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Voyeurismo à la Natali

“388 Arletta Avenue gioca intorno all’assioma secondo cui andando appena oltre la superficie di quanto offerto da quella che viene considerata gente ordinaria, è possibile incappare in questione veramente oscure e morbose“.

Ultimo esempio in ordine di tempo di mockumentary, 388 Arletta Avenue è un thriller prodotto da Vincenzo Natali (The Cube, Splice) dove il carneade Randall Cole dirige Nick Stahl (Sin City, Mirrors 2) e Mia Kirshner (30 Days of Night: Dark Days) impegnati in una storiaccia di voyeurismo e stalking…

Sinossi ufficiale: visto attraverso gli occhi di telecamere nascoste, la pellicola segue le vicende della coppia di trentenni James e Amy Deakin, e della loro vita casalinga, sociale e lavorativa inconsapevolmente seguita 24 ore al giorno da un misterioso stalker, che sfrutta tutta le informazioni rubate per manipolare gli equilibri di coppia dei due e aprire falle sulla superficie della loro relazione. E quando Amy improvvisamente sparisce, James non riesce a capire se se la sia semplicemente svignata o sia successo qualcosa di peggio. E mentre la situazione si fa via via più violenta e folle, James cerca disperatamente di capire cosa ci sia dietro al terrore che ha investito la propria vita e quella della propria moglie. Ma sembra che il suo persecutore riesca sempre ad essere un passo più avanti… 

388 Arletta Avenue gioca intorno all’assioma secondo cui andando appena oltre la superficie di quanto offerto da quella che viene considerata gente ordinaria, è possibile incappare in questione veramente oscure e morbose” ha esordito il regista in una delle poche occasioni in cui ha presentato la pellicola “Se portate in superficie, esse sono addirittura in grado di trascinare le persone in situazione dove viene messa a repentaglio la loro stessa vita. Che è esattamente quello che succede ai nostri protagonisti“. Qualcosa in più invece lo ha offerto il neo-produttore Vincenzo Natali: “E‘ una pellicola molto hitchcockiana: è per gran parte girata da un punto di vista assolutamente individuale. Un thriller dove la suspense è basata su un che di esistenziale, avendo a che fare con quanto la tecnologia sia riuscita a cambiare nella nostra capacità di percepire la realtà e di interagire con gli altri. Quello che più mi piace è la sua capacità di unire nuove istanze tematiche con la grande classicità dei thriller e dei drammi vecchia scuola“. Del resto è tutt’altro che casuale che Natali si sia impegnato in un progetto di questo tipo, che presenta da una certa angolazione diverse analogie con quanto fatto dal regista canadese nel recente passato: “Innanzitutto Cole condivide con la la convinzione che un film sia innanzitutto un esperimento con tutta quell’esaltazione per uno script che ci entusiasma e dubbio intorno all’effettiva realizzazione di quanto ci ha esaltati su carta. E un sano e tremendo terrore per tutto ciò a cui ci può portare la tecnologia”.

About Andrea Avvenengo
E’ nato nel terrore spiando Twin Peaks alla TV. Il tempo ha messo in fila passioni su passioni, raffinando (o imbarbarendo?) i gusti, ma senza mai scalfire la capacità del cinema fantastico di scaraventarmi indietro nel tempo, la mani davanti agli occhi, terrorizzato e fottutamente felice.

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