Apocalittico Isolation

Isolation

La vita nelle fattorie, almeno dalle parti dell’irlandese Billy O’Brien, non è mai stata così poco attraente.

In una sperduta fattoria irlandese, terribili mutazioni genetiche colpiscono una mandria di mucche con conseguenze disastrose per l’umanità. Il fattore Dan tenterà disperatamente di combattere la terrificante minaccia

Comincia bene questo Isolation di Billy O’Brien. Atmosfera cupa e invernale, fotografia livida che rende palpabile il senso di desolazione e abbattimento che si respira nella fattoria di Dan, soffocato dai debiti e in procinto di perdere la proprietà, e la sequenza del parto bovino girata  con grande cura dei dettagli e del montaggio. Si intuisce subito che c’è qualcosa che non quadra. Il vitello respira, ma non si muove. E’ catatonico. E morde, tanto che quasi stacca una mano al povero Dan. Niente di così inaspettato perché aveva già attaccato la veterinaria durante un controllo, ancora al sicuro nel ventre materno. Nell’infinito gioco di rimandi e citazioni riguardanti il cinema horror, impossibile non rimarcare in questo ambito delle robuste dosi di materiale carpenteriano, sia per l’atmosfera, per la colonna sonora e per gli effetti speciali che ricordano allo spettatore e appassionato le autopsie compiute da Wilford Brimley sulle straordinarie creature partorite da Rob Bottin per La Cosa.

Il pregio maggiore del film di O’Brien, qui all’esordio su lungometraggio, sta tutto nella rappresentazione realistica di una minaccia subdola e strisciante, con il provvidenziale aiuto di un fuoriclasse dell’effetto speciale come Bob Keen, qui in grande spolvero, uno dei suoi lavori migliori, semplice quanto si vuole ma di grande efficacia, che per tutta quanta la prima parte tesse in modo impeccabile la rete nella quale i protagonisti finiranno inevitabilmente impigliati. Meno riuscita la seconda metà dell’opera, prolissa e prevedibile, che prende pesantemente ispirazione dal sottovalutatissimo Alien 3 di David Fincher, con un mordi e fuggi del bovino mutante, noioso e già visto, culminante con la scoperta della “madre” delle creature, schifosi essere striscianti a metà strada tra i vermi spaziali di Dimensione Terrore e la tenia gigante vomitata da Craig T. Nelson in Poltergeist 2.

Niente per cui strapparsi i capelli, ma O’Brien è bravo, gira bene e possiede un buon gusto per le inquadrature, non poco per un piccolo film, distribuito sì dalla Lions Gate, ma costruito su un budget non proprio faraonico. Molto bravi gli attori impiegati, su tutti il Sean Harris di Creep e del serial Tv Red Riding Hood e il Paul Lynch, qui nel ruolo di Dan, che partecipò a quel capolavoro assoluto che fu Hardware di Richard Stanley, meritevole quindi di rimanere nel pantheon di ogni appassionato che si rispetti. Grandissimo quando si immerge con il trattore in un vero e proprio lago di merda bovina alla ricerca della veterinaria scomparsa. La vita nelle fattorie, almeno dalle parti dell’irlandese Billy O’Brien, non è mai stata così poco attraente.

httpv://youtu.be/mznmb61trD4

Isolation

Regia: Billy O’Brien
Sceneggiatura
: Billy O’Brien
Interpreti
: John Lynch, Sean Harris, Ruth Negga, Essie Davis, Marcel Iures, Stanley Townsend.
Anno
: 2005
Disponibile in Italia in Dvd

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