Cinema HELLS ANGELS

HELLS ANGELS

Quando tra le schiere celesti si annidano delle teste calde, è meglio cacciarle sulla Terra a fare danni piuttosto che tenersele in Paradiso…

Siamo abituati a immaginarli eterei e puri, avvolti dalla luce celeste e con grandi ali di piume candide, eppure non sempre cinema e narrativa ce li hanno proposti in questa veste, anzi, la tendenza è quella di cercare di stupire il pubblico proponendo Angeli indolenti, rabbiosi, incattiviti da millenni di schiavitù se non addirittura determinati a sterminarci tutti.

Nella Bibbia, gli angeli vengono distinti secondo ordini, classi e schiere a capo di ciascuna delle quali viene indicato un angelo principale. I più noti e potenti tra questi sono quattro: Michele è a capo delle schiere celesti, è l’angelo più potente, il più battagliero. Quando c’è da menare le mani, è sempre pronto, insomma. È lui infatti che scaraventò Lucifero (che va ricordato, era anch’egli un angelo) lontano dal Paradiso. Gabriele è colui che apparve alla Vergine Maria, annunciandole la nascita di Gesù e per questo viene considerato il messaggero, l’araldo. Una specie di tramite tra Dio e gli Uomini e questo, come vedremo, gli farà conquistare grande popolarità al cinema… Raffaele esorcista e spesso identificato come l’angelo custode per eccellenza.

Se i primi tre sono comuni sia alla tradizione Ebraica che a quella Cristiana. Il quarto, Uriel, è invece uno degli arcangeli proprio della tradizione ebraica ed è una figura interessante perché piuttosto controversa e ci consente di capire la duplice natura degli angeli, il che forse spiega come mai il cinema sia affascinato da queste figure. Uriel è il cherubino che “sta a guardia dei cancelli dell’Eden con una spada fiammeggiante” e sebbene non goda direttamente di grande fama cinematografica, il suo spirito battagliero è riscontrabile in molte delle tragiche figure che stiamo per incontrare.

Le gerarchie angeliche

Siamo abituati a pensare agli Arcangeli come agli esseri più potenti al fianco di Dio. In realtà non è così. Più ci si avvicina all’uomo, più si ha a che fare con l’umanità, e meno potente è l’angelo. Sarà per questo che tendono a impazzire? Secondo la tradizione cristiana, gli angeli sono organizzati in tre Gerarchie ciascuna delle quali contiene tre Ordini o Cori. In ordine decrescente di potenza questi sono:

Prima Gerarchia: Serafini, Cherubini, Troni o Ophanim

Seconda Gerarchia: Dominazioni, Virtù, Potestà

Terza Gerarchia: Principati, Arcangeli, Angeli

I più potenti, sono quindi i Serafini, dotati di sei ali e posti a guardia del trono di Dio. La tradizione vuole che Lucifero fosse un Serafino.

L’invidia degli Angeli

Un arcangelo Gabriele più sciroccato e crudele di quello interpretato da Tilda Swinton è difficile da trovare.

Ma perché questi servi di Dio ogni tanto perdono la bussola e decidono di piombare sulla Terra per gettare un po’ di scompiglio e magari massacrare qualche essere umano? Spesso sono l’invidia e la gelosia che nutrono verso gli esseri umani, il motore di tale ribellione. Esempio – in questo senso perfetto –  lo troviamo in Costantine, film del 2005 diretto da Francis Lawrence, basato sui fumetti Hellblazer, con Keanu Reeves come attore protagonista e Tilda Swinton nei panni dell’arcangelo Gabriele. Nel finale del film, si scopre come Gabriele sia geloso dell’amore di Dio per l’uomo, amore che trova del tutto immeritato e per questo medita in combutta con Mammon, figlio di Lucifero, di infliggere agli esseri umani torture e patimenti, così da renderli effettivamente degni della misericordia divina. Tilda Swinton è l’esempio perfetto di figura atipica di angelo: androgino, rancoroso e un po’ pazzoide. Fantastica in questo senso, la battuta di Keanu Reeves, che messo alle strette dal potente Arcangelo, riesce a bofonchiargli addosso: “Gabriele, sei fuori di testa.” Questa rappresentazione degli angeli ribelli un po’ fuori di testa, torna spesso al cinema. Come se si volesse giustificare il loro atto di ribellione con la follia, caratteristica peraltro fin troppo umana.

Punizione divina

Il castigo divino, piomba sulla Terra col fruscio di ali nere come quelle di un corvo...

Non è la follia, però, quella che in Legion (diretto da Scott Stewart nel 2010) muove la mano di un altro Gabriele, interpretato da un giovane Kevin Durand, che in testa a tutte le schiere celesti, discende sulla Terra per impartire all’uomo la punizione voluta da Dio, ormai stufo e privo di fiducia nel genere umano. Invece del diluvio, insomma, un esercito.

Sarà un altro angelo a opporsi alla punizione divina, Michele (quel Paul Bettany che già fece il monaco Silas ne Il Codice da Vinci) si ribella alla volontà di Dio per proteggere a tutti i costi una donna incinta che porta in grembo il nuovo Messia. La storia, ammettiamolo, è un po’ un pasticcio: Dio che cerca di annientare il Messia non ha grande senso, e mettere Gabriele alla guida delle schiere celesti è ridicolo. Quel guerrafondaio di Michele, però, viene presentato abbastanza bene, ci piace ed è cattivo al punto giusto. A un certo punto, nel film, si rivolge sprezzante a Gabriele e gli dice: “Sapevo che avrebbe mandato te Gabriel, hai sempre voluto compiacerlo.” Insomma, gli dà del cocco della maestra… E ci dice una cosa importante: i quattro angeli che abbiamo nominato poco fa, sono a tutti gli effetti parte del nostro immaginario anche se fino a oggi non sfruttati a dovere. Il potenziale c’è tutto, sono figure complesse e affascinanti, e vale la pena dedicare loro qualche attenzione in più.

In Legion, come avrete capito, non c’è un angelo buono nemmeno ad ammazzarlo. L’iconografia classica viene spazzata via: gli angeli che vediamo sono sporchi, brutali, crudeli e spietati. Li vediamo sciamare come locuste sopra alla tavola calda nel bel mezzo del deserto dove sono asserragliati i nostri eroi. Le loro ali sono nere e indossano una specie di armatura di pelle. Non lo vorreste un angelo custode così, vero?

Angeli ribelli

Appollaiato come un corvaccio su una lapide… E questo dovrebbe essere un angelo custode? Meglio un avvoltoio...

La gelosia degli Angeli nei confronti dell’uomo, è alla base anche della trilogia The Prophecy (1995), The Prophecy II (1998) e The Prophecy III: The Ascent (2000) che narra della guerra tra un gruppo di angeli ribelli e gli esseri umani. La ribellione ha origine per i motivi che abbiamo già raccontato: invidia e gelosia nei confronti del genere umano. Nel secondo capitolo, tra l’altro, (uscito in Italia col titolo L’angelo del male) ci troviamo di fronte allo stesso spunto sviluppato otto anni dopo da Legion: una donna sta per partorire il nuovo salvatore del genere umano e va protetta dalla furia degli angeli. In questo caso, però, almeno dal punto di vista della sceneggiatura le cose hanno più senso. I film non brillano certo per coerenza e solidità della sceneggiatura, si vede che sono produzioni a basso costo, però si salva qualcosa grazie a quella sagoma di Christopher Walken che interpreta uno svitatissimo Gabriel, a capo del gruppo di angeli ribelli.

C’è una scena nel primo capitolo dove grazie all’espressività di Walken, riusciamo ad afferrare la complessità di questa figura, divisa tra bene e male: Gabriel è seduto sui graditi di una scuola, in compagnia di un gruppo di ragazzini. Li intrattiene e fa provare loro la tromba che si porta sempre dietro… La tromba del giudizio universale. Alla prima nota della tromba BANG! vanno in frantumi le vetrate della scuola. I ragazzini si divertono come pazzi, poi arriva la maestra, giochi finiti, e i bambini si allontanano sbuffando. Gabriel li saluta, tutto contento: “Ci vediamo ragazzi. E studiate la matematica!”, quindi dà un bacino col dito a una bimba. Proprio come un vecchio zio un po’ suonato. La maestra chiede chi accidenti egli sia, e Gabriel, con occhi di ghiaccio, improvvisamente serio e inquietante, risponde: “E’ una lunga storia.”

Bene e male, follia e sanità. Cosa vi spaventa di più, Satana che è sempre stato cattivo o il vostro angelo custode che all’improvviso decide di farvi a pezzi solo perché durante la notte è andato fuori di testa?

Il peggiore di tutti

Se volete andare a caccia di Angeli caduti e demoni, è indispensabile che vi procuriate un mitragliatore a forma di croce. Altrimenti è meglio che restiate a casa.

Questa rapida panoramica sugli angeli ribelli e determinati a perseguitare l’intera razza umana, non sarebbe completa se non citassimo il capostipite di tutti gli angeli ribelli, Lucifero. Il Portatore di luce, questo il significato del suo nome, era l’angelo più splendente che si ribellò per primo a Dio e che per questo fu scacciato dal Paradiso. Da allora egli è divenuto la nemesi per eccellenza e viene chiamato col nome che tutti ben conoscete: Satana. Servirebbe un articolo intero solo per questo personaggio, quindi non mi metterò a citare i film nei quali fa la sua comparsa l’angelo caduto. Segnalo però un paio di film nei quali ritroviamo alcune delle caratteristiche salienti sopra elencate già viste nelle altre pellicole. Nel già citato Constantine, ad esempio, nella sequenza finale appare un delirante Lucifero, scalzo tatuato e in completo bianco, interpretato alla grandissima da Peter Stormare. Completamente pazzo, inarrestabile e pericoloso. Di tutt’altra pasta – almeno in apparenza – rispetto al suo più elegante collega, Al Pacino, che ne L’Avvocato del Diavolo (1997), ci mostra l’aspetto più razionale, geniale e affascinante dell’angelo una volta preferito di Dio e poi decaduto.

In definitiva, guardando tutti questi film assieme, viene il dubbio che in verità, quando si parla di angeli ribelli, impazziti, bastardi dentro e incavolati con l’umanità, il modello sia sempre solo uno, Lucifero, e che si faccia fatica a discostarsi da questo ingombrante modello.

 

About Andrea G. Colombo
E’ qui praticamente da sempre. Ha dato vita a Horror.it, Horror Mania (la rivista da edicola) e Thriller Mania. E visto che si annoiava, ha pure scritto il romanzo Il Diacono. Si occupa della gestione del sito rinchiuso nel suo antro dal quale non esce quasi mai. Risponde alle mail con tempi geologici.

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