Editoria Danse Macabre – Stephen King

Danse Macabre – Stephen King

Esiste un libro che il sottoscritto tiene come un breviario sul comodino. Ora, al di là delle facili battute di spirito sull’equilibrio psichico di chi soprammenzionato, non vi viene la curiosità di sapere quale?

Fingendo che la risposta sia positiva, vi comunico il titolo del libro: “Danse Macabre” di Stephen King, nell’edizione del 1996 di Theoria. Facile capire che tale agile volumetto sia, eufemisticamente parlando, ormai consunto. È stato perciò con gioia estrema che ho accolto la comparsa in edicola e in libreria della riedizione di quella opera meritoria, per i tipi della Sperling & Kupfer (477 pag., euro 11,90). Ovviamente, anche questa edizione si avvale della meritoria opera di traduzione di Edoardo Nesi (che, tra le altre cose, ha scritto diversi ottimi libri).

Di una cosa è giusto avvisare i potenziali lettori: la prima edizione di Danse Macabre uscì nel 1981 presso la casa editrice Everest House di New York, e solo nel 1983 fu pubblicata una nuova edizione, per i tipi della Berkley. È questa l’edizione che troverete tradotta in libreria, corretta da Dennis Etchison: il che vuol dire che se cercate notizie o traccia di libri, film o programmi televisivi che abbiano meno di 17 anni vi sbagliate di grosso. Come detto nella prefazione, l’horror che troverete in queste pagine è quello pre-splatter.
È un limite, questo?
Ammetto che sentire “La parola del Maestro” sulle opere del genere degli ultimi anni mi sarebbe piaciuto non poco, ma il valore intrinseco del libro è così elevato che sento di potervelo consigliare senza tema di smentite, anche con la pecca del mancato aggiornamento.

A completare il tutto non poteva mancare una doppia appendice, riportante i dati relativi a un centinaio di film e di libri che King ritiene di poter consigliare, con indicato l’anno di produzione o di edizione, e anche il titolo in italiano se l’opera citata ha goduto della localizzazione nella nostra lingua, e un completo indice delle opere e degli autori citati, nonché una brevissima postfazione autobiografica dell’autore.

Rendendomi conto di non avere parlato del contenuto del libro, dando per scontato che ognuno di voi l’abbia già letto, rimedio subito a questa pecca: è un saggio, relativo a tutto ciò che riguarda il variegato e affascinante mondo dell’orrore. Sento già le voci perplesse: un saggio? Che noia! Attenti, ragazzi: questo non è un saggio qualunque: questo è scritto da King, e parla direttamente al vostro cuore. Attinge alla materia oscura che popola i vostri sogni… i vostri incubi. Come lo stesso King dice, il libro “è un riassunto informale sul genere horror negli ultimi trent’anni, e non un’autobiografia del sottoscritto”.

In realtà, l’elemento autobiografico sarà sempre costantemente presente, nel libro, unito a quella che è una lieve pulsione a giustificare “freudianamente” certe scelte (memorabile a questo proposito è l’aneddoto che fa risalire il primo vero terrore provato dal nostro King in occasione del lancio in orbita dello Sputnik da parte dei russi), e proprio questo gli da una forza particolare, uno “spessore” e una capacità coinvolgente senza pari. È un libro che tratta degli archetipi del genere horror individuati da King nei Tarocchi: il Vampiro, il Licantropo, la Cosa-Senza-Nome e il Fantasma. In questa disamina critica, King utilizza i classici del genere, da Dracula a Frankenstein, da Shirley Jackson a Bloch, da Finney a James, passando dai film a basso budget come “Amityville Horror” ai capolavori riconosciuti come “Psycho”, arrivando a trattare le serie televisive di “Ai confini con la realtà”. Radio, cinema,televisione, narrativa: nulla sfugge a King, in un affascinate affastellarsi di trame, di racconti, di schegge autobiografiche che diventano esse stesse “fabula”.

King, in questo libro, dà una meravigliosa definizione, che a scanso di equivoci lui stesso dichiara “pomposamente accademica”, di cosa tratta la materia catalogata come “opera horror”: “descrive l’esplodere di una qualche follia dionisiaca all’interno di un esistenza apollinea.” Ogni film, ogni libro che leggiamo e che scardina la quiete pacifica della nostra vita viene percepita come una frattura netta, come una sconfitta del nostro tentativo di strutturare la realtà come un insieme ordinato di elementi appartenenti al nostro bagaglio conoscitivo, e ci troviamo dunque a sfogliare avidamente le pagine, o attendere la fine del film, nella spasmodica attesa che quello stato apollineo ci venga restituito. Compito della narrativa dell’orrore è impedire che questo accada… i nostri sensi devono rimanere all’erta, sempre, perché dietro all’angolo può sempre esserci qualcosa che a noi non piacerebbe trovare, e che invece sta aspettando proprio noi…

Bene, abbiamo quasi finito: in realtà, quello che King tenta di farci passare come un saggio è molto, molto di più: è lo sforzo di un autore che sa parlare usando le parole che servono a farci aprire quel terzo occhio che è la nostra immaginazione, a farci tornare bambini… “e i bambini sono contorti. Pensano in modo tortuoso”.
Pertanto, questo libro non è una Danza Macabra, un valzer con la Morte, ma è, solo e semplicemente, una danza dei sogni, nella quale perdersi è facile, così come è facile che dopo averlo letto qualcuno riuscirà a ritrovare la strada. Una qualunque.
Stop, sto scrivendo un elegia, e nel nostro campo non va mai bene: forse recensire l’horror fa male?

A questo proposito, vi cito un piccolo brano di una recensione italiana di “Danse macabre”:

Non saprei dire, ma King non mi invoglia alla lettura più di tanto. Sarà che per me i temi dell’infanzia non sono così interessanti, sarà che mi piacciono altri tipi di contenuto, ma in definitiva il buon Stephen mi lascia indifferente… il risultato non è spiacevole a leggersi…anche se potrebbe essere meglio reso in un altro modo… Ma con gli appassionati non si può discutere facilmente.”

In Italia abbiamo critici prevenuti e di parte? Sentite allora questo divertente aneddoto riportato da King nel suo libro:

…- Scelgo di non scrivere critiche di horror – mi disse un volta un critico che scriveva nientepopodimeno che su la “New York Rewiew of books”. – Non mi interessano le allucinazioni dei pazzi.-
Fa sempre bene essere in contatto con persone così aperte. Ti apre la mente
.”

E voi, siete abbastanza aperti per continuare il viaggio assieme a noi?

Danse macabre

di Stephen King
2006, XXIII-477 p., brossura
€ 11,90
Sperling & Kupfer (collana Saggi Paperback)

About Giuliano Fiocco
Ha visto nascere Horror.it, e l’ha accudito per lungo tempo assieme ad Andrea. Adesso la vita gli lascia poco tempo per le passioni, ma in un angolo oscuro del cuore rimane in agguato la voglia di scrivere. Ha scritto un romanzo, da cui è stato tratto un film, in fase di produzione.

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