Commedia e parodia Small Town Folks

Small Town Folks

Nato come semplice cortometraggio, nel corso dei suoi quattro anni di tribolata gestazione è stato diluito, più che trasformato, lungo novanta minuti di pellicola.

Grockleton è il classico locus amoenus di tradizione classica, immerso in una pace quasi innaturale e dominato da un’imponente collina sulla cui sommità svetta imperioso il Beesley’s Manor, dimora dell’omonimo signore del luogo e dei suoi bizzarri famigliari.

Indiscussi padroni di quelle terre, gli ottocenteschi Beesley e soci si dilettano nell’antica e nobile arte della caccia all’essere umano maschio e della fecondazione coatta delle controparti femminili. E giusto oggi, Grockleton ed i suoi verdissimi dintorni si ritrovano a dover ospitare stranieri nuovi di zecca, visitatori giunti fin lì colpevolmente senza invito…

Chi scrive ha sempre nutrito una particolare predilezione cinematografica per i freaks: qualsiasi forma, foggia od inclinazione gli autori decidessero di conferirgli, hanno da sempre rappresentato una buona ragione a prescindere nell’avvicinarsi ad una pellicola di genere, tantopiù se assolutamente sconosciuta. Una buona ragione a cui in certi casi – nello specifico, questo – andava ad aggiungersene un’ulteriore: la natura progettuale rigorosamente indipendente – per l’occasione produce con due soldi la Gumboot Pictures – ed esteticamente intrigante del progetto, quell’intuibile e raro mix di azzardo, necessità fatte virtù e brillantezza reinterpretativa. Condizioni spesso necessarie e certo mai sufficienti, la maggior parte delle volte prontamente smentite da una condizione di permanente emergenza produttiva tipica del mondo indie – in termini di tempi e denaro – che andava inevitabilmente ad inficiare questo o quell’elemento del delicato meccanismo-pellicola. Purtroppo, anche il qui presente Small Town Folks dell’esordiente Peter Stanley-Ward non sfugge alla regola: nato come semplice cortometraggio, nel corso dei suoi quattro anni di tribolata gestazione è stato diluito, più che trasformato, lungo novanta minuti di pellicola. Diluito perchè la sostanza narrativa dell’insieme – nei fatti un survival con una media di boogeyman decisamente superiore alla media – sembra non aver subito lo stesso irrobustimento del running time, piuttosto un annacquamento, soluzione decisamente più pratica quanto più avvilente, perchè un’ora e mezza di canovaccio survival ripetuto alternando semplicemente gli attori in gioco risulta velocemente, se non indigesto, quantomeno noioso.

Ed è un peccato perchè, almeno visivamente, Small Town Folks un certo carattere lo dimostra: la rischiosa scelta di affidarsi al green screen , pur con tutti i pericoli che una soluzione del genere avrà comportato considerata l’assenza di un budget consistente, ha permesso a Stanley-Ward di ricreare durante la lunghissima postproduzione un micro-mondo surreale ai limiti dell’onirico, dominato da una violenza e pesantezza dei colori di matrice spudoratamente kitsch, continuamente a cavallo tra l’incubo della sua matrice horror ed la demenziale belluinità dei coloriti cacciatori comandati da Beesley. Una base di partenza decisamente buona, non fosse che aldilà di questa pur efficace ed apprezzabile cortina fumogena di sostanza effettiva ne rimanga pochina, e la pellicola proceda piuttosto lentamente tra un’esecuzione e qualche scena-riempitivo di troppo, confezionata da una regia ed un montaggio certo non adrenalinici e condita da un crescendo di prevedibili ed annoiati sbadigli. Va da sè che, considerati i limiti pratici che hanno influito sulla sua realizzazione e l’indiscutibile passione che traspare tra i suoi fotogrammi, sia molto più augurabile uno Small Town Folks altamente imperfetto ed opera prima dei suoi autori ad un qualsiasi progetto hollywoodiano affogato nella malizia e nel mestiere, ma la fin troppo indulgente e spesso automatica associazione tra passionale coraggio indie e qualità cinematografica dei suoi prodotti è un vecchio ed ingannevole difetto che andrebbe sradicato al più presto.


Small Town Folks (Uk, 2007)
Regia: Peter Stanley-Ward
Sceneggiatura: Natalie Conway, Peter Musselwhite, Peter Stanley Ward
Interpreti: Chris R. Wright, Warwick Davis, Dan Palmer, Simon Stanley-Ward
Durata: 90 min.
Distribuzione: Imagination Worldwide

About Andrea Avvenengo
E’ nato nel terrore spiando Twin Peaks alla TV. Il tempo ha messo in fila passioni su passioni, raffinando (o imbarbarendo?) i gusti, ma senza mai scalfire la capacità del cinema fantastico di scaraventarmi indietro nel tempo, la mani davanti agli occhi, terrorizzato e fottutamente felice.

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