Editoria Un giorno, cose terribili – Laurent Botti

Un giorno, cose terribili – Laurent Botti

Un paese oscuro nel nord della Francia nasconde un segreto. Bambini  ritrovati cadavere nel bosco, i loro corpi martoriati, una faccia senza un volto, un omicida o qualcosa altro succhia la vita di questi bimbi.

Bastien è un ragazzino speciale, assiste alla morte del fratello, vede decadere la serenità familiare, ne accetta controvoglia i cambiamenti. Ma conserva tutto dentro, nell’oscurità profonda della sua anima in regna un orribile presentimento, compagno onnipresente della sua breve vita.  La famiglia si trasferisce a Laville Saint –Jour, un luogo misterioso, teatro periodicamente di orribili avvenimenti. 

Bastien è a disagio in questa cittadina gotica e cupa; una parte di sé lo spinge a fuggire, ma d’altro canto sente che egli appartiene a quel posto, anche se non ne capisce il motivo. Oltre a questo si aggiunge una frase che gli rimbomba nella testa, alcune orrende visioni e un contatto su msn che dice di essere suo fratello morto a due anni. La vita del ragazzo si incrocia con le indagini di un commissario,  che cerca di dare un senso ai tanti efferati avvenimenti che si susseguono a Laville Sinat-Jour,  e con uno scrittore noir, misterioso che preferisce tacere la verità.

 Un quadro generale complesso, in cui tutti i personaggi sono legati tra loro dalla nebbia. La  nebbia che la leggenda vuole formata da bambini uccisi, personaggio essa stessa,  prende forma e vita, penetra ovunque; la nebbia manifesta qualcosa di terribile.  Bastien è la chiave di volta di tutti gli eventi, colui che è in grado di risolverli, l’eletto che può mettere fine a tutto, distruggendo la sua vita.

La copertina di quarta cita Laurent Botti come lo Stephen King d’oltralpe.  Non voglio certo contraddire la stampa straniera ma paragonare Botti al maestro dell’horror mi sembra un po’ calcare la mano. Un giorno, cose terribili, ci racconta una storia avvincente, per alcuni può essere appassionante, qualcuno più suggestionabile, troverà la trama coinvolgente e ne rimarrà rapito. Effettivamente la storia regge, è coerente, i personaggi sono tutti identificabili, e alla fine il cerchio si chiude con grande soddisfazione del lettore a cui vengono svelati tutti gli arcani. Per carità qualcuno magari riesce a scoprirli prima  da solo.

La più grande pecca di questo libro consiste a mio parere nel disordine di alcune parti, in cui gli eventi, soprattutto quelli decisivi ci vengono presentati in maniera un po’ troppo sbrigativa, alternate a parti in cui invece l’autore indugia  inutilmente.  Molti punto restano nell’ombra, lo scrittore tralascia molti particolari che avrebbero reso questo libro più allettante.  Le capacità del ragazzo di comunicare e comandare sui morti non vengono sufficientemente sfruttate, il rapporto con suo padre resta fluttuante in mezzo alla nebbia, mentre  capiamo tutto e subito dello scrittore dapprima affascinante e controverso poi sereno e maturo come se l’improvvisa libertà mentale lo avesse anche incanutito. A voler essere gentili si può pensare che Botti non abbia voluto o saputo rendere più incisiva la trama,  ma volendo essere cinici posso certamente affermare che questo libro altro non è che la premessa per un sequel.

Un giorno, cose terribili

Botti Laurent
2008, 442 p., brossura
Editore Sperling & Kupfer (collana Narrativa)

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