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Piranha 3-D: Parla Aja

“Piranha è un grande, classico disaster movie con un’incredibile quantità di personaggi, di attori, di elementi: sarà un qualcosa di incredibile, la festa di primavera più folle della storia”.

Sono passati praticamente cinque, bizzarri anni di preproduzione ad intermittenza, inframmezzati da pellicole proprie – Mirrors – e collaborazioni su direzioni altrui – P2 -: ora, per Piranha 3-D ed Alxeandre Aja è giunta l’ora delle sostanza, delle riprese e delle prime interviste.

Possiamo affermare che Piranha sia il progetto più grande con cui tu abbia potuto misurarti fin’ora?
Sì, in effetti Piranha è un progetto enorme, niente a che vedere con quanto fatto in Mirrors. E’ un film completamente diverso, anche e soprattutto per una questione di proporzioni. Piranha è un grande, classico disaster movie con un’incredibile quantità di personaggi, di attori, di elementi: sarà un qualcosa di incredibile, la festa di primavera più folle della storia.

Come sei riuscito a gestire lo stress conseguente a tutto questo?

Effettivamente è stata una situazione parecchio stressante; ci siamo ritrovati ad avere a che fare con la maggior quantità di sfide ed azzrdi immaginabili: dal girare le scene acquatiche agli effetti speciali, digitali e di make-up, il caldo torrido, animali vari, bambini, pesci in computer grafica e qualsiasi altra cosa. Nominane una, e sicuramente ci abbiamo avuto a che fare. In definitiva una volta sul set ci siamo resi conto che girare una pellicola sull’acqua è una delle esperienze cinematografiche più eccitanti, con tutto quello spazio aperto sempre a disposizione. Durante tutto il processo di elaborazione il nostro scopo principale era quello di ricreare una sorta di festa di primavera sotto attacco, C’è questa scena enorme, qualcosa come 25 o 30 ore di riprese da cinque fonti differenti per nove giorni totali di set, dove abbiamo utilizzato qualcosa come 20.000 litri di sangue finto. Il Lago Havasu è rimasto completamente rosso per diversi giorni. L’avere a che fare con una scena del genere potrebbe tranquillamente essere un motivo sufficiente per scegliere di dirigere un film. Mi piace l’idea di una pellicola che parte come una grande e disinvolta festa e si trasforma imrpovvisamente in un incubo totalmente fuori controllo.

Piranha di Joe Dante presentava parecchio humor nella sua economia di base. Ritroveremo questi elementi nella tua pellicola, considerato che l’ umorismo è qualcosa di assolutamente nuovo per la tua cinematografia?
In effetti questo è un qualcosa completamente diverso da quanto ho fatto fin’ora, un’impostazione che virerà molto sul classico umorismo macabro sullo stile dei Gremlins o di Splatters e che spingerà a lanciarsi reciprocamente manciate di pop corn durante un ora e mezza che teletrasporterà gli spettatori nel più folle dei mondi immaginabili. E’ stata divertente addirittura la fase di scrittura. La prima bozza dello script di Piranha 3-D risale ormai a cinque anni fa, ed era già impostata sul concetto di festa di primavera sotto attacco, un concetto già di per sè piuttosto forte, con una sorta di sottotesto relativo ad un certo tipo di cultura prettamente americana. E’ riconoscere alla festa di primavera il ruolo di genuina manifestazione dell’american way of life e mandare tutto in malora introducendo un ospite tutt’altro che ben accetto. Lo spirito è lo stesso che ha spinto parecchi registi a mettersi all’opera negli anni ’80: puntavamo a creare una di quelle pellicole per cui avremmo fatto pazzie fossimo stati ancora dodicenni o quindicenni.
Hai avuto un qualche consiglio da parte di Joe Dante?
Solo uno: mi ha consigliato di non affidarmi completamente alla computer graphics tralasciando i buoni, vecchi ed efficaci pupazzi. Ovviamente, non ho potuto fare altro che dargli ascolto.
Puoi dirci qualcosa a proposito dell’aspetto dei nuovi piranha?
Abbiamo passato più di due mesi ad effettuare ricerche al fianco di Neville Page, main designer dei nostri piranha. Abbiamo poi analizzato qualsiasi specie ancora vivente di pesce preistorico o relegato nelle profondità marine e raccolto montagne di documentazione a riguardo. Quindi, immaginato in che modo avrebbero potuto sopravvivere per due milioni di anni. Il frutto di tutto questo lavoro è un bel mix tra le vecchie specie e le caratteristiche distintive dei piranha – la dimensioni ridotte, i denti affilati -. Poi non abbiamo fatto altro che rispettare una certa coerenza logica: il fatto che la specie abbia vissuto un milione di anni in questa sorta di caverna, non potrebbe non averne indebolito alcuni sensi ed averne potenziato altri. I nostri piranha sono sostanzialmente ciechi, ma sono in grado di effettuare balzi incredibili. Miracoli della CG!
Cosa ci puoi dire dei procedimenti 3-D usati nella pellicola?
Anche riguardo a questo ambito, tutto si è rivelato essere una vera e propria sfida: la tecnica classica del 3-D, che prevede l’uso di videocamere HD, non mi ha mai convinto del tutto. Abbiamo così scelto di affrontare il 3-D secondo una nuova tecnica messa a punto da James Cameron chiamata conversion. E’ una tecnica decisamente più costosa e che richiede molto più lavoro in fase di post-produzione: le riprese si effettuano con la classica tecnica 3-D e poi si fa convertire il tutto da un computer. A questo punto, alle riprese custodite sulle classiche 35mm corrisponderà un analogo formato digitale in cui ogni singolo elemento della scena viene rielaborato secondo le direttive del 3-D: su spazi, misure e proporzioni di questo formato si può intervenire nella più completa libertà. Quando la tecnica mi è stata presentata in maniera teorica, il mio principale dubbio riguardava l’eventuale mancanza di naturalezza che un processo del genere avrebbe dato alla pellicola. Poi l’ho visto messo in pratica su una ventina di minuti del King Kong di Peter Jackson e sono rimasto letteralmente a bocca aperta, la cosa migliore che abbia mai visto. Non sono ancora riuscito a capire perchè gli studios non abbiano deciso di convertire tutta la pellicola in questo nuovo formato e proporlo nuovamente secondo questo formato. E’ una cosa incredibile, così come il lavoro che hanno fatto su spezzoni di The Matrix e dell’originale Star Wars. Senza falsa modestia, credo che quella che avrete guardando Piranha 3-D sarà in assoluto la miglior esperienza 3-D della storia del cinema.

About Andrea Avvenengo
E’ nato nel terrore spiando Twin Peaks alla TV. Il tempo ha messo in fila passioni su passioni, raffinando (o imbarbarendo?) i gusti, ma senza mai scalfire la capacità del cinema fantastico di scaraventarmi indietro nel tempo, la mani davanti agli occhi, terrorizzato e fottutamente felice.

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