine al melò ed a una visione introspettiva e ricercata dell’intimo umano.  Per il suo undicesimo lavoro, l’autore catalano accetta la sfida di proporre per la prossima rassegna berlinese un horror, o quantomeno un film in cui il germe    dell’ oscurità è inoculato fino a divenire diegesi. Il trailer rimanda ad atmosfere tese e lascia molto spazio all’intuizione dello spettatore che presumibilmente si troverà di fronte ad un film enigmatico, giocato su flashback, dialoghi concitati e su messe in scena lontane dall’exploitation. Il tema dell’innocenza come pericolosa arma di seduzione del male è indubbiamente un fil rouge interessante, purtroppo spesso banalizzato e reso sterile in troppi script caratterizzati dalla formula narrativa infante  pericoloso uguale  adulto  colpevole.  Capisaldi del genere come Il Sesto Senso di Fincher o J Horror quali The Ring di Nakata e The Grudge di Shimizu hanno rinnovato la tradizione dell’ orrore inattaccabile, della visione inaccettabile della fragilità adulta attraverso gli occhi del bambino, o ancora della paura atavica di non poter difender i propri cuccioli dal male, fino a sentire essi stessi minacciosi per la propria incolumità. Già con il seminale L’Esorcista di Friedkin e con la saga de Il Presagio (1976, Richard Donner), Hollywood riscrive i confini del tabù più difficile da superare per l’uomo moderno, ovvero la visione del figlio come nemico. In tempi più recenti la Spagna, con la sua fiorente produzione di genere, ha toccato il tema in due pellicole interessanti quali Darkness di Balaguero del 2002 e Orphan di Jaume Collet- Serra del 2009, pertanto con Childish Games assurge a consacrarsi terra promessa del filone kid horror.
Una cover splendida (ricorda molto il tratto di Todd McFarlane nella copertina dell’album Follow the Leader dei Korn) ed un cast a prima occhiata azzeccato, con le star Diego Botto (The Dancer Upstairs, 2002 Jhon Malkovich) e Barbara Lennie (La Pelle Che Abito, 2011 Pedro Almodovàr)   nelle parti dei genitori affidatari Daniel e Laura oltre  all’ espressiva Magìca Perez nel ruolo di Julia, sono un discreto fiore all’occhiello. Tuttavia la sfida si presenta ardua: creare una suspance realmente efficace mantenendo una grazia stilistica da rassegna internazionale,  ovvero una prerogativa di pochi maestri. Riuscirà Chavarrias a mettere d’accordo critica specializzata e grande pubblico? Lo scopriremo nelle sale la prossima primavera. Nel mentre la mente corre sequenzialmente con quanto sopra riportato a The Others (2001, Alejandro Amenàbar), nella speranza di ritrovare in Childish Games sensazioni simili ad un lungometraggio di tale cifra stilistica.

About stefano paiuzza
Appassionato d'horror da tempi recenti ma affascinato dalla paura da sempre. Ama in particolar modo il cinema europeo ed extra hollywoodiano in genere. Sogna una carriera come critico cinematografico e nel frattempo si diletta tra letture specifiche e visioni trasversali. Lavora a stretto contatto con la follia o forse è la follia a lavorare su di lui. Se fosse un regista sarebbe Winding Refn, uno scrittore Philip Roth, un animale una tartaruga. Ha pronto uno script per un corto ma non lo ha mai fatto leggere. Citazione preferita: "La dittatura è dentro di te" Manuel Agnelli.

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