Recensione film Dolan’s Cadillac

Dolan’s Cadillac

Nonostante sia stato ripudiato per anni dal suo stesso creatore, La Cadillac di Dolan è un gran bel pezzo di racconto.

La vita di Tom Robinson (Wes Bentley), coscienzioso insegnante e futuro padre di famiglia, sembra destinata a un decorso placido e sereno, almeno finchè la sorte non mette la sua compagna Elizabeth (Emmanuel Vaugier) nella condizione di testimoniare contro il potente boss del crimine di Las Vegas James Dolan (Christian Slater).

Nonostante il programma di protezione testimoni a cui Tom ed Elizabeth si sono prontamente rassegnati, Dolan elimina la donna facendone esplodere l’automobile. Caduto in un abissale vortice di disperazione, alcool e allucinazioni, Tom inizia a meditare la più atroce delle vendette, unico modo concepito dall’uomo per concedere un po’ di pace a se stesso e alla memoria dell’amata.

Nonostante sia stato ripudiato per anni dal suo stesso creatore, La Cadillac di Dolan – contenuto nell’antologia kinghiana Incubi & Deliri, pubblicata nel 1993 – è un gran bel pezzo di racconto. Solidissimo, preciso, spietato e con un respiro splendidamente cinematografico, in mani giuste ed esperte è il classico lavoro in grado di avere una controparte filmica assolutamente all’altezza. In quelle della modesta Minds Eye Entertainment e del regista canadese Jeff Beesley – una lunga gavetta nell’universo parallelo dei serial TV – è l’altrettanto classica trasposizione figlia di atavici e fisiologici difetti di produzione, discreta e godibile quanto inevitabilmente monca e imperfetta nell’insieme. E per quanto il buon Beesley sia tutt’altro che un fuoriclasse della videocamera, non si può certo imputare al comparto registico della pellicola il grosso della responsabilità di tale mediocrità: il canadese è un onesto professionista del settore, capace pure di concedersi una qualche ardita deviazione – un’improvviso assalto di CG qui, una manciata di bei movimenti di camera lì – ma ben attento a non abbandonare mai la sicura strada maestra del mestiere puro.

Nonostante sia stato ripudiato per anni dal suo stesso creatore, La Cadillac di Dolan – contenuto nell’antologia kinghiana Incubi & Deliri, pubblicata nel 1993 – è un gran bel pezzo di racconto. Solidissimo, preciso, spietato e con un respiro splendidamente cinematografico, in mani giuste ed esperte è il classico lavoro in grado di avere una controparte filmica assolutamente all’altezza. In quelle della modesta Minds Eye Entertainment e del regista canadese Jeff Beesley – una lunga gavetta nell’universo parallelo dei serial TV – è l’altrettanto classica trasposizione figlia di atavici e fisiologici difetti di produzione, discreta e godibile quanto inevitabilmente monca e imperfetta nell’insieme. E per quanto il buon Beesley sia tutt’altro che un fuoriclasse della videocamera, non si può certo imputare al comparto registico della pellicola il grosso della responsabilità di tale mediocrità: il canadese è un onesto professionista del settore, capace pure di concedersi una qualche ardita deviazione – un’improvviso assalto di CG qui, una manciata di bei movimenti di camera lì – ma ben attento a non abbandonare mai la sicura strada maestra del mestiere puro.


Dolan’s Cadillac (USA, 2009)
Regia: Jeff Beesley
Sceneggiatura: Richard Doolan
Interpreti: Wes Bentley, Chistian Slater, Emmanuel Vaugier, Greg Bryk
Durata: 89 min.
Distribuzione: Mondo Home Video

About Andrea Avvenengo
E’ nato nel terrore spiando Twin Peaks alla TV. Il tempo ha messo in fila passioni su passioni, raffinando (o imbarbarendo?) i gusti, ma senza mai scalfire la capacità del cinema fantastico di scaraventarmi indietro nel tempo, la mani davanti agli occhi, terrorizzato e fottutamente felice.

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