Cinema Grey Knight (aka The Killing Box)

Grey Knight (aka The Killing Box)

In epoca di cowboy contro alieni, potevamo dimenticarci di un cult della fine anni ottanta che vedeva le mirabolanti gesta di cowboy contro zombi?.

Ovviamente no, e quindi eccoci a parlare della pellicola di George Hickenlooper, uscita per il mercato anglosassone con il titolo “The killing box” (dal nome di una manovra di tattica militare, che prevede, in un certo senso, la quadratura del cerchio: si spara al nemico accerchiato da quattro diversi punti, con un fuoco incrociato che non lascia scampo) e conosciuta anche con il titolo “Grey Knight” o “Ghost Brigade”.
Diciamo che parlare di cowboy e di zombie è comunque una forzatura: in realtà stiamo parlando di un gruppo di soldati dell’unione, all’epoca della guerra civile americana, e più precisamente nel 1890, che si trova a dover combattere contro un battaglione di sudisti ridotti allo stato di non-morti da oscuri riti voodoo.
Dopo che alcuni soldati dell’Unione sono trovati massacrati (e qualcuno di loro crocifisso a testa in giù), il capitano John Harling (Adrian Pasdar) riceve il compito dal Generale Haworth (Martin Sheen) di trovare i colpevoli. Tutti gli indizi portano a un battaglione confederato conosciuto con il nome di “Alabama 51”, ma qualcosa non torna: quegli uomini sono stati uccisi in un precedente massacro (con la tecnica, perlappunto, della “Killing box”), e di tutto lo squadrone è sopravvissuto solo il loro ufficiale in capo, il colonnello Neemia Strayn (Corbin Bernsen). Harling ottiene che il prigioniero sudista collabori con lui nelle ricerche del battaglione, e coinvolge nella caccia anche un’altra prigioniera, una sacerdotessa voodoo sordomuta di nome Rebecca (Cynda Williams), Harling e Strayn scopriranno che i responsabili del massacro sono i soldati del battaglione sudista massacrati, ritornati come morti viventi grazie a un’entità maligna arrivata in america due secoli prima a bordo di una nave negriera.
Il film è suggestivo nelle parti più prettamente “storiche”, non nascondendo le atrocità presenti nei campi di battaglia di quei tempi, soprattutto nei primi minuti della pellicola.
George Hickenlooper ha dichiarato che il suo intento era di girare una film in cui Conrad (autore di “Cuore di tenebra”, da cui è stato tratto “Apocalypse Now”, e su cui Hickenlooper aveva una certa confidenza, avendo girato nel 1991 il documentario “Hearts of Darkness: A Filmmaker’s Apocalypse”) incontra Bram Stoker.
Intento da non biasimare, certo, ma che purtroppo non regge all’atto pratico: una sceneggiatura mediocre, una fotografia slavata, una colonna sonora sinceramente “imbarazzante” e tagli incomprensibili in fase di postproduzione lo rendono poco adatto al ruolo di cult, se non a livello “storico”.
Se a questo aggiungete che gli zombie non possono essere definiti tali (non si nutrono di carne umana, non sono in decomposizione, addirittura parlano, e quindi hanno ancora le loro funzioni celebrali) e che gli attori, nonostante nomi altisonanti come Billy Bob Thornton e Martin Sheen, risultano, per usare un eufemismo, “fuori parte”, diciamo che questo è un film da consigliare spassionatamente solo a qualche amante dell’orrido, e non dell’orrore. Da guardare se lo trasmettono in tv, non scomodatevi a noleggiarlo in dvd.

 

The killing box

Regia:George Hickenlooper
Cast: Cindy Williams, Martin Sheen, Corbin Bernsen, Adrian Pasdar
durata: 80 min.
Produzione: USA
Anno produzione: 1993

About Giuliano Fiocco
Ha visto nascere Horror.it, e l’ha accudito per lungo tempo assieme ad Andrea. Adesso la vita gli lascia poco tempo per le passioni, ma in un angolo oscuro del cuore rimane in agguato la voglia di scrivere. Ha scritto un romanzo, da cui è stato tratto un film, in fase di produzione.

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