Cinema Atrocious

Atrocious

L’atrocità vera è il film stesso.

Nel mese di aprile del 2010, la polizia spagnola ha segnalato il ritrovamento di 37 ore di prove registrate che gettano nuova luce su una raccapricciante indagine per omicidio. I documenti filmati riguardano una famiglia di cinque persone che trascorre una vacanza nella loro casa estiva e dove i fratelli Cristian e July Quintanilla passano il tempo indagando su una terrificante leggenda metropolitana. Mentre le indagini si intensificano, una escalation di strani avvenimenti nella casa e nei dintorni fanno degenerare rapidamente la situazione, prima di culminare in atrocità indicibile.

Recensire un film come Atrocious ha la sua dose di grande imbarazzo da parte di un critico abituato ai peggior spettacoli e aperto alle meraviglie del bizzarro. Ma lo stesso capiterebbe allo spettatore appassionato di horror che non sia stato rapito da un Bigfoot dai primi anni 90. Atrocious è la sagra del già visto, lo show del piattume fantasioso, come se l’esordiente Fernando Barreda Luna, nell’affrontare il mockumentary, avesse deciso di ignorare i passi avanti del genere per tornare negli sciagurati primi vagiti di Blair witch project. Ecco, possiamo fare giri pindarici su noi stessi, possiamo fare gli snob della domenica e cercare di appigliarci ad un finale delirante quanto assurdo e indecente, ma il risultato desolante e sconfortante resta lo stesso: Atrocious è una brutta imitazione, fuori tempo massimo, del lavoraccio di Sanchez e Meyer, l’ennesimo figlio mongoloide generato da genitori deformi. Eppure, oltre la sua furbizia di prodotto studiato a tavolino, Blair witch project un paio di momenti tosti e gagliardi te li piazzava: non era solo riprese mosse e urla, ma, nella sua catarsi, riusciva a raggiungere un certo pathos di coinvolgimento. E’ assurdo però pensare che, dopo Rec, Home movie, Cloverfield, L’ultimo esorcismo, dopo passi da giganti per urlare la dignità cinematografica in un prodotto anti cinematografico, qualche genio dell’ultimo minuto decida che si deve tornare alle origini del genere per trovare nuove forme di espressioni. Naturalmente da un’idea folle non si poteva che avere un risultato disarmante. Va bene che noi amanti del cinema inclassificabile amiamo Sitges quei giorni che la gente non gioca a incularella con gli amici, quando la città diventa la mecca delle meraviglie grazie al suo festival, ma non basta un’ambientazione nei pressi del Taj Mahal del cinema bis per destare un grande interesse da parte di appassionati e non. Come non basta pescare da leggende locali (vere o fittizie) per fare paura, soprattutto se, senza fantasia, si scimmiotta la storia di The ring con bambina e pozzo annesso. No non ci siamo proprio: non è neanche cinema Atrocius, è un prendere in giro lo spettatore, il cercare di girare film senza talento o idee, l’intuizione cretina chd potrebbe avere un dodicenne di essere Spielberg con una dvcam in mano. Siamo sicuri qualche kamikazen dell’ultima allora urlerà al capolavoro, ma, noi si spera, saremo ben lontani, in altri lidi, in altre visioni, fortunatamente ebeti davanti al confuso ricordo di un film che che una volta visto scompare veloce come fumo. L’atrocità vera sarebbe ricordarlo per sempre.

httpv://www.youtube.com/watch?v=RiJuXTGpFxI

Atrocious

Regia: Fernando Barreda Luna
Interpreti:
Cast: Chus Pereiro, Clara Moraleda, Cristian Valencia, Jose Masegosa, Sammy Gad Gonzalez, Xavi Doz, Sergi Martí, Anne Sanz, Rafael Amaya
Durata:
75 min.
Anno:
2011 (Spagna)
Inedito in Italia

About Andrea Lanza
Si fanno molte ipotesi sulla sua genesi, tutte comunque deliranti. Quel che è certo è che ama l’horror e vive di horror, anche se molte volte ad affascinarlo sono le produzioni più becere. “Esteta del miserabile cinematografico” si autodefinisce, ma la realtà è che è sensibile a tette e sangue.

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