Mockumentary Paranormal Activity 2: La Tediosità del Male

Paranormal Activity 2: La Tediosità del Male

Del resto lo sapevamo bene che il contrappasso a una formula che funziona – anche solo una volta, sia chiaro – è un esercito di epigoni tendenzialmente peggiori dell’esempio a cui si rifanno.

A causa di quella che interpretano come una banale irruzione di ladri, Daniel (Brain Boland) e Ali (Molly Ephraim) decidono di installare in ogni angolo della loro abitazione un impianto di telecamere di sicurezza. Ma l’effetto deterrente di quel sistema di sorveglianza nulla può con il particolare tipo di intruso che la coppia si trova ad affrontare. Un intruso che, oltretutto, non sembra avere alcuna intenzione di andarsene da quelle quattro mura senza un congruo tributo di sangue…

Del resto lo sapevamo bene, all’alba di quell’efficace ricorso storico chiamato [REC] e datato 2007, che il contrappasso a una formula che funziona – anche solo una volta, sia chiaro – è un esercito di epigoni tendenzialmente peggiori dell’esempio a cui si rifanno e numericamente soverchianti rispetto a quei progetti che, a parità di formula, qualcosa da dire effettivamente l’hanno. Dopotutto, se l’anno scorso non fosse scoppiato il caso Paranormal Activity, a quest’ora staremmo parlando di quella filone tematico in disperato esaurimento rigorosamente al passato: invece il boom pilotato del primo capitolo delle Attività Paranormali ha regalato al suo epilogo un’inaspettata dilatazione, tanto che lo stesso [REC] godrà di ben altri due capitoli messi in cantiere in fretta e furia non appena alla Filmax hanno subodorato che la festa non era ancora finita.

Ma i segnali della fine, di cui l’incensatissimo Paranormal Activity ne era spudorato ambasciatore, in questo secondo capitolo minano spietatamente la pellicola sin dalle sue prime battute; che l’horror per definizione si sia sempre parlato addosso e si sia detto – quasi – sempre le stesse cose è placidamente appurato: che nel farlo, rinunciasse all’unico elemento in grado di bypassare la condanna alla serialità più spersonalizzante – la soggettività registica e il lessico cinematografico con cui quel paio di cose sceglieva di raccontarsele, è un punto di non ritorno su cui varrebbe la pena interrogarsi. Paranormal Activity 2 è l’unico sequel – che poi sequel propriamente non è, accavallandosi cronologicamente agli eventi del primo episodio – che potrebbe tranquillamente essere scambiato per un remake. Remake più stanco, più citazionista, più imbarazzato – può davvero far montare la tensione un pool cleaner posseduto?! – dove i momenti di calma evocano noia atroce piuttosto che presagire le minacce che già sappiamo, involontariamente sbugiardato com’è dal suo predecessore e da una formula che alla pari di certi trucchi di prestigio stupisce solo una volta e non ammette repliche, chè l’efficacia, unica sua ragione d’essere, è un petardo e scoppia solo una volta. Regista totalmente automatizzato al pari del predecessore Oren Peli – che però è autore a tutto tondo del franchise – il buon Tod Williams è, nei fatti ma certamente suo malgrado, l’araldo di un modo di fare horror che certo riempirà un po’ le tasche all’industria ma che produce oggetti senza nè forma nè anima, che rinunciano addirittura alla possibilità di essere convenzionalmente brutti, perché la qualità o il suo contrario non sono categorie contemplate, tanto basta a sè il prodotto e gli effetti concreti che produce. Questa roba non è cinema e non è intrattenimento: è il tentativo di far credere che il – falso – video di una camera di sicurezza di un qualsiasi store del Michigan valga una rapina di Peckinpah, brutale appiattimento mascherato da voyuerismo flaccido, buono per insonni cronici e sociologi della domenica. Forza, che il terzo capitolo è dietro l’angolo, con il suo immane carico di noia, stanchezza e discrete potenzialità per essere l’ultimo della serie.

Paranormal Activity 2

(USA, 2010)
Regia: Tod Williams
Sceneggiatura: Michael Perry, Christopher Landon, Tom Pabst
Interpreti: Brian Boland, Molly Ephraim, Katie Featherston
Durata: 91 min.
Distribuzione: Paramount Pictures

About Andrea Avvenengo
E’ nato nel terrore spiando Twin Peaks alla TV. Il tempo ha messo in fila passioni su passioni, raffinando (o imbarbarendo?) i gusti, ma senza mai scalfire la capacità del cinema fantastico di scaraventarmi indietro nel tempo, la mani davanti agli occhi, terrorizzato e fottutamente felice.

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