Recensione film The Alphabet Killer

The Alphabet Killer

Cosa ne sarà ora di tanto credito conquistato con pazienza, fatica ed onestà da working class dell’horror una volta che The Alphabet Killer sarà stato visto?

Nei primi ’70 la zona di Rochester, New York, venne sconvolta da tre omicidi tanto efferati quanto peculiari: i corpi delle tre giovanissime vittime, stuprate e soffocate, furono ritrovati in località la cui iniziale del nome corrispondeva a quella del loro nome proprio e del loro cognome.

Nel più caotico fermento investigativo, anche la poliziotta Megan Paige si mise sulle tracce dell’imprendibile killer seriale: nel suo caso però, il fortissimo stress conseguente all’ossessiva ricerca della verità non fece altro che portare a galla una forma di schizofrenia fino a quel momento latente, trascinando la donna in un vortice di allucinazioni e disturbi psicotici sempre più gravi ed estremi…Da una storia vera.

Rob Schmidt, dopotutto, non se la passava così male. Partendo dal piuttosto evidente assunto che non siamo mai stati di fronte ad un fuoriclasse del genere, si potrebbe comunque vedere nel suo cursus honorum un certo qual lento ma costante aumento di peso specifico cinematografico, iniziato nel lontano 2000 con il coraggiosetto ed incosciente Crime and Punishment in Suburbia e, passando per la banale solidità di Wrong Turn (2003), entrare addirittura a far parte della rosa 2007 dei Masters of Horror con il discreto Right to Die. Cosa ne sarà ora di tanto credito conquistato con pazienza, fatica ed onestà da working class dell’horror una volta che The Alphabet Killer sarà stato visto, tutt’altro che digerito e regurgitato da gran parte del suo pubblico? Perchè per soddisfare la propria più che comprensibile sete di thriller psicologico, genere ostico e raffinato per definizione, affidare buona parte del proprio destino allo sceneggiatore semiesordiente Tom Malloy, la cui precedente esperienza alla scrittura ha partorito l’inguardabile The Attic? Non c’è proprio niente che funzioni in questo film presuntuosetto più negli intenti che nell’effettiva realizzazione, che confonde la mazza con il fioretto in un’imbarazzante approssimazione dei personaggi e che ancora vive sull’abusato grimaldello narrativo che la dicitura tratto da una storia vera sembra aver garantito per anni a chiunque avesse poco altro da offrire se non un’attestato di veridicità dei fatti, capirai l’offerta.

The Alphabet Killer non ha uno straccio di taglio narrativo, è massa grigia che procede lenta e noiosa convinta che bastino una fotografia smorta, un paio di violenti strappi temporali a caso e brevi accelerazioni thrilling a conferire una qualsiasi tridimensionalità all’insieme, non da mai l’idea di aver preso una direzione ed una certa solidità e, ad onor del vero, in effetti non la prende mai. Non che Schmidt non dia il suo importante contributo al fallimento: l’occhio potrebbe almeno in parte riuscire dove la sceneggiatura ha così clamorosamente fallito, ma il buon Rob non offre nessun guizzo, alcun tentativo di uscire dal confortante seminato del lavoretto di mestiere; quella di The Alphabet Killer è – poca – adrenalina riscaldata e a poco prezzo, per di più condita di computer grafica scadente e scaduta, dove gli incubi della protagonista non sono altro che fantasmucoli digitali dagli occhi minacciosi, la cui scarsa amalgama con il resto della scena non fa altro che tradire miseramente la loro natura postproduttiva. La bella Eliza Dushku si scopre a pagare il prezzo assai salato di un ruolo ben più raffinato e complesso dell’efficace e poco pretenziosa carne da macello in canottiera di Wrong Turn, accompagnata per buona parte del percorso da un Cary Elwes imbolsito e piuttosto demotivato, mentre sullo sfondo riservato ai comprimari si ritrovano a sgomitare per pochi minuti di proiezione figure del calibro di Bill Moseley (La Casa dei 1000 Corpi, La Casa Del Diavolo), Michael Ironside (Reeker) e Timothy Hutton (The Good Shepherd). Poca roba, e pure scarsa: provaci ancora Rob, possibilmente riconoscendo un pò più coscientemente i limiti della tua personalissima e non sterminata tazza…


The Alphabet Killer (USA, 2008)
Regia: Rob Schimdt
Sceneggiatura: Tom Malloy
Interpreti: Eliza Dushku, Timothy Hutton, Cary Elwes, Michal Ironside, Bill Moseley
DUrata: 98 min.
Distribuzione: One Movie

About Andrea Avvenengo
E’ nato nel terrore spiando Twin Peaks alla TV. Il tempo ha messo in fila passioni su passioni, raffinando (o imbarbarendo?) i gusti, ma senza mai scalfire la capacità del cinema fantastico di scaraventarmi indietro nel tempo, la mani davanti agli occhi, terrorizzato e fottutamente felice.

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