Cinema Growth – Terrore Sotto La Pelle

Growth – Terrore Sotto La Pelle

Era il 1989 quando alcuni scienziati si rinchiusero nei laboratori di Cuttyhunk Island per dare una considerevole spinta all’evoluzione dell’organismo umano…

Saccheggiando impunemente la lunga filmografia a tema “strisciante”, Gabriel Cowan – regista con un solo “lungo” alle spalle, il brutto Breathing Room del 2008 – mette insieme pochi dollari (e poche idee) e ci presenta le infettive gesta dei suoi vermicelli parassiti.

Era il 1989 quando alcuni scienziati si rinchiusero nei laboratori di Cuttyhunk Island per lavorare su forme di parassiti destinate a dare una considerevole spinta all’evoluzione dell’organismo umano. Qualcosa però non funzionò e così dopo un iniziale ottimismo la situazione precipitò, la popolazione isolana venne misteriosamente infettata e le attività cessarono.
Oggi: Jamie Akerman (Mircea Monroe, Cellular), la cui madre perse la vita in quell’occasione, torna sull’isola per riscattare i terreni di proprietà materna in compagnia del fidanzato Marco e del fratellastro Justin (Christopher Shand, Hit And Run). Jamie, infante ai tempi dell’epidemia, è vittima di ripetuti flashbacks riguardanti quei concitati e drammatici momenti e non si dà pace, cercando di fare chiarezza. La minaccia strisciante è però quantomai incombente: una nuova e temibile specie di parassita è cresciuta e si è annidata nelle acque, mettendo nuovamente a repentaglio la sopravvivenza dell’isola e dei suoi abitanti. Manco a dirlo, i nuovi arrivati saranno l’epicentro della crisi.

Esistono tonnellate di film incentrati sul vermome parassitario che si insinua sotto la pelle dei malcapitati; la creaturina ne altera il carattere e i tratti somatici dando il via a epidemie tragiche. Con il pericolo di crollare nel trash sempre dietro l’angolo (causa, ad esempio, effetti speciali scadenti), molti registi si sono cimentati nel soggetto, con alterne fortune. Impossibile non citare i bellissimi Il Demone Sotto La Pelle di Cronenberg e La Cosa di Carpenter, ma anche in tempi più recenti (e senza la firma d’autore) ci sono stati tentativi riusciti di rinnovare e far proseguire il genere, vedi Slither (James Gunn, 2006). Growth si sistema invece piuttosto rapidamente nella colonnina dei “malriusciti”. Di rapido non c’è nient’altro, perchè dovrà passare metà film prima che succeda qualcosa di utile e i parassiti si scatenino. Sono loro gli unici a recitare decentemente e ad apparire efficaci (anche grazie ai buoni effetti speciali), vincendo nettamente il confronto con i pessimi attori e gli antipatici personaggi da loro interpretati.
Il fattore-paura è latitante, e non c’è spazio neppure per un pizzico d’ironia per stemperare la sciagurata volontà di Growth di prendersi sul serio.
Prima di poter vedere uno straccio di mutazione infettiva, si assiste ad un’altra mutazione (punto più basso della sgangherata sceneggiatura), quella della relazione tra Justin e la migliore amica di Jamie, acerrimi nemici prima, focosi amanti nella gratuitissima scena successiva. I modesti mezzi a disposizione di Gowan non giustificano l’inutilità della pellicola, è ora che alcuni registi si rendano conto che la “b” di b-movie non sta per “brutto”.
A salvare Growth da un giudizio luttuoso sono due elementi un po’ miserini: il finale, non scontato quanto le vicende che lo precedono e il soggetto, così leggero e caro a molti horrorofili da non gravare eccessivamente sulle palpebre dello spettatore. Guardatelo solo se la tematica vi è cara. Ma molto cara.

Growth – Terrore Sotto La Pelle

Regia di: Gabriel Cowan
Scritto da: Gabriel Cowan, John Suits, Devin Zimmerman
Interpreti: Mircea Monroe, Christopher Shand, Brian Krause
Durata: 88 min.
Distribuzione: 01

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