Cinema Phone

Phone

Non è vero che luccica tutto l’horror che arriva dall’Asia. Soprattutto non è vero che Phone è terrorizzante quanto The Ring come fu annunciato dai trailers.

Phone, purtroppo, si barcamena tra il melodramma fantasmatico e l’horror tecnologico con ampio dispiegamento citazionistico dal cinema occidentale (L’esorcista, Argento, De Palma), affonda dopo pochi minuti dall’inizio in una serie di aspettative sempre tradite da buchi di sceneggiatura, irritanti effetti sonori, false piste e da un inesistente sense of wonder.

Abbiamo un’intrepida giornalista, Ji-Won, che, non sazia di avere smantellato un giro di pedofili, vuole andare a fondo nel mistero “spettrale” del suo cellulare, in collegamento diretto con l’altro mondo, il tutto intrecciato con uno psichiatra serial killer, una bambina posseduta, la solita casa infestata e un fantasma dai capelli lunghi che è il clone di Sadako. Al trentaduesimo squillo di cellulare la pazienza dello spettatore si perde nel buco nero della sceneggiatura di Byeong-Ki Ahn e qualche promettente applauso saluta la rovinosa caduta dalle scale che causa la morte della bimba spiritata.

Eppure c’è un cinema coreano in ottima salute e un horror asiatico che è
ancora un “pianeta proibito” per lo spettatore italiano. Perché – ad esempio – neppure un film di Nakata ha mai avuto l’onore del grande schermo? Perché, probabilmente, i conti fatti in nome del target riescono poi a tornare. E, se giocattoloni come Van Helsing e Phone, che poco ci marciano con l’horror, ma paiono realizzati “su misura” per un pubblico adolescenziale (lo stesso oggetto filmico dell’horror coreano, accessorio di ogni ragazzino nel mondo, funziona suo malgrado da calamita per il film), schizzano ai primi posti in classifica, è evidente che non ci troviamo più sul piano della critica, ma su quello del marketing tanto cinico quanto furbastro. Onore al merito di quest’ultimo.

L’unico aspetto degno di ulteriore approfondimento, soprattutto quando il mercato offrirà altri materiali, è quello della fusion, tutta orientale, tra melodramma amoroso e ghost-story, che getta una luce “diversa” sull’immaginario horror del Sol Levante, tradizionalmente legato ai fantasmi sessuali dell’adolescenza.

Phone

Corea del Sud, 2002
Regia: Byeong-Ki Ahn
Sceneggiatura: Byeong-ky Ahn
Interpreti: Ha Ji-won, Kim Yu-mi, Choi Woo-jae, Choi Ji-yeon, Eun Seo-woo,
Choi Jeong-yun

About Danilo Arona
Danilo Arona (Alessandria, 28 maggio 1950) è uno scrittore, giornalista e saggista italiano. Per anni si è occupato di narrativa fantasy e mistery, tenendo conferenze sulla letteratura fantastica e collaborando alla scrittura di sceneggiature. Ha scritto saggi sul cinema dell'orrore e su alcuni esponenti di punta di questo tipo di cinema, quali Wes Craven e Stephen King. Ha pubblicato, tra gli altri, con la Mondadori, Marco Tropea, Gargoyle Books, Corbaccio, Dario Flaccovio e Mezzotints.

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