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Frozen: Nessuno Sa Che Sei Lassù

Giravamo a quasi venti metri da terra, senza alcun appoggio logistico considerato che le riprese coprivano un angolo di 360° gradi dove ogni cosa fuori contesto sarebbe stata immediatamente colta”.

Fonti forse fin troppo ufficiali assicurano che “sarà per la neve ciò che Lo Squalo di Spielberg è stato per l’acqua“. Quello che fin’ora è assolutamente certo è che Adam Green (Hatchet) avrà pure perso per strada asce ed armi da taglio, non certo la voglia di terrorizzare e far gelare il sangue nelle vene. A chiarire le intenzioni dovrebbe bastare un titolo come Frozen, no?

Sinossi Ufficiale:
Per tre snowboarders la più classica giornata passata sulle piste si trasforma in un agghiacciante incubo dal momento in cui restano bloccati sulla seggiovia prima della loro ultima discesa. E nel momento in cui il responsabile dell’impianto spegne del tutto le luci, i tre con crescente panico si rendono conto di essere stati dimenticati, e lasciati a dondolare nel vuoto senza possibilità di scendere a terra. Coscienti del fatto che nessuno verrà a recuperarli prima per weekend seguente e in pieno processo di congelamento, il trio è obbligato a prendere misure estreme per scampare all’ipotermia. Ma una volta mossi, si renderanno conto che c’è qualcosa di ben più temibile del gelo polare. E mentre si ritrovano a combattere con un nemico imprevisto, i ragazzi iniziano a domandarsi se il loro desiderio di sopravvivere sia davvero più forte di tutte le minacce che mettono il discussione la loro esistenza.
Sono semplicemente tre persone sedute su una sedia” rifletteva in fase di pre-produzione il regista/sceneggiatore Adam GreenPerchè mai dovrebbe essere una cosa complicata?“. Tempo di dare fuoco alle polveri, e le ottimistiche previsioni del filmaker riguardo alla presunta praticità delle riprese così come imposte dal plot di Frozen si sono sciolte. Come neve al sole, per l’appunto. “La particolare scelta del set non ci ha costretti a lavorare in condizioni estreme, sia a livello climatico che tecnico” chiarisce Green “Giravamo a quasi venti metri da terra, senza alcun appoggio logistico considerato che le riprese coprivano un angolo di 360° gradi dove ogni cosa fuori contesto sarebbe stata immediatamente colta; lo skilift in continuo movimento non permetteva di assicurare nessuna strumentazione in modo da facilitarci un po’ il lavoro, luci comprese. Senza contare che per raggiungere il set non esisteva alcuna strada praticabile dai mezzi convenzionali, e la prima settimana di riprese l’abbiamo interamente affrontata in compagnia di quasi un metro di neve. L’unico set artificiale è stato quello in cui abbiamo girato le scene più pericolose, che comunque ha rappresentato una piccola parte del lavoro globale“. Una sfida tecnica che fa il paio con un altro tipo di scommessa altrettanto azzardata: quella di abbandonare la confortante struttura old school a là Hatchet per affrontare un’ora e mezza di thriller ad alta quota sostanzialmente immobile nelle sue coordinate spaziali, ridotte all’angusta superficie di una panca da skylift, e bloccato per quanto riguarda il numero dei characters in gioco: “Da questo punto di vista nulla è stato particolarmente difficile” afferma convinto Green “Novanta minuti passano in un attimo quando stai per morire assiderato, quale sia il raggio d’azione dei tuoi personaggi“. Del resto non sono il primo a tentare un’esperimento del genere, riducendo drasticamente lo spazio: che dire allora de Lo Squalo, di Lifeboat di Hitchcock, o dello stesso Saw? Posso comunque già assicurare che non abbiamo fatto ricorso a nessuna scorciatoia narrativa: in Frozen non c’è nulla di soprannaturale, i protagonisti non scoprono di essere morti sin dall’inizio e non sbuca dal nulla Victor Crowley – il boogeyman di Hatchetper dare inizio alla solita carneficina. Frozen è un survival horror fondato su basi rigorosamente realistiche“. A giudicare dai primi feedback la pellicola sembra essere partita in quarta: presentata all’annuale edizione del Sundance Film Festival, è stato un fiorire di commenti lusinghieri, anche e soprattutto rivolti al trio di giovani protagonisti – composto da Kevin Zegers (Dawn of the Dead 2004), Shawn Ashmore (Rovine, X-Men 2) ed Emma Bell (Death in Love) – le cui spalle inevitabilmente reggevano la totalità della cifra interpretativa della pellicola. Prodotto dalla A Bigger Boat – giovani compagnia dietro agli ultimi due capitoli di Saw e del come back carpenteriano The WardFrozen non ha ancora una data di uscita ufficiale in Europa, mentre ha esordito in questi giorni nelle sale USA.
httpv://www.youtube.com/watch?v=d9v7BnLrTIY
httpv://www.youtube.com/watch?v=_WKgGMf0P6w
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About Andrea Avvenengo
E’ nato nel terrore spiando Twin Peaks alla TV. Il tempo ha messo in fila passioni su passioni, raffinando (o imbarbarendo?) i gusti, ma senza mai scalfire la capacità del cinema fantastico di scaraventarmi indietro nel tempo, la mani davanti agli occhi, terrorizzato e fottutamente felice.

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