Dopo “Un lupo mannaro americano a Londra” e prima di “Burke and Hare”, Landis racconta una storia di vampiri… Come solo lui sa fare.
Undici anni dopo Un lupo mannaro americano a Londra (1981), la prima vera incursione di John Landis negli oscuri meandri del cinema horror (che, grazie al suo stile inconfondibile, si trasforma sì in una landa buia e spettrale, ma anche incredibilmente divertente!), il regista di piccoli capolavori come The Blues Brothers e Oscar – Un fidanzato per due figlie torna al cinema (nel 1992, con una pellicola che, per certi versi, ricorda molto da vicino le atmosfere del suo lupo mannaro un po’ americano e un po’ londinese).
Amore all’ultimo morso racconta la storia di Marie, una bellissima vampira interpretata da Anne Parillaud, una vampira atipica, che seleziona le sue vittime in base alla loro condotta morale: i suoi pasti prediletti sono, infatti, malavitosi, delinquenti, assassini, relitti umani e scarti della società… Perché se è vero che la condanna di un vampiro è quella di nutrirsi in eterno di vite umane, che questi sacrifici valgano l’impresa, almeno (e come darti torto, Marie?)! Tutto sembrerebbe scorrere per il verso giusto, fino a quando la bella vampira non incontra il boss mafioso Macelli, detto “Squalo” (Robert Loggia): intenzionata a trasformarlo in un succulento pasto notturno, Marie fallirà nella sua impresa, trasformando lo “Squalo” in un vampiro. Quest’ultimo, manco a dirlo, una volta presa coscienza dei suoi incredibili poteri, darà vita ad una vera e propria “armata delle tenebre” pronta a disseminare terrore e morte per l’intera città.
Avvalendosi, come spesso accade nei suoi film, anche di cammei di registi/amici come Dario Argento e Sam Raimi, John Landis confeziona un interessante prodotto d’entertainment, senza tralasciare, però, la fotografia, sempre accurata, adeguatamente cupa, volutamente sporca, straordinariamente evocativa.
La vera forza dei film di Landis è, però, nella caratterizzazione di ambienti e personaggi: pur se ingabbiati in forti clichè e stereotipi, è difficile non parteggiare per il cattivo, nei suoi film, un po’ perché spesso i cattivi sono un gli eroi delle sue pellicole, un po’ perché ogni personaggio viene messo in scena con tutte le sue debolezze ed “umanità” (basti pensare alla nostra splendida eroina, Marie, che accetta la sua condizione di vampira cercando, in qualche modo, di “aiutare” la società), il tutto, però, senza scadere mai nei luoghi comuni dettati dal buonismo della realtà contemporanea: non c’è alcun intento morale in Landis, ma puro e semplice intrattenimento. Puro e semplice cinema. Con la C maiuscola.
About Luna Saracino
Appassionata, maniacale, artisticamente onnivora, anche se l’horror in ogni sua forma e sostanza è entrato a far parte della sua vita fin dalla più tenera età e oggi cinema e letteratura (horror e non solo) più che una passione, forse, sono diventati una vera e propria ragione di vita.